Lo chiamano don Spritz: ha il nome di un aperitivo alcolico tipico dei padovani e motivo di incontro per migliaia di giovani nelle piazze di Padova che trasformano il momento da incontro a festa sfrenata. In verità si chiama don Marco Pozza, ha 28 anni, è di Vicenza ed è prete da 4 anni. Una storia e uno stile di comunicazione particolari, specie per quanto riguarda l’evangelizzazione dei giovani. L’anno scorso aveva fatto discutere il suo presunto allontanamento dalla diocesi, a causa di un atteggiamento, definito dal Giornale di Vicenza, "troppo esuberante e fuori dagli schemi". In realtà, don Spritz vuole semplicemente essere tra i giovani, lì dove vivono, a cominciare dalla strada. Ne abbiamo parlato con il diretto interessato a Pompei, a margine del XXII Meeting dei giovani di Pompei.
Ciao don Marco e benvenuto a Pompei. Sinceramente è una sorpresa trovarti qui: non eri previsto tra gli ospiti, come mai da queste parti?
"Su questo hai ragione e se mi consenti una battuta ti dico che nemmeno lo Spirito Santo viene mai messo in scaletta, eppure centra sempre e comunque. In verità è stata un’occasione che mi ha dato don Giovanni D’Ercole di scendere con lui per una meditazione sullo Spirito Santo e io l’ho voluta cogliere al volo".
E sei stato contento?
"Sono rimasto sconvolto per ciò che ho trovato. Sconvolto positivamente, sia chiaro. Ho trovato un fiume di giovani, saranno stati almeno 5000 stamattina, tutti accomunati dalla gioia di avere incontrato Cristo. Oggi è un grande giorno di grazia, perchè questi ragazzi credono che con il vangelo si può dare colore al plumbeo grigio del mondo".
Sei giovane. Cosa significa essere sacerdoti a 28 anni?
"Ci sono cose che non puoi descrivere semplicemente con le parole. Il sacerdozio è una di queste. Non puoi descriverlo, ma solo viverlo e testimoniarlo. Ce l’hai dentro, ti fa fare delle follie: ma sappiamo tutti che le follie del mondo sono la sapienza del Vangelo. Io non posso lamentarmi della mia vita: sono sempre stato un ragazzo fortunato, ma Dio ha saputo darmi oltretutto anche la grazia di essere suo ministro. Vedere dei ragazzi che quando parli di Dio si mettono a piangere è il segno più evidente che Cristo esiste e vale proprio la pena essere un suo ministro".

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Ci sono difficoltà? "Ci sono per tutti. Vedi, io credo che sarei stato un bravo padre di famiglia, perchè mi piacciono i bambini. La famiglia è amore, ma anche essere sacerdote è amore. Quando nella mia vita ho dovuto scegliere, ho capito che essere padre di famiglia mi avrebbe reso contento, ma essere sacerdote sarebbe stata la mia vera felicità. Ancora oggi mi viene la pelle d’oca quando ci penso. Non mi è mai capitata una sera in cui abbia detto: “Maledetto il giorno in cui sono diventato prete!”.
Parole forti le tue, specie se si pensa che in questi 4 anni hai avuto anche qualche problema per il tuo stile "rivoluzionario"... "Non credo che il problema sia il mio particolare sacerdozio: il vangelo di Luca, quando racconta dei discepoli di Emmaus, ricorda che il vangelo è nato dalla strada e ha bisogno dell’asfalto e della polvere per crescere. Quando sono arrivato in parrocchia a Padova come sacerdote non ho fatto altro che cercare i giovani che non venivano in chiesa. Il fatto che ciò abbia creato problemi dovrebbe far riflettere: non sono io che faccio il prete strano, è la società che è strana e non riesce ad accettare una cosa semplice come l’andare incontro alle persone per ascoltarle. Ricordo che Don Giovanni Bosco ha iniziato incontrando un ragazzino per strada e chiedendogli se sapeva fischiettare, il ragazzino ha risposto che lo sapeva fare e don Bosco gli ha chiesto se poteva farlo per Dio. E guarda che avventura è nata. Magari ci fossero altri sacerdoti che la pensano come me: ci potremo mettere assieme e pensa a quante grandi cose potremo fare per la gloria di Dio. Del resto, è la fantasia dello Spirito Santo che chiede di rompere le barriere sociali della scontatezza e della quotidianità".
