


NICK:
MATOHOTA
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ETA': 00
CITTA': SICANGU TIPI
COSA COMBINO: WICHASA KSABYAHAN
STATUS: sistemato
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le nuvole nel cielo
HO VISTO
STO ASCOLTANDO
lerba crescere
ABBIGLIAMENTO
del GIORNO
ORA VORREI TANTO...
Grande Spirito, la cui voce sento nei venti ed il cui respiro da vita a tutto il mondo, ascoltami. Vengo davanti a Te, uno dei tuoi tanti figli. Sono piccolo e debole. Ho bisogno della tua forza e della tua saggezza. Lasciami camminare tra le cose belle e fa che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro. Fa che le mie mani rispettino ciò che Tu hai creato, e le mie orecchie siano acute nelludire la tua voce. Fammi saggio, così che io conosca le cose che Tu hai insegnato al mio popolo, le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia. Cerco forza, non per essere superiore ai miei fratelli ma per essere abile a combattere il mio più grande nemico: me stesso. Fa che io sia sempre pronto a venire a Te, con mani pulite ed occhi diritti, così che quando la mia vita svanisce come la luce al tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna.
IN QS PERIODO STO STUDIANDO...
OGGI IL MIO UMORE E'...
ORA VORREI TANTO...
ORA VORREI TANTO...
ORA VORREI TANTO...

PARANOIE
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MERAVIGLIE
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Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi, lintenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini. Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle, quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano. tutte queste forme di vita, anche il più sottile filo derba e il più possente degli alberi, formano con noi una grande famiglia. Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra
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sabato 18 settembre 2004
ore 09:17 (categoria:
"Pensieri")
Preghiera Sioux
Wakan Tanka, Grande Mistero, insegnami come fidarmi del mio cuore, della mia mente, delle mie conoscenze profonde, dei sensi del mio corpo, della benedizione del mio spirito.
Insegnami a fidarmi di queste cose così potrò entrare nel mio Sacro Spazio e amare oltre la paura, e così camminare nella Bellezza con il passare di ogni glorioso sole.
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mercoledì 15 settembre 2004
ore 10:11 (categoria:
"Vita Quotidiana")
Regole di vita SIOUX
· Prenditi cura della Madre Terra e dei altri tre colori dell'uomo
· Rispetta la Madre Terra e il Creato
· Onora tutta la Vita e fallo con Onore
· Sii grato dal cuore per tutta la Vita: è attraverso la Vita che c'è Sopravvivenza
· Ama ed esprimi il tuo Amore
· Sii umile. L'umiltà è il dono della Saggezza e della Comprensione
· Gentilezza. Sii gentile con te stesso e con tutti gli altri
· Onestà. Sii onesto con te stesso e con gli altri
· Sii responsabile di queste Sacre Istruzioni e applicale alle altre Nazioni.
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sabato 11 settembre 2004
ore 12:53 (categoria:
"Riflessioni")

Se parli con gli animali essi parleranno con te e vi conoscerete gli uni con gli altri.
Se non parli con loro non potrai conoscerli, e ciò che non si conosce fa paura.
Quando qualcosa fa paura, l'uomo la distrugge.
Chief Don George
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giovedì 12 agosto 2004
ore 11:48 (categoria:
"Riflessioni")
"I soldati lo presero e lo spingevano verso la prigione ma, come si accorse che lo stavano recando in una casa con le sbarre, Cavallo Pazzo afferro' un coltello che teneva nascosto e cerco' di divincolarsi. Fu afferrato da dietro, per le braccia, da Piccolo Grande Uomo, uno dei suoi piu' valenti guerrieri di un tempo che ora vestiva la divisa dei militari. Impossibilitato a muoversi, come nella sua visione, fu alla merce' di una delle guardie, il soldato William Gentles da Tyrone, Irlanda, compagnia F, 14° fanteria, che gli spinse la baionetta nel fianco sinistro, ferendolo a morte, mentre il capitano James Kennington, comandante della scorta, gli urlava "Infilzalo, il figlio di puttana!"
Cavallo Pazzo si accascio' in un fiotto di sangue. Se ne ando' per sempre verso le undici di sera e la sua famiglia lo raccolse da quello squallido luogo di morte e lo porto' lontano.
Lo deposero su una impalcatura lungo un torrente chiamato dai Lakota "Canape Opi Wakpala", Wounded Knee."
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martedì 13 luglio 2004
ore 15:07 (categoria:
"Pensieri")
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati. Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo. Insegnate ai vostri figli Quello che noi abbiamo insegnato ai nostri,che la terra è nostra madre. Qualunque cosa capiti alla terra capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.
