1) Dimenticare 2) il tempo sprecato ... l'invincibile senso di inconcludenza 3) ...aprire il vasetto e vedere che è finita la Nutella.....
MERAVIGLIE
1) vedere ogni giorno una nuova alba 2) guardare il cielo stellato con a fianco qualcuno di speciale... 3) LA MUSICA...... È QUALCOSA DI VERAMENTE STRAORDINARIO, CI RENDE FELICI, CI FA SORRIDERE, CI FA PIANGERE, CI FA PENSARE..........
4) ... l'instabilità del caso ... sapere che vivere nn è una teoria matematica e in ogni attimo tutto può essere rivoluzionato anche da una semplice frase... 5) il tramonto su una spiaggia bianca con il rumore del mare e il sottofondo musicale lounge 6) Sentire che per qualcuno tu conti davvero
Chi siamo veramente? Intendo noi blogger, quelli che passano un po’ di tempo della loro vita davanti ad un computer, non per lavorare, ma per scrivere a qualcuno, per qualcuno; quelli che sono contenti quando si accorgono che i loro messaggi arrivano a destinazione e suscitano pensieri, sentimenti, pareri favorevoli, dissensi, a volte provocazioni (anche qualche insulto, per la verità, ma fa parte del gioco, vero Peppe?), altre un semplice saluto, attestato di una visita fugace, frettolosa, ma comunque significativa.
Siamo un po’ come gli adolescenti di una volta, che tenevano nel cassetto tra la biancheria intima un diario segreto, custodito gelosamente, ma in realtà animato dalla speranza che qualcuno potesse leggerlo… Anche il blogger tiene un diario, solo che è pubblico: rimossa l’ipocrisia, cerca la comunicazione. Ecco, definirei il blogger un comunicatore, ma un comunicatore vero, non un manipolatore mediatico senza contraddittorio, come sembra andare di moda oggi. D’altra parte “comunicare” significa “mettere in comune”, “partecipare”. Il blogger ha delle priorità: per lui prima viene l’esigenza, l’atto del comunicare in sé e per sé, poi l’oggetto, il contenuto della comunicazione, infine il soggetto della comunicazione, ossia se stesso. E’ proprio questo a rendermi simpatico un blogger: la sua mancanza di egoismo, il suo darsi senza mostrarsi. Una rarità, in tempi di forsennata ricerca di look vincenti.
Qualcuno dice che è una comunicazione monca quella che fa a meno del contatto personale, di uno sguardo, di una stretta di mano. Forse, ma io vedo tanta falsità anche nei rapporti ad personam: in realtà, ci nascondiamo sempre, indossiamo tante maschere pirandelliane che moltiplicano il nostro io per tutti quelli che ci conoscono, al punto che neppure noi sappiamo più chi siamo veramente. Nel blog non ci preoccupiamo del nostro aspetto, di come siamo vestiti, dei gesti, della mimica: siamo soli nella nostra intimità e nello stesso tempo in contatto con gli altri.
Eppure, qualcosa di noi lasciamo, frammenti di quotidianità, tracce di gusti inconfondibili, sprazzi rivelatori di personalità e passioni: nei colori, nelle immagini, nei box emerge quello che siamo forse più che in un incontro a tu per tu.
Nel blog ci sentiamo liberi di esprimerci e quindi di essere”.
E tu che mi leggi a fare???
Descrizioni, narrazioni, idiozie, risate e umori miei.
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