Sei stato definito un prete mediatico, capace di andare di fronte alle telecamere con molta disibinizione. Da Annozero a Mtv, fino ad un programma su Canale Italia: quanto è importante l’aspetto mediatico e quanto rischia di diventare una gratificazione per Marco più che per la sua testimonianza di sacerdote? "Come ci sono sacerdoti a loro agio in un confessionale, così ci sono sacerdoti maggiormente a loro agio di fronte ad una telecamera. E’ una questione di sensibilità. Il rischio ovviamente resta grande da almeno due punti di vista: il primo è quello che accennavi, ovvero glorificare la propria immagine televisiva, anche se devo dire che se il Signore vuole la mia felicità non vedo perchè non dovrei essere soddisfatto di me. In secondo luogo, la televisione spesso da un’immagine distorta della realtà: ad esempio io sono stato battezzato dai media come don Spritz, ma il mio sacerdozio non scompare nel momento in cui non frequento più le piazze padovane degli spritz. Vedi, io sono un figlio spirituale di Giovanni Paolo II il quale ricordava di usare questo mondo per la glorificazione di Dio. Ogni cosa, dalla coca-cola alla televisione, è un mezzo che può essere utilizzato dai figli della luce per glorificare Dio.
Questa è la mia vera scommessa sacerdotale".
E’ il Consiglio Pastorale di questa "parrocchia virtuale". A differenza di tanti altri ha potere esecutivo, non solamente consultivo. Da domani te li presento, uno ad uno. Partendo dalla giovinezza per arrivare alla vecchiaia.
Vengono da tante parti: da Bergamo a Forlì, da Milano a Lugo di Vicenza, da Calvene a Padova. Passando per Merano e terminando a Roma.
Dietro i loro volti si nasconde un incontro che Qualcuno aveva fissato per me. Il tempo di vederci, scambiarci due parole, condividere un sogno. E tutto è nato spontaneo perchè, senza volerlo, ci stavamo cercando.
Dai 6 agli 80 anni ci sta tutto l’arcobaleno della vita. Ci troverai ragazze bellissime e volti da incorniciare: d’altronde Dio è un fine intenditore di bellezze!
O meglio: nella bellezza mette nostaglia della Bellezza.
Te li presento.
*(Domani tocca ad Elena: la "ragazza immagine (e testa)" del mio sito)
Ti presento Elena
www.sullastradadiemmaus.net
Del mio sito è la modella:
acqua e sapone, intelligente e sportiva, riservata, affettuosa e solare. Non è solo bella (scusa, bellissima): sa anche pensare, ragionare e sognare. Oltre che far arrabbiare Col suo arco tirato, la sua mira appuntita e i suoi libri di latino e greco sotto il braccio… si sta giocando alla grande la giovinezza. Come faccia ad incastrare tutte le sue passioni, è un enigma che mi rimane tuttora irrisolto. Soprattutto quando la vedi con la testa fra le nuvole. Apparentemente!
Il giorno in cui la feci incontrare con l’altro modello (che vi presenterò prossimamente) pareva si conoscessero da una vita. Segno che la formalità non l’annovera tra le sue clienti. L’ho voluta nella mia squadra di governo perché tante sere a casa sua ho trovato un posto a tavola. Un sorriso. Una porta aperta in mesi terribili. Motivo sufficiente per non cancellare tutto il passato.
Lei è
Elena, ha 14 anni, frequenta il liceo classico e ha una vita da gigante davanti.
Se il buon giorno si vede dal mattino, sui suoi occhi splenderà presto il sole!
Ti presento Tiziana
www.sullastradadiemmaus.net
Incontri. La vita è un incontro. O, forse, una somma di incontri. Che Qualcuno fissa al posto tuo. Persone che, appena incroci, ti vien da dire:
“Scusi, ma dove ci siamo visti?”. Quando, invece, quel sorriso non l’avevi mai incrociato. Questa foto nasconde un incontro. Sia io che lei eravamo a Pompei per conto di un Altro. Per parlare di Lui. Per cantare di Lui. Non ci siamo cercati.
Quando scende dal palco le stringo la mano e le faccio i complimenti. Dopo tre parole mi dice:
“Sono innamorata di Maria di Nazareth”. M’è venuta la pelle d’oca.
Alea iacta est! Google mi ha aiutato a conoscerla: ha viaggiato per l’America e il Portogallo, ha cantato a Fatima, Lourdes e in Terra Santa. 10 cd all’attivo e un sacco di partecipazioni. Un fenomeno.
Mi son accorto che è anche bella. Come Elena. Allora ho capito che il mio Datore me le sceglie "in serie": potrei lamentarmi? Fallo tu al posto mio…
Lei è
Tiziana Manenti, cantautrice di Bergamo: nel mio sito ha portato voce, musica e testo.
Il resto è classe. Costanza e intelligenza.
Ti presento Giovanni Fofa
www.sullastradadiemmaus.net
Dopo il suo nome non ci va il cognome. Ma il soprannome: è una vecchia legge di vita che si tramanda di generazione in generazione. Lo conobbi da bambino, lo incontrai da ragazzo, mi affezionai a lui a sacerdozio avvenuto.