(Capriolo Zoppo, nazione indiana dei Duwamish, 1854).
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lunedì 31 maggio 2004
ore 15:14 (categoria:
"Riflessioni")
IL DISCORSO DI CAPO RED JACKET
1805, un missionario parla in un incontro di capi Irochesi, chiedendo di dare seguito all’interesse per la religione cristiana che alcuni indiani avevano manifestato. Dopo averlo ascoltato, i capi si consultarono per circa tre ore. Poi Red Jacket si alzò a parlare…
Amico e fratello, è la volontà del Grande Spirito che oggi ci dovessimo incontrare. È lui che stabilisce l’ordine di tutte le cose e oggi ci ha dato una bella giornata per il nostro consiglio. Ha tolto la Sua veste dal sole e ha fatto sì che brillasse su di noi in tutto il suo splendore.
I nostri occhi sono aperti affinché possiamo vedere con chiarezza. Le nostre orecchie sono libere, così siamo stati capaci di ascoltare chiaramente le parole che hai detto.
Per tutti questi favori ringraziamo il Grande Spirito, e nessun altro.
Fratello, questo fuoco del consiglio è stato acceso da te. È stato per tua richiesta che ci siamo riuniti qui. Abbiamo ascoltato con attenzione quello che hai detto.
Ci hai chiesto di esprimere liberamente il nostro pensiero. Questo ci riempie di gioia, perché ora sappiamo che possiamo stare dinnanzi a te e dire quello che pensiamo. Tutti hanno sentito la tua voce e tutti ora ti rispondono come un solo uomo. Le nostre menti sono concordi.
Fratello, dici che vuoi una risposta al tuo discorso prima di lasciare questo luogo. È giusto che tu l’abbia, perché ti trovi a grande distanza da casa e noi non vogliamo trattenerti. Prima però dobbiamo guardare un po’ indietro nel tempo per riferirti quello che ci hanno detto i nostri padri, e quello che abbiamo ascoltato dagli uomini bianchi.
Fratello, ascolta quello che abbiamo da dire.
Ci fu un tempo in cui i nostri antenati possedevano questa grande isola. [i Seneca, come molte altre tribù, si riferiscono al continente americano come la “grande isola”.] Le loro dimore si estendevano dal sorgere al calar del sole. Il Grande Spirito l’aveva fatta perché gli indiani ne facessero uso. Aveva creato il bisonte, il cervo e altri animali come cibo. Aveva fatto l’orso e il castoro, e le loro pelli ci servivano come vestiti. Li aveva disseminati per il paese e ci aveva insegnato a catturarli. Aveva fatto in modo che la terra producesse granturco per il pane.
Tutto questo aveva fatto per i Suoi figli rossi, perché li amava.
Se nascevano delle dispute per i territori di caccia, generalmente venivano risolte senza seri spargimenti di sangue. Ma giunse per noi un cattivo giorno. I tuoi antenati attraversarono le grandi acque e sbarcarono su quest’isola.
Erano pochi. Trovarono amici e non nemici. Ci dissero che erano fuggiti dal loro paese per paura di uomini malvagi e che erano venuti qui per poter praticare la loro religione.
Chiesero un piccolo territorio su cui stabilirsi. Noi avemmo pietà di loro, soddisfacemmo la loro richiesta e loro si stabilirono in mezzo a noi.
Donammo loro granturco e carne. Ci diedero in cambio veleno [rum].
Così, fratello, gli uomini bianchi avevano trovato il nostro paese. Le correnti tornarono indietro e altri ne giunsero tra noi. Tuttavia non avevamo paura di loro. Pensavamo che fossero amici.
Ci chiamarono fratelli. Lo credemmo e donammo loro un territorio più vasto su cui stabilirsi.
I nostri occhi si erano aperti, e nelle nostre menti crebbe il disagio.
Scoppiarono delle guerre. Gli indiani vennero arruolati per combattere contro altri indiani e molte delle nostre genti furono sterminate.
I bianchi portarono anche il liquore forte tra noi. Era forte e potente e ha ucciso migliaia di indiani.
Fratello, un tempo i nostri stanziamenti erano grandi e i vostri erano molto piccoli. Adesso voi siete diventati un grande popolo e a noi è rimasto a stento il posto per stendere le nostre coperte. Vi siete presi il nostro paese, ma non siete soddisfatti. Volete imporci la vostra religione.
Fratello, continua ad ascoltare.
