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Rutz82, 25 anni
spritzino di schio (VI)
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S. Latouche - La scommessa della decrescita

HO VISTO

Ho visto il terrorismo e stragi rosse e stragi nere aeroplani esplosi in volo e le bombe sopra i treni.
Ho visto gladiatori sorridere in diretta e i pestaggi dei nazisti della nuova destra ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze e anarchici distratti cadere giù dalle finestre

STO ASCOLTANDO

nulla

ABBIGLIAMENTO del GIORNO

con i miei vestiti

ORA VORREI TANTO...

essere libero di viaggiare, conoscere, ballare, fare

STO STUDIANDO...

estimo forestale

OGGI IL MIO UMORE E'...

ottimista ma stretto

ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...







PARANOIE


1) Come in alcuni paesi la vita scorra così lentamente ... mentre da noi si viaggia alla velocità del suono. Eppure da entrambi il tramonto arriva lo stesso... solo che gli altri se lo godono sempre.
2) quelli che prendono tutto in qanto non sanno cosa vogliono ...
3) L'incomprensibile mentalità chiusa e/o ottusa e/o semplicemente strana di certe persone!
4) una delle persone che non sopporti che ti copia in tutto e per tutto
5) METTERSI COMODI A SUONARE LA PROPRIA BATTERIA EEE...AMORE??SONO ARRIVATA, ANDIAMO A FARE SHOPPING???
6) ADORMENTARMI E NON SVEGLIARMI MAI PIU'
7) dover andare a far spesa nei centri commerciali poco prima di Natale...

MERAVIGLIE


1) Sentire che per qualcuno tu conti davvero
2) ... l'instabilità del caso ... sapere che vivere nn è una teoria matematica e in ogni attimo tutto può essere rivoluzionato anche da una semplice frase...
3) svegliarsi accanto alla persona che si ama
4) Le castagne appena cotte.. un caminetto, una bella boccia di vino rosso e una persona speciale accanto..
5) l'autoironia...fa sempre bene!!
6) rimanere bambini nel cuore! sapersi stupire, avere un sorriso luminoso e due occhi cha parlano di tenerezza!
7) Le favole amalgamate alla musica elettronica


“Agire sulle cause è il vero investimento che facciamo verso il futuro. Se riuscissimo ad intraprendere questa strada troveremmo più sorprese di quante crediamo: il vero investimento è sull’uomo, e l’impressione è che quanto più ci sbarazziamo di questa scorza tecnologica che ci troviamo nostro malgrado addosso, più riscopriamo l’essenza delle forze che ci governano.”


Ti svito il cranio e ti cago in gola





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SONDAGGIO: IL FILM CHE NON PUÒ MANCARE SOTTO LE FESTE


Qual’’è il film che sotto le feste non può assolutamente mancare sul vostro schermo?

Parenti serpenti
Miracolo sulla 32^ strada e simili
Nightmare before Christmas
Un cinepanettone vanzinesco
The family man
Alien Vs Predator

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lunedì 24 settembre 2012 - ore 03:43


Non vedo l’ora....
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Che mi tornino parte dei soldi che ho prestato, così me ne vado da qui.

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venerdì 13 luglio 2012 - ore 04:50


Macas - Wasakentsa - Kuyuntsa
(categoria: " Vita Quotidiana ")


ASvevo detto che traslocavo... in realtà dovrei essere un barbone, visto che non ho mai aperto l’altro blog.

Solo per informare che tra qualche giorno parto per i luoghi suddetti, per cercare un concittadino missionario, qui dagli anni 50. dove sono questi posti? i primi due in ecuador, il terzo in peru. In piena amazzonia.

Buona permanenza.

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sabato 6 agosto 2011 - ore 01:17


sto meditando...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


... di traslocare. Questo blog ha dato e no avanza.

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domenica 3 luglio 2011 - ore 00:38


A volte succede che ti si apra la mente...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Salinas. La stessa casa dove ho rischiato di far scoppiare una stufa. Ci troviamo dopo cena, 4 chiacchiere... e ci mettiamo a parlare di come qui la gente intenda il concetto di "famiglia".

E si scopre che qui è piuttosto relativo. Capita molto frequentemente che padri di famiglie numerose, facciano figli con l’amante e lascino la moglie per fare una famiglia con la nuova compagna. Che regolarmente picchino la moglie o i figli, con ovvie ripercussioni sulle loro giovani menti...

In poche parole, mi sono reso conto in un’oretta abbondante di chiacchierata di come spesso diamo per scontati i rapporti nelle nostre, di famiglie, quando si sta bene. E spesso, dal nulla, se non dalla noia, nascono le incomprensioni. Non conosco i particolari di ognuno che legge queste righe, dunque mi rivolgo a coloro i quali hanno delle famiglie che possono considerare normali, senza violenza tra le mura.

