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E poi Baricco e i classici.
E "Un cappello pieno di ciliege"

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e poi


e...


e ancora...


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Ricercato. Nero. Elegante. Di classe. Alla Audrey!

ORA VORREI TANTO...

Il mare...

un abbraccio...

Giovanni tra le mie braccia

un profumo...il suo.
Acqua di sale.

STO STUDIANDO...

...per l’abilitazione!

OGGI IL MIO UMORE E'...

alla ricerca e in silenzio...
ma dolce serenità per il dono dell’Amicizia

"La speranza scaturisce dal desiderio. Dal desiderio di amore, dal desiderio
di esprimere noi stessi, dal desiderio di libertà
. E in quanto più questo
desiderio è forte e nello stesso tempo, radicato, tanto più la speranza ha
la capacità di trasfigurare il futuro, di presentarcelo radioso,
infinitamente desiderabile
. Ed ha il potere di rasserenare il nostro cuore,
di placare le nostre ansie, di rendere sopportabile il presente e di
rafforzare la nostra volontà di combattere per realizzare ciò che
desideriamo
."



ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...







PARANOIE


1) doversi alzare da sotto il piumone alle 7 di mattina in pieno inverno
2) quando le uniche risposte ai tuoi sms sono gli addebiti...

MERAVIGLIE


1) Sentire che per qualcuno tu conti davvero
2) svegliarsi accanto alla persona che si ama
3) tremare dopo il primo bacio tanto desiderato...
4) Guardare negli occhi la persona a cui si vuole più bene in assoluto, vederla andar via e sapere che potrà accadere qualsiasi cosa tra di voi ma lei sarà sempre lì nel cuore...


"NON CERCARE UNA REGOLA,
PER GUARIRE QUELL’ANIMA,
ORA LASCIATI VIVERE...
CON ME"

Renato Zero


Queste pagine rappresentano più il desiderio di un cambiamento che altro...anzi, direi la volontà di vedere attuato tale cambiamento.


Voglio che qualcuno ti travolga,
voglio che tu leviti,
voglio che tu canti con rapimento
e danzi come un derviscio.
Abbi una felicità delirante
o almeno non respingerla.
Lo so che ti suona smielato,
ma l’amore è passione, ossessione,
qualcuno senza cui non vivi,
io ti dico: buttati a capofitto,
trova qualcuno da amare alla follia
e che ti ami alla stessa maniera.
Come trovarlo?
Beh, dimentica il cervello
e ascolta il tuo cuore.
Io non sento il tuo cuore.
Perchè la verità , tesoro,
è che non ha senso vivere
se manca questo.
Fare il viaggio
e non innamorarsi profondamente
beh, equivale a non vivere.
Ma devi tentare,
perchè se non hai tentato,
non hai mai vissuto.




comenasceunafarfalla



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venerdì 13 febbraio 2009 - ore 01:50


...lacrime...
(categoria: " Pensieri ")


Sono diversi giorni che penso di dover scrivere, perchè scrivere, per me, è terapia.
E io sono malata. E quando si è malati è di una cura che si ha bisogno.
Sono malata di un male che mi tengo dentro e che non sò nè voglio buttare fuori. Sono malata dentro, infondo, dove fa davvero più male.

Quello che ho capito, in anni di dialogo con me stessa, è che una parte di me non vuole essere curata e questa parte è, evidentemente, molto più forte di quella che tenta in tutti i modi di aggrapparsi ad ogni appiglio, disperatamente, per arrivare in superficie.

Conosco le cause, le origini, e conosco anche la cura. Paradossale.
Potrei prescrivermi la ricetta in ogni attimo e andare nella farmacia più vicina per iniziare e a stare meglio. Ma non voglio. Una parte di me non vuole...e per quanto cerchi di convincerla, lei vincerà sempre.

Dovrei rassegnarmi, forse.
Poi ogni mattina passo davanti ad un poster che recita: "Viviamo per vivere, non per prepararci a vivere."
Mi martellano nelle orecchie da due mesi almeno queste parole e in due mesi non è cambiato nulla. Forse è troppo presto. Troppo presto davvero? sono oltre 15 anni che io e me stessa ci confrontiamo su questo male.

Sarà che è notte fonda, sarà che ho una strana ansia addosso. Sarà che ho voglia di piangere e nello stesso tempo ho paura di far uscire le lacrime...

Ci sono tre posti dove vorrei essere adesso, oltre a qui, qui inteso come Roma, non qui uguale questa casa vuota.
Tre posti, adesso.

Al mare: silenzio, onde e pace. L’ultima volta che ci sono stata ho pianto, piangerei anche ora. Di sicuro.