Dici che sei stato inviato per insegnarci ad adorare il Grande Spirito nel modo che più Gli si confà, e che, se noi non aderiamo alla religione che voi bianchi insegnate, d’ora in poi saremo infelici.
Dici che voi avete ragione e che noi siamo perduti.
Come facciamo a sapere se è vero?
Noi capiamo che la tua religione è scritta in un libro. Se fosse stata fatta anche per noi, perché il Grande Spirito non ce l’ha data? E non solo a noi, perché non ha dato la conoscenza di quel libro ai nostri antenati, con i mezzi per capirlo correttamente? Ne sappiamo, invece, solo quello che ci avete detto voi. Come facciamo a sapere quando credere, essendo stati così spesso imbrogliati dagli uomini bianchi?
Fratello, tu dici che esiste un solo modo per adorare e servire il Grande Spirito. Ma se esiste una sola religione, come mai voi uomini bianchi siete così diversi a tale riguardo? Perché non siete tutti d’accordo, visto che potete tutti leggere il libro?
Fratello, noi non capiamo queste cose.
Ci viene detto che la vostra religione è stata data ai vostri antenati e poi è stata tramandata di padre in figlio. Anche noi abbiamo una religione che è stata data ai nostri antenati, e che è stata tramandata fino a noi, che siamo i loro figli.
Noi esprimiamo la nostra adorazione in questo modo, imparando ad essere grati per tutti i favori che riceviamo, ad amarci l’un l’altro e ad essere uniti. Non litighiamo mai sulla religione.
Fratello, il Grande Spirito ha fatto tutti noi. Ma ha fatto una grande differenza tra i suoi figli bianchi e quelli rossi. Ci ha dato una carnagione diversa e delle usanze diverse. A voi ha dato le arti, mentre ad esse non ha aperto i nostri occhi. Sappiamo che queste cose sono vere.
Dato che ha creato una così grande differenza tra noi in altre cose, perché non dovremmo poter concludere che ci ha dato una religione differente, adatta alla nostra comprensione?
Il Grande Spirito agisce bene. Egli sa che cosa è meglio per i Suoi figli. Noi siamo soddisfatti.
Fratello, noi non desideriamo distruggere la vostra religione, né portarvela via. Vogliamo solo poter gioire della nostra.
Fratello, dici che non sei venuto per prendere la nostra terra o il nostro denaro, ma per illuminare le nostre menti. Ti dico allora che sono stato ai vostri incontri e vi ho visto raccogliere soldi dai partecipanti.
Non ti posso dire a che cosa dovesse servire il denaro, ma suppongo che fosse per il vostro ministro e, se noi dovessimo conformarci al vostro modo di pensare, forse ne vorreste anche da noi.
Fratello, ci è stato detto che hai predicato agli uomini bianchi di questa regione. Queste persone sono i nostri vicini. Li conosciamo. Aspetteremo un po’ per vedere che effetto ha la tua predica su di loro. Se scopriremo che ha un buon effetto su di loro e li fa diventare onesti e meno portati a imbrogliare gli indiani, prenderemo di nuovo in considerazione quello che ci hai detto.
Fratello, adesso hai ascoltato la nostra risposta alla tua proposta, questo è tutto quello che abbiamo da dire per il momento. Poiché ci separeremo, verremo e ti stringeremo la mano, e ci augureremo che il Grande Spirito ti protegga durante il viaggio e ti riconduca sano e salvo ai tuoi amici.
***
Alla fine del discorso, Red Jacket si alzò e si diresse verso il missionario con la mano tesa, ma egli si rifiutò di stringergliela.
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mercoledì 28 aprile 2004
ore 11:23 (categoria:
"Riflessioni")
La foresta è la dimora di molti uccelli e di molti animali: l'acqua è la dimora dei pescie di vari rettili. All'interno di una stessa specie, gli uccelli non sono tutti simili e così è con gli animalie con gli esseri umani La ragione per la quale Wakan Tanka non fece dieci uccelli, dieci animali o dieci esseri umani assulutamente uguali fu che voleva che ognuno di essi potesse avere il suo spazio, potesse bastare a se stesso senza occupare lo spazio degli altri.
