Kiyoaki
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NICK: Kiyoaki
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CITTA': Metropolis
COSA COMBINO: passeggio nella mente
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MERAVIGLIE

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“Così intravidi un altro sole, diverso da quello che per lungo tempo mi aveva concesso i propri benefici, un sole saturo delle fiamme di un'oscura passione, un sole che non bruciava mai la pelle, che aveva un fulgore ancora più strano: il sole della morte. ”

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domenica 2 ottobre 2005
ore 02:47
(categoria: "Vita Quotidiana")


Vicinanza

Non siete demoni, oscuri spettri che in legione muovete verso l’angolo proibito.
Siete fanciulli diafani che cercano la Luna in una voce spenta, piccole fiammelle che ascoltano la sete nel silenzio.
Il vento del ricordo ormai coperto di licheni, libera al passato la prigione.
Lascia l’angoscia dimenticare sé stessa stingendo nell’acqua limpida del fiume superstite.


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giovedì 8 settembre 2005
ore 10:21
(categoria: "Vita Quotidiana")


Riposa in pace

È più forte della tortura
E dell´ingiustizia
Delle fabbriche e dei tribunali
Più forte del mare e del tuono
Più forte del terrore
Più forte del male
È più forte la voce dell´uomo
Più forte del vento
Della vita e del tempo
La voce dell'uomo
Quando chiama gli rispondo.


Sergio Endrigo 1933 - 2005


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martedì 16 agosto 2005
ore 19:51
(categoria: "Vita Quotidiana")


Vita Quotidiana
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Vita Quotidiana.
Vita Quotidiana.


La ripetizione uccide il senso.
Da qui ogni speculazione è legittima e porta, se spinta a fondo, alla circolarità dell'universo, alla liquidità dei suoni e al silenzio determinato dalla profondità del nulla.


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martedì 2 agosto 2005
ore 16:22
(categoria: "Vita Quotidiana")


Bestemmia

Nei forum non si può bestemmiare. Ora c'è un piccolo e tenero insulto nei confronti dell'onnipotente che è sbocciato nella mia corteccia cerebrale e cerca disperatamente, come un tenero virgulto che vuole penetrare la dura terra di fine inverno per avviare la primavera, di uscire.
Non si tratta di una critica nei confronti del presunto creatore o demiurgo che sia, né tantomeno di un atto di ribellione verso il potere costituito, rappresentato in ultima analisi da dio ("de deo rex et de rege lex").
Si tratta altresì di un'esclamazione di desolata impotenza, dell'espressione violenta e acuminata di uno scoramento senza rimedio. La stupidità è un nemico troppo forte.
Questo pargolo di otto lettere si è mosso attraverso sinapsi rapide come l'assalto del predatore, si è scomposto come un motto delle cheerleader e fluendo mescolato e occultato ai globuli rossi in costante movimento per ossigenare adeguatamente il mio corpo d'atleta, si trova ora a premere sulla punta della dita. Cerca di trasferirsi per osmosi nella lieve e coordinata pressione di una certa sequenza di tasti, per rendersi visibile al mondo diffondendosi attraverso la rete. Resistere è impresa impossibile, ma altrettanto inadeguato sarebbe, per incuria o pigrizia, permettere che vedesse la luce, perché così sarà, è scritto, in un luogo inadatto e ostile, come in una relazione tecnica in lingua inglese, o su un modulo di richiesta di ferie, o addirittura su un telegramma di condoglianze. Perciò, allestito con parole accoglienti un dignitoso giaciglio, il mio corpo tutto esclama: PORCODIO!!!!
"L'inferno è l'impossibilità della ragione"



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martedì 12 luglio 2005
ore 13:06
(categoria: "Vita Quotidiana")


Leggi speciali

Come presumibile, l'intellighenzia del nostro governo, cioè una masnada di imbecilli fascisteggianti, di ignoranti cronici con la camicia verde ammanicati a un branco di affaristi ladri, è arrivata a proporre le "leggi speciali" contro il terrorismo.
Che dire, un sano provvedimento fascista che il potere persegue, agitando lo spauracchio del terrorismo, per dare un ulteriore giro di vite alle libertà personali in questa Italia mezza lobotomizzata...cosa si otterrebbe? Null'altro che l'aumento della paranoia collettiva e dei sentimenti di odio verso i "presunti nemici", che in tempo di psicosi generalizzata sono tutti i diversi...
Posto questo editoriale di Giuseppe Genna sull'argomento.