Davanti a casa mia, cioè a casa sua, sul suo divano, che già dopo avere suonato quel campanello mi sentirei meglio. E solo per essere guardata dai suoi occhi, mi sentirei meglio, senza, forse, avere bisogno di versare lacrime ma se uscissero, lui saprebbe asciugarle. E capirle, soprattutto.

A Campoleone, con in mano un telefono e la possibilità di chiamare un numero, per farmi venire a prendere da qualcuno in grado di abbracciarmi e farmi sentire "arrivata", non alla stazione, ma a casa.
Ridicolo.

Di solito quando nascono serate così, alimentate da settimane, e anche mesi, di malessere, metto "Disarm" ed esplodo...piango fino ad addormentarmi e mi pare di essere in pace con l’universo...perchè le lacrime buttano fuori il male, lo sporco, il nero, il terrore, il brutto, lo sbagliato, il marcio, il falso, l’errore, l’orrore che ho dentro.

Stanotte non ho fatto partire quelle note. Sono già disarmata, lo sono da anni.
Forse da quella domenica pomeriggio quando il singulto non si fermva nel mio petto, e io ho iniziato a soffrire di claustrobia chiusa in quella stanza, per punizione, nel mio letto.

Quando avevo 3 anni ho rischiato di vedere soltanto per l’ultima volta le piastrelle di una piscina troppo grande per una bimba, e poi ho visto un angelo e ho vissuto, ancora.

E a volte mi sento ingrata per il dono che ho ricevuto perchè io mi sto ancora preparando per vivere, non sto vivendo.



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domenica 14 dicembre 2008 - ore 18:00



(categoria: " Vita Quotidiana ")


HO PAURA

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venerdì 28 novembre 2008 - ore 22:45


...luci...
(categoria: " Pensieri ")


Oggi è successa una cosa molto bella. Ho visto piangere il mio coinquilino e fino a poco tempo fa io nemmeno sapevo di avere un coinquilino. E fino a poco tempo fa non sapevo nemmeno di avere un amico.
E’ meraviglioso quando qualcuno abbassa le difese, quando dimostra di fidarsi, quando d’un tratto gli occhi si gonfiano e lui non si vergogna di manifestare ciò che vive, un’emozione autentica. Perchè i bambini suscitano solo emozioni vere e al di là di ogni rancore, problema, questione, i bambini e la loro innocenza generano sorrisi e dolcezza.
E oggi è stato così, in un pomeriggio di pioggia, lacrime.

E’ stato anche un giorno di silenzio, quasi totale. Un silenzio che lascia spazio al rumore di pensieri. E al battito del cuore che, tachicardico, sembra voler gridare qualcosa.

Adesso però il silenzio è stato in parte colmato, perchè magari manca una voce, ma quella dei miei alunni che lampeggiano su questo schermo è forte, limpida e chiara e mi da pace e mi scalda e mi riempie quel cuore che oggi fa gli scherzi e accelera per un pò di cacao.

Sono felice di avere un coinquilino. E sono felice di avere una vocazione all’insegnamento.
Sono anche grata per il silenzio perchè rimango convita che dica tanto, molto più di infinite parole.
Infine, sono serena perchè adesso sò che tutti i nodi vengono al pettine, sempre, basta aspettare.

Non ho fretta. Non ne ho avuta e questi giorni sono stati di rivelazione, dopo anni.
Ce ne saranno altri.

Oggi 28 novembre 2008, tutto sorride, anche io, tra le lacrime.



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lunedì 17 novembre 2008 - ore 03:48


Torno da ME!
(categoria: " Musica e Canzoni ")


E di chi sarà il coraggio allora se non sarà il mio
se si spegne quella luce resto io
di chi è la più profonda decisione
al di la dei sogni appesi ad una canzone
oggi riconosco il suono della voce di chi sono
e mi fido di un passato carico d’ingenuità
di chi va dallo stupore ad un’altra età

perchè quando sembra tutto poco chiaro
se mi fermo alla ricerca di un pensiero
scopro in uno specchio il cielo
è la geografia del mio cammino

da me, torno da me, perchè ho imparato
a farmi compagnia
dentro di me, rinasco e frego la malinconia
bella come non mi sono vista mai

io mai

fianco a fianco al mio destino scritto nelle linee della mano
l’uragano che mi gira intorno sono solo io
vedo la speranza in fondo a quell’oblio
il difetto è l’esperienza che non ho ancora
ma non me ne prendo cura, non ho più paura

da me torno da me, perchè ho imparato a farmi compagnia

dentro di me, ripeto una bestemmia una poesia,
bella come io non l’ho sentita mai, io mai
occhi dritti all’orizzonte, sull’asfalto lascio le mie impronte
cos’è la solitudine
cos’è
ho voglia di deciderlo da me
da me...
torno da me, da me per non andarmene più via

torno da me...
scopro in uno specchio il cielo
è la geografia del mio cammino
del mio cammino


torno da me...e a me!