OKUTE OGLALA LAKOTA (SIOUX)
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sabato 17 aprile 2004
ore 14:39 (categoria:
"Musica e Canzoni")
Fiume Sand Creek
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura fu un generale di vent'anni occhi turchini e giacca uguale fu un generale di vent'anni figlio d'un temporale
c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte e quella musica distante diventò sempre più forte chiusi gli occhi per tre volte mi ritrovai ancora lì chiesi a mio nonno è solo un sogno mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso le lacrime più piccole le lacrime più grosse quando l'albero della neve fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nell letto del Sand Creek
Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte c'erano solo cani e fumo e tende capovolte tirai una freccia in cielo per farlo respirare tirai una freccia al vento per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura fu un generale di vent'anni occhi turchini e giacca uguale fu un generale di vent'anni figlio d'un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek
-Fabrizio De Andrè-
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sabato 17 aprile 2004
ore 14:14 (categoria:
"Pensieri")
Lettera di Capriolo Zoppo,
...Le mie parole sono come le stelle e non tramontano. Ma come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra ? Questa idea è strana per noi. Noi non siamo proprietari della freschezza dell’acqua o del suo scintillio: come potete comprarli da noi ?
Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo. Ogni ago scintillante di pino. Ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro alla memoria e nell’esperienza del mio popolo. La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell’uomo rosso. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli. Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia.
Perciò, quando il Grande Che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, voi dovete ricordare che essa è sacra. ...Se noi vi vendiamo la terra voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e parla di eventi e ricordi nella vita del mio popolo.
Il mormorio dell’acqua è la voce di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete. Se vi vendiamo la terra voi dovete ricordare e insegnare i vostri figli che i fiumi sono nostri fratelli e anche vostri e dovete perciò usare con i fiumi la gentilezza che userete con un fratello.
Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce i nostri pensieri. Una porzione della terra è la stessa per lui come un’altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve. La terra non è suo fratello, ma suo nemico, e quando l’ha conquistata, egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura. Egli tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate. Il suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto.
I nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri, La vita delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso. Ma forse ciò avviene perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce. Ma non c’è alcun posto quieto nella città dell’uomo bianco. Alcun posto in cui sentire lo stormire delle foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti. Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi. E che cosa è mai la vita, se un uomo non può ascoltare i discorsi delle rane attorno a uno stagno di notte ?
L’indiano preferisce il dolce rumore del vento che soffia sulla superficie del lago o l’odore del vento stesso, pulito dalla pioggia e profumato dagli aghi di pino. L’aria è preziosa per l’uomo rosso, perché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.
...Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, porrò una condizione. L’uomo bianco deve trattare gli animali come fratelli. Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri.
Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli aveva sparato dal treno. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Che cosa è l’uomo senza gli animali ? Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine. Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capita all’uomo. Tutte le cose sono collegate.
...Questo noi sappiamo. La terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra. ...Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. ...Ma noi considereremo la vostra richiesta di andare nella riserva che avete stabilito. Noi vivremo per conto nostro e in pace. Importa poco dove passeremo il resto dei nostri giorni. I nostri figli hanno visto i padri umiliati nella sconfitta. I nostri guerrieri hanno provato la vergogna. E dopo la sconfitta essi passano i giorni nell’ozio e contaminano il loro corpo con cibi dolci e bevande forti. Poco importa dove passeremo il resto dei nostri giorni: non saranno molti. Ancora pochi inverni e nessuno dei figli delle grandi tribù che una volta vivevano sulla terra e percorrevano in piccole bevande i boschi, rimarrà per piangere le tombe di un popolo una volta potente e pieno di speranze.
...Quando l’ultimo uomo rosso sarà scomparso dalla terra e il suo ricordo sarà l’ombra di una nuvola che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora gli spiriti del mio popolo. Poiché essi amano questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre. Così, se noi vi venderemo la nostra terra. Amatela come l’abbiamo amata noi, conservate in voi la memoria della terra com’essa era quando l’avete presa e con tutta la vostra forza, le vostre capacità e il vostro cuore, conservatela per i vostri figli e amatela come Dio ama tutti. Noi sappiamo una cosa: che il nostro Dio è lo stesso Dio. Questa terra è preziosa per lui.
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venerdì 9 aprile 2004
ore 16:57 (categoria:
"Musica e Canzoni")
IO SONO IL LUPO
IO SONO IL LUPO LA FAME E' LA MIA COMPAGNA LA SOLITUDINE LA MIA SICUREZZA
IO DORMO LA NOTTE IL FREDDO E' IL MIO LETTO IL VENTO LA MIA COPERTA
IO SONO IL SILENZIO UN' OMBRA NELLA FORESTA UN' IMPRONTA LUNGO IL FIUME
LA MIA CORSA E' L'ETERNO INSEGUIMENTO DELLE SCINTILLE DI FUOCO CHE SPRIGIONA LA PIETRA FOCAIA DELLA NOTTE
MI UCCIDERANNO MA NON MI DISTRUGGERANNO MAI
IO SONO IL LUPO

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