Almeno per capire il valore delle piccole cose, dato solitamente per scontate, mi sta servendo quest’anno.



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martedì 21 giugno 2011 - ore 23:37


fiiii... caramelos... fiiiiiiii!
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Di seguito la testimonianza richiestami dall’associazione di invio... Buona lettura.

Sono ormai quattro mesi che sono/siamo a Salinas de Guaranda: quattro mesi in cui ho conosciuto stili di vita e una cultura molto differente dalla mia.
Ero già stato in Ecuador due mesi l’anno passato. Due mesi di volontariato in cui pensavo di aver capito almeno in parte la realtà di questo Paese, quando in realtà, per le caratteristiche stesse del progetto, vivevo in buona parte “blindato”, con qualche uscita turistica sulla costa o in oriente...

In realtà, cominciando a vivere qui, in una casa del paese, con colleghi locali, la percezione del vissuto si è completata, e di molto.

A colpirmi particolarmente, in questo primo periodo, non è stato qualcosa di legato al mio settore di impiego come volontario, ma qualcosa dovuto semplicemente allo stare qui e poter osservare da vicino una realtà così particolare come un paesino isolato a 3500 metri in mezzo alle ande.

In primis, ho sfatato un pregiudizio che mi ero creato prima di partire: pensavo infatti che qui, nonostante le famose microimprese solidarie, finissi con il trovarmi in un misero pueblito andino, con problemi di ogni tipo da risolvere, non secondi quelli sociali. Invece, pur con le problematiche effettivamente presenti che andrò ad elencare in seguito devo dire che ho notato, proprio come l’anno scorso, una maggior sobrietà nei consumi e negli stili di vita (anche se non nelle feste! ), una maggior apertura delle persone, che mai ti lasciano, dopo averti incontrato per la strada, senza averti salutato e mai ti incrociano, durante una festa senza offrirti un bicchiere di qualcosa. Ed in generale, uno stress generalmente più contenuto, rispetto a noi, che tutto abbiamo, anche ciò che non serve.

Ma ovviamente non è questo un luogo di sole rose e viole: a colpire tutti i volontari, senza distinzione, sono state anche altre due cose: una è la condizione delle donne, spesso dedite unicamente alla casa (le si vede raramente in piazza a seguire gli uomini che giocano a calcio o a volley) e costrette dopo ogni festa a riportare a casa i mariti in preda ai fumi dell’alcool. L’altra è proprio il fatto che ogni occasione di festa, diventi un’occasione per bere fino quasi (e a volte senza quasi) a perdere i sensi e rendersi pericolosi, e di come l’ubriachezza sia un fatto socialmente accettato, a differenza della “civile” Europa, dove un ubriaco è spesso relegato al margine della compagnia. Tutti fatti dati per scontati in paesi cosiddetti progrediti, e che mettono di fronte alla realtà nel cosiddetto “terzo mondo”.

A proposito di questa definizione, l’esperienza mi fa domandare come, con che criteri e soprattutto quale autorità definisca gli stati del primo, del secondo e del terzo mondo... spesso sento, non senza qualche imbarazzo, dire a qualcuno con cui “Eh, anche se l’Ecuador è un paese del terzo mondo...” Eppure mi domando sulla base di cosa, l’Ecuador venga definito (o sia stato definito) così, visto che ci sono terreni fertili, poca gente per la strada non lavora, fosse solo vendendo caramelle e, dato curioso e indicativo degli stili di vita che cambiano anche qui, il diabete è in aumento.

Tentando di tirare qualche conclusione (non sono uno scrittore) di questa prima parte, per il momento l’esperienza mi sta servendo per prendere coscienza, e conoscere, una realtà, con cultura e mezzi diversi rispetto alla mia originaria.

Ma mi sto dimenticando di Salinas: come ho scritto in altre testimonianze, si tratta di una realtà in cui sembra di vivere in una grande famiglia, con le gioie e le pene che ciò inevitabilmente comporta, con un continuo confronto tra realtà, associazioni, imprese e autorità, con una solidarietà palpabile nelle mingas (lavori comunitari) e spesso anche quando si tratta di piccoli lavori personali, senza comunicazioni “ufficiali”.