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domenica 16 novembre 2008 - ore 15:12


...gelosia...
(categoria: " Pensieri ")


Stanotte avrei potuto riprendermi quello che mi spettava un tempo. Dopo un paio di prosecchi e un giro magico per la mia Roma illuminata, ceno e scopro che si vuole me, ancora, come un tempo.

9 anni che passano e corrono, e disfano ma creano, anche, e lasciano segni e ricordi e sensazioni.

Ancora una volta sono quella più matura, la persona speciale che si desidera accanto, che si desiderava allora...allo stesso modo; convenzioni e quieto vivere e la vita va avanti, i matrimoni si celebrano e i bambini nascono. E tu lo osservi dal di fuori e pensi che sei fortunata perchè temi e sai che la magia si estingue, prima o poi.

Ho aspettatto per 9 anni una notte come questa, ho aspettato per 9 anni che mi si dicesse che ero io, la prescelta, che ero io quella che avrebbe condiviso tutto, per sempre.
Il suo "per sempre" è arrivato alla fine...il mio magari sta per cominciare.

Perchè stanotte, mentre condividevo emozioni, sensazioni e ricordi e forse anche presagi, era a te che pensavo e tu pensavi a me.
"...smettila di baciare quel tizio..."
non erano baci. Era un addio.

Voglio te, che sei stato così amabilmente geloso anche lontano.
"...oddio, non mi hai risposto...allora era davvero così movimentata la serata..."
non era una mancanza di risposta. Era una domanda: mi vuoi, adesso?

Gelosa io perchè bevo un aperitivo con chi non sei tu e ti penso altrove, geloso tu che vedi un film e festeggi due mesi dicendo a me
"...ps I love you..."

Notte piena, di tutto e di niente.
I nodi vengono SEMPRE al pettine, basta aspettare.

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venerdì 14 novembre 2008 - ore 10:33


...come non amarlo?
(categoria: " Riflessioni ")


Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c’è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera, ed è per la precisione quando, per incomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine, una vera collezione di casi, e di assurdi - quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. C’è il sole, il sole della sera, e piove. Quello è il massimo. E non c’è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall’ansia, che di fronte a un’assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un’irrefrenabile voglia di ridere.
Poi magari non ride, veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere.
Perche è come una colossale e universale gag, perfetta e irresistibile. Una cosa da non crederci. Perfino l’acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull’orizzonte, non sembra neanche acqua vera. Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata. Per dire. Comunque acqua non regolamentare. Tutt’una generale e spettacolare eccezione alle regole, una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica. Un’emozione. Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite: esserci, quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. Almeno una volta, esserci.
- Baricco -

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giovedì 13 novembre 2008 - ore 02:33


...credere di meritare...
(categoria: " Pensieri ")


Ci sono immagini e flash back che la mia mente trattiene e a volte riemergono in momenti impensabili, senza che a legarli ci sia un filo logico. Mi chiedo quale sia il criterio selettivo perchè non sono affatto, in molti casi, scene di episodi significativi, sono assolutamente attimi normali, se è normale vivere.

Dove va tutto quello che siamo stati? dove siamo noi, quel noi che ci provoca ancora sensazioni così reali e tangibili?
Mi ricordo di mia madre che mi parlava dalla stanza a fianco, o di quando mi leggeva una storia: non mi ricordo quel racconto, o forse sì, ma di più riesco a percepire ancora quel calore, quella pace, quella ingenuità.
Vorrei, come lessi una volta, poter tornare a salire su una sedia per recitare una poesia davanti ai nonni.
Rivorrei quello. Quello che ero.
Non si può, lo sò.

Ci deve essere un limite. Un limite al sentire, al sentire questo dolore. Non lo cambierei per niente al mondo, non cambierei quest’anima che si sfregia facilmente, non muterei il mio pianto liberatorio...a volte vorrei che non facesse tanto male ma se non fosse così pungente e logorante, non avrei il privilegio di saperlo dire...se serve. E se è un privilegio.

Mi sono accorta che manco della semplicità.
Che non sò strutturare, che non ho una mente lineare, analitica.
Ho un groviglio che non sciolgo e ho troppe parole da dire.

Così non arriva il concetto e non espongo il mio pensiero. Non quello che a me appare immediato, dentro.
Forse si contamina uscendo, forse esiste solo laddove viene concepito, nemmeno partorito, è già oltre, ancora oltre il limite.

