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L’identità
è
una brutta bestia

L’amore,
finito

Il sesso,
un’astrazione

Io
sono
una persona
semplice solare e sincera.


sabato 1 settembre 2018 - ore 11:34


guerra civile
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Epidemia o guerra civile. In fretta e furia tutti si sono rifugiati in un vecchio ospedale. Anche le mie due Lei. Dormono in una grande camerata con coperte e letti a castello. Dormono una sopra l’altra. Non si conoscono e non sanno di avere qualcosa in comune. Quando passo cercandole una mi riconosce e mi chiama. Per non dover rendere conto di niente all’altra distesa di sopra, mi fingo sotto shock e cammino avanti dritto. Sono effettivamente sotto shock. Ora mi guardano entrambe dal fondo della camerata. Probabilmente pensano che la guerra mi abbia danneggiato la memoria. E si sentono sole. Riguardo alla memoria sbagliano. Riguardo al sentirsi sole no.

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sabato 1 settembre 2018 - ore 11:25


orrore
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Lei esce dalla doccia. Solo ora noto cosa le sta succedendo. Non ha più traccia di peli. Nemmeno sulle palpebre. Ha qualcosa di un rettile. La pelle bianchissima è devastata di chiazze rosse. Lei vuole fare sesso con me, Mi provoca esibendo un diamante infilato nell’ano. Rifiutarmi sarebbe ammettere che sono spaventato da quello che le sta succedendo.

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sabato 1 settembre 2018 - ore 11:17


ritorno da zagabria
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Torno in moto vestito di jeans slavati, capelli lunghi e schiariti dalle giornate lunghe. L’autostrada scorre stretta e scavata in un paesaggio carsico. All’ingresso di casa un assembramento di persone, forze dell’ordine e ambulanze.
Chiedo cosa sia successo ad Alvaro Soler, da sempre mio dirimpettaio. Mi spiega che è morta la signora Valeria (?). Da sola. Deve trattarsi di una donna di cinquant’anni circa. Di origine spagnola di cui ho sempre ignorato la presenza. Non capisco perchè questa donna sia entrata nel mio condominio e nel mio inconscio.

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domenica 15 luglio 2018 - ore 13:11


tramonto al cimitero
(categoria: " Vita Quotidiana ")


I miei tre figli mi portano per mano in un cimitero su qualche collina nel Lazio. La luce è gialla e calda. Deve essere piena estate. I due maschietti sono vestiti di nero e la bambina di bianco. Io non mi vedo ma sono il padre. Vogliono farmi assistere ad un passaggio di consegne credo. Infatti uno dei due maschi passa all’altro - il figlio forse più introverso, forse il minore, forse il problematico - un fagotto nero. Potrebbe essere una pistola, una sella, o una fisarmonica. E dice che solo quando imparerà a donare sarà grande. Io e la bambina siamo il coro silenzioso di questa scena rituale. Il tutto trasmette tristezza e serenità allo stesso tempo.

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domenica 15 luglio 2018 - ore 13:03


orgia del mattino
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Nell’ostinato ricercare finisco all’entrata del club gay sotterraneo. E’ già quasi mattina, e le mie ore di libera clandestinità stanno finendo. Devo sbrigarmi a trovare quello che cerco, come una falena che sta per morire. La volontà di cercare è più forte della consapevolezza che lì non c’è niente per me. Ma è l’unico posto aperto. Entro, il gestore mi guarda stupito ma non troppo. E’ stato ricavato un giardino interno su quello che forse era un parcheggio. Sedie a sdraio blu in cerchio si stagliano sul grigio liso della pavimentazione. Una ventina di ospiti si sono attardati, nudi sudati e strafatti. Sto quasi per cedere alla rassegnazione di aver sprecato una serata quando noto in mezzo al cerchio di carne e sedie a sdraio delle presenze femminili. Una, forse la capogruppo è nel centro del cerchio e riceve le secrezioni del piacere degli altri. Altre si danno fare tra le sedie a sdraio per provocare tali secrezioni. La loro presenza fisica rotondeggiante compensa la magrezza scolpita dei corpi dei maschi. Nessuno nota la mia presenza. Ovviamente mi avvicino per partecipare ma il cerchio si stringe sempre di più, fino a tagliarmi definitivamente fuori. So che non potrò sfogarmi questa volta.
Dovrei essere frustrato, invece prevale la soddisfazione: ho trovato il posto che cercavo. L’esistenza del posto delle orgie dona senso al mio ostinato e clandestino ricercare.

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martedì 2 gennaio 2018 - ore 00:25