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martedì 7 giugno 2011 - ore 06:25


avventurosamente...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


allora, ieri dovevamo andare nelle comunità più basse della parrocchia (qui dove vivo sono a 3500 metri), un giro che si fa ogni tre settimane per celebrare le messe nei posti più sperduti... appena arrivati in fondo alla strada, però, abbiamo scoperto che la macchina si e’ rotta (il mona di Pepe guida come un cialtrone su una strada tutta sassi e buche), quindi la messa l’abbiamo animata solo in una comunità, e siamo tornati indietro... o meglio, io ho tentato di salire a piedi mentre gli altri tornavano ognuno con i suoi mezzi, mentre altri ancora cercavano un meccanico... alla partenza sono andato benone (sono 600 metri di altezza), poi ho trovato i medici del subcentro de salud di La Palma, una comunità abbastanza grande a mezza via, che salivano per prendere servizio... e mi hanno dato un passaggio con la loro jeep. Per fortuna ho accettato, pur controvoglia, per evitare di sembrare scortese. Arrivati a La Palma 1) mi sono reso conto che quello che ieri mi era sembrato un 12 era in realtà un 17 (i km tra chazo juan, da dove son partito e La Palma) e 2) in paese non c’era nulla che sembrasse una tienda, ossia un negozio di quelli che ci sono qui che hanno tutto... speravo di comprare un po’ di pane, un po’ d’acqua e magari del formaggio o della cioccolata... nulla, mi sono detto, troverò qualcosa lungo la strada...
E lungo la strada, mentre salivo, mi fermavo a raccogliere cartacce e bottiglie. Va detto anche che la palma e’ già 2000 metri... nel mezzo del nulla! quindi salgo, salgo, sale anche il peso del sacchetto pieno di cartacce... aumenta la sete, aumenta la difficoltà di proseguire (per l’altitudine), si fa strada un po’ di fame... finalmente ho trovato un po’ di acqua in una fontana, fregandomene delle norme igieniche (tutte europee) che raccomandano di non bere dai rubinetti... e di case/comunità nemmeno l’ombra! La cosa che in parte mi consolava era che vedevo scritte le indicazioni dei km mancanti grazie alla corsa ciclistica di ieri... poi, poco dopo i 15 km, e’ salito un pickup della società elettrica, che ho fermato e a cui ho chiesto un passaggio nel cassone, e salendo sudato, sono arrivato qui mezzo congelato.

Comunque ho già intenzione di rifare il cammino, magari organizzato un po’ meglio con acqua e frutta secca!

Que Dios le pague a todos!

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giovedì 2 giugno 2011 - ore 03:25


Elogio della lentezza
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Se non altro, almeno in un ambito, imparo a pazientare...

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mercoledì 11 maggio 2011 - ore 04:54



(categoria: " Pensieri ")


Sarà stata l’orazione in qwichua ripetuta sette volte (per ttre ogni volta), o forse le sette messe in due giorni, o forse semplicemente doveva andare così.... ma dopo più di due mesi in Ecuador, mi è arrivata la mail che fin dall’inizio speravo.
In ogni caso, grazie!

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martedì 26 aprile 2011 - ore 00:22


Ci siamo!
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Salinas, 24/04/2011

Ci siamo!