Italians do it better

Ci siamo. Ciò che era preconizzabile, si appresta a realizzarsi anche in questa desolata landa che altrove abbiamo ciclicamente definito un Paese di merda. Dunque sulla scorta delle analisi delle intelligence occidentali tutte, risultando inevitabile un attentato in Italia delle dimensioni di quelli consumati a Madrid e Londra, si alza qui da noi un coro di voci interessanti a chiedere l'applicazione di leggi speciali e, addirittura, dello stato di guerra. I coristi più acuti sono l'eterno ex ministro ed ex presidente Francesco Cossiga e il per nulla eterno ministro Roberto Calderoli. Voci stonate? Non tanto, secondo l'estensore di questo intervento. Bisognava pensarci prima. E' proprio il caso di ufficializzare lo stato di guerra, se questo popolo, che si affligge perché può andare sul bagnasciuga riccionese solo con le cambiali, ancora non si è accorto che in guerra ci siamo, e attivamente, dal 2001. Abbiamo soldati in Afghanistan e divisioni in Iraq, a seguito delle scriteriate reazioni dell'amministrazione Bush ai massacri dell'11 settembre. Non so se ve ne siete accorti: siamo davvero in guerra.

Cossiga sa, poi, quel che dice: è l'uomo delle leggi speciali in Italia. Ha esperienza. Si dice che il terrorismo italiano è stato sconfitto dal protocollo che portò il suo nome. Sa cosa possiamo fare noi italiani e sa come non farcelo fare. Per esempio: la strage di Bologna. Per ora, più morti delle quattro bombe londinesi. Italians do it better. Abbiamo i nostri motivi di orgoglio nazionale, noi.
Qualcosa, tuttavia, sembra preoccupante nell'invocazione di simili emergenze legislative, e non soltanto perché è l'ex "ministro K" ad avanzare la proposta. C'è, soprattutto, il fatto che abbiamo un premier che si chiama Silvio Berlusconi. Quante volte si è gridato al lupo, dipingendolo come un dittatore, quando l'amara verità è che si tratta di un leader democratico eletto dalla maggioranza degli italiani? Certo, abbiamo molti motivi per denigrarlo e preoccuparci: è un esteta brianzolo circomfuso da un fumus processuale inquietante, uno che fu iscritto alla loggia di Licio Gelli - ma il punto è che che questo imprenditore che ha fatto, chissà come, tanti dané, agli italiani piace. Lo hanno spedito a Palazzo Chigi non una, bensì due volte. Non era davvero il caso di dire che si trattava di un apostata della democrazia, uno che aveva stracciato il già fragile legame repubblicano a colpi di controllo mentale televisivo, aderendo alle più incredibili cosche parlamentari della cosiddetta Prima Repubblica. Molti censori di destra urlavano sopra chi urlava che Berlusconi metteva a rischio la democrazia. Ebbene, con l'eventuale proclamazione delle leggi speciali, il premier diventerebbe non forte, ma fortissimo. Cosa significheranno simili provvedimenti di urgenza? Sospensione delle elezioni? Polizia politica? Revanscismo razzista? Una soffusa pulizia etnica? Improbabile ma - si colga bene questo punto - non più impossibile. Una democrazia in stato di emergenza non è più una democrazia. La legalità sospesa in certi àmbiti annulla l'idea stessa di una legalità garantita dal controllo democratico. Diciamo che certi giudici stanno sul gozzo al premier - cosa può succedere nel momento in cui egli può disporre di un potenziale di intervento che esula dalle norme democratiche? E' più facile con o senza leggi speciali eliminare avversari politici e tacitare l'opposizione?