Il giorno della mia prima messa lo vidi in giacca e cravatta: non lo riconobbi nemmeno. L’avevo sempre visto con la tuta da lavoro, gli scarponi ai piedi, il bastone da far roteare.
Nel suo viso - impreziosito di rughe a suggello di ottanta primavere – si nasconde la poesia semplice della mia amatissima gente di montagna.
Nella casa dove vive, è nato. E ci morirà. Perché l’ostrica s’affeziona allo scoglio sul quale la fortuna l’ha gettata!
Lui è Giovanni, 80 primavere e altrettante estati. Professione:
malgaro in pensione. Del mio sito è il modello e il patriarca.
La moglie non è gelosa. Il motivo è presto detto: a maritarsi non ci ha mai pensato!
Ti presento I Piccoli Cantori di Merano
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Merano: teatro della prima impresa del mio amato Marco Pantani. Era il 1992: si partiva da Merano e si arrivava all’Aprica. Ma lassù adesso sono rimasti loro, i miei
Piccoli Cantori di Merano. Capitanati da Anna, la maestra, e da Matteo, l’animatore, scrivono, incidono e regalano sorrisi ai bambini di un lembo d’Africa lontana. A febbraio hanno cantato davanti al Santo Padre in Aula Nervi: il giorno dopo l’Osservatore Romano li ha messi in centro pagina. Hanno scritto un libro di preghiere: la prefazione porta la firma di Giulio Andreotti. Uno che, in chiesa, ne ha apprezzato la dolcezza. Il più piccolo ha sei anni, la più grande 14: in mezzo abita la fedeltà creativa della giovinezza.
Siamo stati assieme quattro giorni. Quanto è bastato per pregare, cantare e sorridere. Mi hanno regalato i testi delle loro canzoni. Io li ho voluti nella mia “parrocchia virtuale” per un semplice motivo: nelle loro note respiri la semplicità evangelica.
Nel mio sito li troverai alla porta di un uomo meraviglioso.
T’aspettano per accompagnarti.
E stupirti!
Ti presento Gigi e Rita di Arte Foto
www.sullastradadiemmaus.net
Dio prima li fa e poi li accoppia. Se li senti parlare ti pare d’essere sulla spiaggia di Aci Trezza, in fonte ai faraglioni, ad ascoltare il Verga tutt’intento nel parlarti de I Malavoglia. Cioè parlano della vita concreta. Semplice. La nostra vita di lassù. Se entri nella bottega – uno dei pochi laboratori rimasti (assieme a quello di mio papà) dove apprendere cultura – ti fai una domanda:
“Come si fa a fare quella foto”. Come si fa?! La risposta è nel genio. Nell’inventiva. Nella passione. Magari rimanendo appostati per ore e ore nell’attesa che la goccia, cadendo, accarezzi la superficie dell’acqua provocando una geometria di forme.
Hanno celebrato la Settimana Santa assieme ai miei ragazzi. Con una macchinetta in mano, la discrezione nei movimenti, il sorriso. Se guardi gli scatti intuisci che solo una persona in preghiera coglie la sfumatura di certi frammenti di secondo.
Loro sono
Gigi e Rita Abriani di
ArteFoto, abitano a due passi da casa mia e nel sito non sono i fotografi ufficiali.
Sono semplicemente maestri che mi raccontano vecchie usanze.
Raccomandando di non dimenticarle!
Ti presento Paolo, webmaster
www.sullastradadiemmaus.net
Chiesa strapiena di facce giovani. Mai messo piede: m’aveva invitato don Libero, parroco battagliero e indomito. Oltre che indomabile nella costanza.
Mentre tengo la catechesi noto un uomo con una telecamera. Con microfono. E cassetta di riserva. Tutto intento nella ripresa. Pensavo fosse stato mandato dalla Digos di Forlì.
Il giorno dopo scopro su internet che c’era la registrazione della lectio.
Cerco la sua identità su google. Lo chiamo per ringraziarlo della gentilezza. Parto da distante. Tanto distante. Lui capisce e mi dice:
“E’ un onore per me costruirti il sito”. Che gioia! Per me.
Sono mesi che, rubando le ore alla notte (e ritardando qualche cena a casa), cerca di concretizzare nel web la mia fantasia irrefrenabile. E c’è riuscito alla grande.
L’attenzione, la professionalità e l’ingegno sono parte di quel “centuplo quaggiù” che ho trovato come regalo del mio sacerdozio.
Lui è
Paolo Coveri, abita a Forlì (a due passi dalla riviera romagnola) e nel mio sito sarà il sacrestano-webmaster.