Ci sono dei limiti di sicurezza, dicono. Io sono al di là del limite: non al di qua, ancora in salvo, no, sono andata oltre e non me ne sono resa conto: ho attraversato i binari, nonostante il divieto, in un momento opportuno, quando cioè ho potuto scampare il pericolo, ma sono dove non devi andare se vuoi essere al sicuro, perchè finchè non risali quel marciapiede così alto, non sei al sicuro, ancora. E salire è difficile e non scontato.

Ho attraversato i binari, ho saltato l’ostacolo, ho toccato il cavo della corrente.
Ho abbandonato il bordo della piscina e mi sono lanciata, credendo di poter recuperare quel giocattolo che vedevo galleggiare nell’acqua, e invece sono scesa sotto, e l’ultimo ricordo sono le piastrelle azzurre e il buio.
E anche poche parole. Avevo 3 anni.
Da allora me ne sono stati regalati quasi 27 e ci penso spesso...sono salva.

Però cammino ancora proprio sul bordo...e mi sento così vacillante che non sò se rivedrò quelle piastrelle nè se reciterò le stesse parole, nè tantomeno se mi manderanno un angelo...

Oggi ho perso un angelo e ho paura. Uno dei miei preferiti, uno col viso paffuto di ceramica, ma sempre un angelo.

Un altro ricordo è una porta chiusa a chiave e una camera buia dove dovevo restare per punizione. I singulti mi facevano male e mi pareva che le lacrime, scorrendo, mi incavassero le guance.

Oggi mi hanno chiuso a chiave al buio.
Non voglio arrivare, se è troppo, ma vorrei almeno partire serena. Non scappare.

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martedì 11 novembre 2008 - ore 08:08


Ieri sera scrivevo così...poi qualcuno mi ha portata al mare...
(categoria: " Riflessioni ")


Se avessi qui la macchina ora uscirei ben vestita e con una sciarpa calda addosso guiderei fino al mare. Io non sò forse la strada ma la troverei, la dovrei trovare a tutti i costi: ho voglia e bisogno di andare al mare.
Ho bisogno di camminare e sentire quel rumore e quel profumo, quel battito incessante, quella calma meravigliosa...

Ho imparato ad amare il mare solo di recente...e me ne dispiace, o forse si apprezzano le cose quando è il momento opportuno, non prima, non dopo, adesso.

Inspirare ed espirare e sentire che riesci a respirare a fondo, a fare girare l’aria, ad ossigenare tutta te stessa. Non ci sono filtri, non ci sono blocchi, l’aria passa, entra, purifica, porta via con sè qualcosa, tutto o niente, molto o poco...
Le orme sulla sabbia svaniscono ma tu non conti i passi e non temi il tempo che è necessario per arrivare...il vento ti tocca, ti scuote, ti segna ma non ti sposta, ti lascia lì a goderti il freddo che taglia, il rumore che ti culla...

Non hai più paura di dire chi sei, al mare. E’ ansia di andare via, paura di restare: se parti lasci, se resti ricordi.

Al buio il mare mi fa paura, è immenso, è sconfinato, è capace di inghiottirti e non lasciare più traccia...

Se avessi la macchina qui o se questo forte, fortissimo desiderio mi fosse preso due ore fa, sarei partita...ma il mare, col buio, mi fa paura.
Eppure se prendesse me e quello che mi fa male, tutto svanirebbe e domani, all’alba, non sarebbe che sabbia sotto le onde...per sempre. Per sempre sepolto...quel male.

Ho imparato ad amare il mare da poco, a capirlo di recente, ma confido in lui e nella sua immensità da sempre...potrebbe prendersi il male, potrebbe portarselo via, potrebbe seppelirlo altrove...

E’ guardarlo e non scorgere una fine.
E’ rimirarlo e voler mettere fine.
E’ sentirlo e capire che è finita...quello che eri non sei.

E’ capace di farti ricominciare, il mare. E’ sempre lì, non si esaurisce. Vai e non ha orari...e non perde il suo silenzio, non manca di parlarti, tuttavia; non mitiga il dolore, forse lo acuisce ma ti ascolta e tu sei libera di dire, di gridare, di confessare quello che ti fa male.

Poi pensi che se non avessi quel peso dentro non sapresti apprezzare quel senso di infinito che l’acqua salata ti genera perchè è lì che un giorno butterai tutto...tutto quello che hai permesso ti accadesse...

Ma ora non ho la macchina e fuori è buio...

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domenica 9 novembre 2008 - ore 18:43


Vieni travolto, e basta.
(categoria: " Pensieri ")




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sabato 8 novembre 2008 - ore 11:47



(categoria: " Vita Quotidiana ")


L’uomo non sà perchè si innamora. L’uomo viene travolto e basta.

Già.



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