the Avanzi Orchestra
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Red Canzian che suona in piazza a Castelfranco è l’estrema e pericolosissima ratio di questa fine anno. Ma davvero non so cos’altro proporre a Lei che mi sta lasciando e che di progetti più costruttivi per la serata e per il futuro non vuole più farne. Durante il tragitto in macchina realizzo che la possibilità di incontrare l’altra Lei al concerto di Red Canzian è altissima. L’angoscia si tramuta istantaneamente in attenzione e stupore per ogni singolo dettaglio del tragitto. Qualsiasi area di sosta, distributore, insegna pubblicitaria diventa un rifugio per l’anima che vuole sfuggire all’ineluttabile incontro tra le due Lei. E’ in questo stato di coscienza che compare una piazzola perfettamente attrezzata. Sembra di trovarsi in Alto Adige invece che sulla statale castellana. Qui un gruppo di famiglie cinesi deve aver imbastito un cenone itinerante consumato prima della mezzanotte (o in accordo ad un diverso fusorario). Infatti rimangono solamente piatti bianchi quadrati, avanzi di riso e pesce di svariate forme e colori. Tutti gli oggetti sembrano brillare nel buio. I commensali stanno suonando in maniera perfetta i loro avanzi con le bacchette e creano così delle melodie e delle ritmiche inaudite, che comprendono anche dei toni inspiegabilmente bassi. Propongo alla mia Lei di fermarci ad ascoltarli. Inizialmente è solo un modo per sventare l’ineluttabile incontro che ci attende e la musica di Canzian. Lei mi asseconda rassegnata. Forse con la serena consapevolezza di arrendersi per l’ultima volta ai miei strani cambi di programma, perchè mi sta lasciando. Poi la musica e il colore degli avanzi ci conquistano. Si avvicina un cinese molto elegante, magro vestito di rosso che mi chiede insistentemente cosa vogliamo sentire ora. Io non so cosa rispondergli. Davvero non so cosa dire e in fondo temo che potrebbe volermi vendere un kit di avanzi musicali o chiedermi denaro per l’esibizione. Lui invece, fresco magnanimo e naturale, da ordine all’orchestra degli avanzi di suonare gelato al cioccolato di Pupo. lei mi guarda e sorride divertita. Io mi sento di nuovo al sicuro. Ed è passata così la mezzanotte.

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lunedì 18 dicembre 2017 - ore 18:28


la collega gola profonda
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Ai piani alti di un grattacielo di Manhattan so che in determinate occasioni ci sono delle stanze adibite al sesso orale libero e anonimo. Chi lo fa e chi lo riceve deve indossare delle bende nere. La benda che tocca a me non è stretta a dovere. E da sotto vedo che la bocca a me destinata è quella di una mia collega che mai avrei pensato si prestasse a questi giochi aziendali. La riconosco dai riccioli che spuntano da sotto la benda e dalla pelle voluttuosamente butterata intorno alla bocca. Questi sono gli unici dettagli di disordine umano nella stanza del sesso orale aziendale, completamente vuota e a strapiombo nella luce del mattino metropolitano. Per qualche motivo anche la mia collega riconosce me. E non so chi di noi due è più in imbarazzo.

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lunedì 18 dicembre 2017 - ore 18:28


la collega gola profonda
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Ai piani alti di un grattacielo di Manhattan so che in determinate occasioni ci sono delle stanze adibite al sesso orale libero e anonimo. Chi lo fa e chi lo riceve deve indossare delle bende nere. La benda che tocca a me non è stretta a dovere. E da sotto vedo che la bocca a me destinata è quella di una mia collega che mai avrei pensato si prestasse a questi giochi aziendali. La riconosco dai riccioli che spuntano da sotto la benda e risultano l’unico dettaglio di disordine umano nella stanza completamente vuota a strapiombo sul mattino metropolitano lucente. Per qualche motivo anche lei riconosce me. E non so chi di noi due è più in imbarazzo.

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domenica 29 ottobre 2017 - ore 09:52


there is no I in threesome
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Lei mi ha lasciato per andare a convivere con la sua migliore amica ed il fidanzato di lei. Qui è sottointeso che convivenza implica sesso di gruppo. Io sono pervaso di gelosia atavica e invidia primordiale allo stesso tempo. Mi presento a casa loro. Per reclamare non so cosa o per partecipare a non so cosa. Ma lui mi mette alla porta, la faccia rossa e ghignante. Sento le sue braccia bloccarmi e respingermi. Loro sanno benissimo che non la ho mai amata veramente. Ed è sottointeso quanto bene invece lei starà con loro due, assieme. Mi sento piccolo sporco e sbugiardato.

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martedì 29 agosto 2017 - ore 11:52


mix agostano: sperma infetto/casa vacanze/ricetta medica/bionda ridicola
(categoria: " Vita Quotidiana ")


1 - All’after sotterraneo compare una scultorea trans in microbikini fuxia. Nell’oscurità abbraccia tutti i presenti, o potrei esserci solo io. Quando viene il mio turno mi rendo conto di essere nudo. Durante l’abbraccio sento che la pelle di lei/lui è appiccicosa, soptrattutto sull’inguine. So che si tratta di sperma infetto da virus HIV e temo che per qualche miracolo balistico/gravitazionale potrebbe essere finito sulla mucosa del mio glande. Nonostante si sia trattato esclusivamente di un abbraccio.

2 - Nella casa vacanze mi attardo ad ascoltare la terza Lei mora con la voce profonda. Mi racconta di nozze alchemiche e depurazione del dna attraverso gli elementi. L’anima mia si rilassa. Ma con irrequietezza noto che i miei due amici molto diversi tra loro sembrano divertirsi molto in piscina tra chiacchere e nuoto. Mi chiamano. Vorrei unirmi a loro ma temo di troncare troppo in fretta la conversazione con Lei.

3 - Il mio dottore è cinese, ha cambiato studio e scopro con preoccupazione che ha una strana confidenza con la mia Lei. Scopro con sollievo che è semplicemente contento di aver trovato in Lei la destinataria di una vecchia ricetta dermotologica che il collega precedente aveva lasciato nello studio.

4 - Un’app o un reality mi portano a conoscere una donna esteticamente stupenda. Unghie curate. Pelle abbronzata. Boccoli biondi. Qualcosa in me però la trova ridicola e più cerco di coprire il ridicolo più la mia goffaggine con lei aumenta. Finisco col farla inciampare clamorosamente.

Exeunt scene, exeunt dosi da 8 ore di sonno. Enter insomnia.

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