Del resto, la strategia antiparlamentare e antidemocratica è più che esplicita, nelle palmari e idiolettiche parole dell'attuale ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, uno dei vessilliferi della Lega sopravvissuti all'oscuro collasso cardiocerebrale di Umberto Bossi. Calderoli, non pago di avere proposto l'introduzione del calderolo al posto dell'euro, in quel contesto volkisch e paramilitare che è la pittoresca adunata di Pontida, ce l'ha fatta a svolgere un autentico sillogismo, mentre avanzava l'idea della conclamazione dello stato di guerra. Dice il Calderoli che, proposte in Parlamento, queste benedette leggi speciali sicuramente non passerebbero, perché l'opposizione farebbe muro. E allora perché non dichiarare direttamente lo stato di guerra? Così non bisognerebbe consultare deputati e senatori per indire leggi di emergenza! Eureka! Neanche Etabeta. A cosa serve la democrazia? E' una lungaggine! Che palle il Parlamento! Che storia demodé questa roba della rappresentanza! Perché non passare direttamente alla monarchia? E' molto più agile! Perché addirittura non fare richiesta per diventare il 53° stato degli USA? Cos'è questa ipocrisia che l'Italia avrebbe potere di decisione, quando è chiaro che facciamo quello che vuole Bush ormai non più jr? Perché l'euro, quando possiamo utilizzare il dollaro come moneta nazionale (questa, davvero, Calderoli l'ha proposta nei giorni scorsi)?
La sospensione, seppure temporanea (già, ma temporanea fino a quando?), dell'ordine di legalità democratica è uno degli stadi che preludono storicamente alla dittatura. Se uno compie un cortocircuito tra le Torri Gemelle e il verde paramilitare di Pontida, ha precisa la situazione dell'incendio autoprocurato al Reichstag e delle frange dei corpi franchi targati NSDAP. E' tutto inquietante e ridanciano, secondo il costume italiano. Del resto, siamo una nazione che ha pensato di permettere a un pelato romagnolo di imitare l'impero dei Cesari, con tanto di bizzarre parate e simbologia non distante dai giuramenti pagani e dalle ampolle di acqua sacra.
Sia poi chiaro che le leggi speciali, anche ammesso (ma, davvero, non concesso) che abbiano avuto questa rilevanza decisiva nello sconfiggere le BR e il terrorismo italiano, non possono esercitare alcuna efficacia nella situazione in cui si trova l'occidente minacciato da attentati di matrice islamica. C'è una differenza enorme, di quantità e qualità, tra un terrorismo nazionale e un terrorismo internazionale. La circolazione di esplosivo, agenti operativi, agenti in sonno, armi, piani e comunicazioni non è assolutamente confrontabile con quella (topica e predigitale) di cui brigatisti e NAR si trovavano a disporre. Da pochi mesi l'Inghilterra aveva introdotto un pacchetto di leggi speciali, talmente restrittivo delle libertà personali da fare gridare allo scandalo. Abbiamo misurato l'efficacia e i risultati di un simile indirizzo "politico".
Infine, va detto che ora come non mai si dà che "lo stato d'eccezione è la regola": la geniale intuizione con cui il filosofo Walter Benjamin rovesciò le oscure profezie di Carl Schmitt. In una simile situazione, con allarmi generalizzati che ormai hanno devastato l'apparato emotivo di intere nazioni (la reazione fredda degli inglesi, dopo le bombe di Londra, è secondo me ascrivibile più all'abitudine a un terrore atmosferico che a un genoma anglosassone), è perfettamente ipocrita sostenere che non si è de facto in un regime di sospensione delle garanzie democratiche. Se un Paese è in guerra e sostiene di essere in missione di pace, ciò è possibile perché lo stato d'eccezione è diventato regola.
Sta a noi ripristinare la regola democratica, e ricacciare l'eccezione nella memoria offuscata delle trascorse dittature.


da www.carmillaonline.com LINK


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giovedì 7 luglio 2005
ore 13:57
(categoria: "Vita Quotidiana")


Attentato

A quanto pare, la rete terroristica islamica ha colpito ancora. Un'altra volta in Europa, dopo Madrid.
Ora partirà la solita psicosi da bomba, con i soliti duri-con-le-palle che inizieranno a tuonare contro mussulmani o presunti tali, che poi se anche non sono affiliati ad Al Qaeda comunque violentano le ragazzine e spacciano la droga, e per fortuna che adesso il governo farà una legge che se uno mi entra in casa per rubare gli posso sparare...

