"a parte che, in confidenza, mi vien da piangere. aaaahhhh mi son presa troppe cose da fare (e non ho ancora finito di dire di si...). ma poi alla fine non è che siano poi tante, è che mi pare di avere lacqua alla gola, il fiato di altri addosso e di non essere allaltezza di fare le cose. tutto con un certo tempo... daccordo che la velocità è un punto critico di successo (a volte sono veramente veloce eh, mi stupisco pure io della mia impulsività) ma ... si, mi tocca dire che non ho abbastanza tempo (che tristezza) sto tempo che si mangia i minuti, i suoi figli.... cronos si mangia i suoi figli... ma ti pare una cosa da fare? leremita... leremita cazzo dovevo fare!!!!! e io lo dicevo alle superiori. lo dicevo che volevo fare leremita!! altri: "cosa vuoi fare da grande?" io: " leremita!" altri: " la Laura... la solita!!" (la solita?? la solita che???)
e adesso come adesso sento la necessità di isolarmi. (no scusa... ho scritto necessità??? ho scritto necessità??? oh cazzo. io odio sta parola.... ommioddio, ho scritto necessità??) bah... vado a periodi sai, sono stagionale. mi son resa conto di avere una certa scadenza. una scadenza. poi mi butto via. ahahaha uaaaaaa, sono in versione poetica... una poesia romantica ovviamente. romantica, nel senso di romanticismo, nel senso di corrente letteraria. cioè... te ghe capio insomma!
ma sai che sono anche contenta. eh ciò, mi pare importante da dire. si, sono contenta. lamentarsi ogni tanto non fa male. forse mi cerco delle cose da fare proprio per lamentarmi e sentirmi più interessante. che sia così? ahaha ma si, sarà così. comunque sono contenta perchè alla fine la gente si fida di me. mi vuole bene. io sento che la gente mi vuole bene, e anche se sono stagionale, chi mi conosce sa che ritorno in piombo, e mi vuole bene lo stesso. o forse sarò che conosco solo persone fantastiche e mi sorridono. mi sorridono Oriano, mi sorridono, ed io mi innamoro di loro. mi basta un sorriso e mi innamoro. [ma poi mi passa. ahaha.. alla stessa velocità]. una gaussiana. ragiono a gaussione, e nel grafico a volte non tengo conto della variabile velocità perchè non è misurabile, è troppo labile. poi a volte non ci sono. e quando torno, per chi ritorno e per chi mi riaccetta, è di nuovo una conquista. ciclicità.
Oriano, che te ne pare di questa mail? bah, avevo voglia di confidenze. di giustificarmi. di odiarmi ancora una volta in primavera. non sono poi così misteriosa.
tu Oriano, mi racconti qualcosa? mi dispiace quasi di mandarti una mail del genere, di solito io ascolto. adesso però mi va di ascoltare me, spero non ti dia fastidio. anche ieri alle macchinette ho parlato io al mio collega. secondo me sono risultata piuttosto noiosa, ma che vuoi, ogni tanto ho bisogno di prendermi dello spazio nel tempo. (e qua... e qua... ) "
il calore del sangue - Némirovsky
(categoria: " Vita Quotidiana ")
"Il ricordo degli anni passati riaffiorerebbero più spesso, se solo volgessimo lo sguardo verso la sua sublime dolcezza. Invece gli permettiamo di restare sopito in noi, o peggio di morire, di deteriorarsi, tanto che gli slanci di generosità che proviamo a vent’anni in seguito li bolliamo come ingenuità, dabbenaggine… I nostri amori, puri e ardenti, assumono l’aspetto turpe dei piaceri più vili. Quella sera a ritrovare il passato non era solo la memoria, ma anche il mio cuore. Quella collera, l’impazienza, la fame di felicità mi erano note. Eppure non era una donna in carne ed ossa ad alterarmi, bensì un’ombra, fatta della stessa sostanza dei miei sogni. Un ricordo. Niente che si possa toccare, o che sia calore: e di quale calore vuoi avere bisogno, vecchio essere dal cuore secco? Guardo la mia casa e ne rimango sconvolto. È mai possibile che proprio io un tempo tanto ambizioso, tanto dinamico, viva in questo modo, trascinandomi giorno dopo giorno dal letto al tavolo e di nuovo alletto? Come posso vivere così? Ho smesso d’esistere. Non ho più pensieri, non ho più amori, né desideri. A casa mia non ci sono giornali o libri. Mi addormento davanti al caminetto, fumo la pipa, accarezzo il cane. Chiacchiero con la domestica. Tutto qui, non c’è altro. Torna, giovinezza, torna. Parla attraverso la mia bocca."
" A vent’anni qualcuno fa irruzione nelle nostre vite, Si, uno sconosciuto, esuberante e alato, radioso, che ci accende il sangue, ci devasta la vita e se ne va, svanisce. Ma io voglio farlo rivivere, quello sconosciuto. Ascoltalo. Guardalo. Non lo riconosci? Ricordi il vasto corridoio bianco e freddo, il tuo vecchio marito (non Francois, ma il primo, morto da tanto tempo e il cui nome ormai non viene più pronunciato) nel suo letto, con la porta della camera socchiusa perché era geloso e diffidente, e io e te che ci baciavamo, e l’ombra proiettata dalla luce della lampada sul soffitto, l’ombra che a volte rivedo in sogno, che credevamo fosse me e te insieme? In realtà non era nessuno di noi due, ma il volto dello sconosciuto, simile a noi, diverso da noi e scomparso da così tanto tempo! "
ecco, lo sapevo. ho fatto l’ennesima cazzata!! ma uffa. ho proprio problemi nel creare relazioni, che ci posso fare. non riesco mai a giocarmi le carte giuste. ed è troppo tardi. che vuoto. piango. aspetto. la fine. per riiniziare. ma manca poco per rialzare la testa. lo so.
mi hanno insegnato che sebbene noi vorremmo delle risposte dagli altri, non sempre ci vengono date. e non si può fare altro che aspettare, fregarsene, e dimenticare.