Verrà il turno dell'Italia. E se i terroristi decideranno di darsi da fare, certo che qualcosa riusciranno a combinarlo, come hanno già ampiamente dimostrato.
Inutile lamentarsi, ogni cosa ha un prezzo e, a quanto pare, il prezzo per decenni di connivenza o aperto sostegno all'imperialismo USA fino l'occupazione arbitraria dell'Iraq, ha come prezzo qualche vita umana strappata in modo orribile.
Credo che i governi coinvolti abbiano fatto bene i loro conti, e siano giunti alla conclusione che è un prezzo ragionevole.
Del resto, non si può pensare di saltare sui coglioni di qualcuno senza che questo si incazzi...o si fotte il governo, o si aspetta pazienti il nostro turno...


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domenica 3 luglio 2005
ore 19:08
(categoria: "Vita Quotidiana")


Notte in banca

Non c'è stata la presa di Gerusalemme, se è per questo, ma ho incontrato svariati personaggi deliranti. E non ci sono stati nemmeno gli autobus fottuti. Le vie deserte di Albignasego sembravano i boulevard di Parigi, un pezzetto dopo l'alba. Per una volta questo paese pacchiano ha avuto un momento di gloria, anche se soltanto nel mio cervello. Ma il tortuoso percorso camminando nei recessi delle brecane è stato indimenticabile: il dio dei campi, incarnato in un gatto bianco mi ha concesso il passaggio in cambio della promessa di dire che la campagna veneta non è poi una merda così clamorosa, a volte.
Estinto il debito, posso ritenermi ragionevolmente soddisfatto, pur se prostrato.



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giovedì 30 giugno 2005
ore 09:43
(categoria: "Vita Quotidiana")


GP2

Questa mattina ho sentito che il Vaticano ha avviato le pratiche di ebetificazione di Giovanni Paolo II, quel personaggio biancovestito tremolante e farfugliante che qualche mese fa infestava quasi tutti i televisori, per lo meno quelli accesi. Non ho dimestichezza con le faccende ecclesiali, a parte qualche reminiscenza del catechismo infantile, ma credo si tratti di una complicata procedura di imbalsamazione. Sarebbe molto carino che, una volta defunto, Santa Madre Chiesa applicasse lo stesso trattamento al vecchio amico di famiglia ritratto qui sotto.




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venerdì 24 giugno 2005
ore 16:29
(categoria: "Vita Quotidiana")


Sincerità

Cercando di tradurre questo vocabolo in atto, non più solamente in potenza. L'immagine più immediata, più libera dalle anguste costrizioni della pâle raison , è il volto che si specchia, osserva sé stesso. Scruta e si insinua con metodico accanimento in ogni poro, ingrandisce ogni dettaglio fino a trovare una strada verso il bianco delle ossa. Ferocemente si concentra sull'immagine riflessa, nella luce cupa di un'ora qualunque di un giorno qualunque. E continuando spietato nell'esercizio fino a quando la pelle inizia a ritirarsi, gli occhi a seccarsi e la luce arretra verso il ventre del cervello finché, nella dissolvenza, la disperazione raggiunge finalmente l'ipostasi perfetta. Il cranio, perfettamente spolpato, liberato da ogni tessuto superfluo, riunisce nell'ombra delle orbite vuote ogni fugace prospettiva e ogni vano desiderio.



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lunedì 20 giugno 2005
ore 13:40
(categoria: "Vita Quotidiana")


Sorgere dal centro dell'abbandono

La casualità rimbombava nel cranio con l'incessante ritmica dei tamburi di guerra. Ezra ricordava quei fragori che precedevano le scariche di fucileria. Ricordava l'odore maschio di polvere e sangue che invadeva le prime linee insieme con le grida e i lamenti. Ricordava distintamente, come se quelle scariche lo colpissero ripetutamente in luoghi della sua mente che non gli appartenevano più da generazioni.
Si alzò lentamente, concentrando la propria attenzione in un punto all'orizzonte, che era poi semplicemente il crinale della collina solcato dalla strada.
Riprese il controllo di sé, l'oscurità aveva ripreso morbidamente a scendere e quello che era accaduto in quel frangente era stato sigillato in una scatola di sicurezza.
I passi ordinati restituendo coordinazione ai suoi pensieri rinfrancarono il vigore della volontà. Ma chi avesse visto i suoi occhi sarebbe rimasto profondamente turbato dal vuoto che richiamavano.


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