Nella cucina di una casa Salinera, dopo aver rischiato di saltare in aria per accendere una stufa a legna (mucho cuidado con il gasolio! ), trovo finalmente il tempo per buttare giù due righe per questo sempre meno aggiornato spazio virtuale.
Due mesi in questo Paese, e poco meno a Salinas de Guaranda (da non confondersi con l’omonima località sulla Costa), Parroquia definita “solidaria” per la rete di imprese e cooperative qui sviluppatasi dagli anni settanta.
Non è semplice descrivere, né comprendere, questa realtà: le contraddizioni dello sviluppo qui si notano prepotentemente. Non si riesce a capire perché in un paesino sperduto nella provincia più andina dell’Ecuador, che vanta una cioccolateria e un caseificio, si trovino prodotti Nestlè, latte compreso. E si trova anche chi li compra.
Ma forse è il caso di procedere con ordine.
Salinas è una parroquia del canton di Guaranda, 3500 metri di altezza, 10000 abitanti scarsi, sparsi tra il pueblo e una trentina di comunità tra gli 800 metri di Tigreurco, e un clima subtropicale, e i 4200 metri di Pachancho, con il classico clima di alto paramo.
Fino agli anni 70 l’economia locale era basata sullo sfruttamento della cava di sale (da cui il nome del paese), proprietà di una famiglia colombiana. Una volta andatasene la famiglia, grazie anche all’arrivo di un missionario italiano, Antonio Polo, Salesiano, ha cominciato a svilupparsi una rete di microimprese e cooperative, con il tentativo di mettere in atto un nuovo modello di sviluppo solidario.
Ogni mattina asini e lama portano il latte al caseificio, principale vanto della comunità e primo produttore nazionale di formaggio, da campi sparsi anche a diversi chilometri dal paese, dove dalle 4 alle 9 si possono vedere le donne che mungono le vacche, sempre libere e con qualsiasi tempo.
La strada che sale da Cuatro Esquinas, bivio che da una parte –superato l’Arenal, passo Andino di 4200 sotto allo spettacolare vulcano Chimborazo- porta nella calda Ambato o nella fredda Riobamba, è percorsa da sportivissime e pericolosissime camionette con il ruolo di taxi: è stata asfaltata in piena campagna elettorale dal presidente Correa in persona… peccato che l’asfalto porti voti, i sassi no: in questo modo, mancando i muri di sostegno ai lati della strada, ad ogni pioggia (praticamente tutto marzo e aprile) è un susseguirsi di frane e cedimenti.
Le case sono in cemento, e nonostante il clima inclemente (freddo e umido per la maggior parte dell’anno) e lo sponsorizzato benessere dovuto a questo modello di sviluppo, prive delle norme minime di coibentazione, ma provviste di stufe che, bene che vada, buttano fumo o rischiano di esplodere. Tutte le case a parte quella dove viviamo noi tre volontari italiani: costruita da un cooperante canadese, imperlinata, bastano due ore di sole perché si scaldi.
I luoghi di ritrovo per i giovani? Tre, due ai lati ed uno in piazza, che si danno il turno per aprire senza farsi troppa concorrenza. In piazza si trova anche un bar per anziani, con tanto di biliardo.
E come sono questi locali? Fondamentalmente posti in cui si beve come spugne e si ascolta tutto il campionario possibile di musica esistente: salsa, merengue, reggae, elettronica, hardcore, bachata, reggaeton…
E a proposito di bere, non pensavo di riuscire a diventare quasi astemio: dopo le prime sbronze, mi è passata qualsiasi attrazione per l’alcool… un paio di bicchieri, poi me ne resto tranquillo (mas o menos). Altra nota di colore è la cerveza nazionale, la Pilsener: già a Quito o Ambato, in piena sierra, è schiumosa e gonfia la pancia; qui è quasi impossibile non farle fare schiuma. Sulla costa la schiuma è invece inesistente e puoi berne a litri senza che sembri di averne bevuta una botte dopo 2 bicchieri. Per finire la panoramica sugli alcolici, il trago locale è il Pajaro Azul: narra la leggenda che si chiami così perché tra gli ingredienti ci sono le zampe di un pollo, lasciate in infusione finchè non prendono una colorazione bluastra: puro è praticamente un veleno, mentre diventa spettacolare nella bevanda nazionale ecuadoriana, il Canelazo.
E poi le feste: finora abbiamo visto il carnevale (ad Ambato) e un cinquantenario della scuola locale. Per quanto riguarda la prima, ad Ambato è una festa di farina e soprattutto carioca: la maledetta schiuma in bomboletta. A Guaranda, invece, ogni cosa che possa sporcare va bene, dalle uova, alla carbonella, alla birra. Attenzione con la schiuma: alcuni insospettabili sembra che giochino come tutti… in realtà distraggono per borseggiare… ne sa qualcosa la mia digitale.
Per la seconda, si divide in due parti: lunedì sera la festa per il popolo, con cantanti (da segnalare 4 ragazze guayaquilegne in mutande convinte di cantare in maniera acccettabile e falò di copertoni (i copertoni si bruciano solo quando finisce la legna)). Il secondo momento è stato il giovedì, con la sessione solenne, inno nazionale, inno della scuola, consegna di diplomi agli ex maestri… e finita, tanto per cambiare, con una bevuta solenne di chi si è fermato fino a mezzanotte.
Queste sono solo impressioni di viaggio, appunti… potrei anche parlare di quello che faccio, ma quello arriverà… la settimana prossima ci sarà da costruire una serra… ah, ecco, una cosa veramente chevere, come si dice qui, è la riflessione del lunedì mattina: tutti gli abitanti ed imprese si ritrovano a fare il punto della situazione, dai problemi generali della comunità a temi più ampi…
Mi rendo conto che non è molto personale questo resoconto… ma preferisco tenere distinte le cose per evitare di annoiare il mondo con le mie paranoie che stanno salendo prepotenti a galla in questo periodo così intenso… farò un post a parte, se qualcuno vorrà prendersi il tempo di leggere.
A presto… spero di aver sollevato qualche curiosità in qualche appassionato di viaggi: se qualcuno volesse passare per di qui, quito – guaranda – cuatro esquinas – casa de jean.


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venerdì 11 marzo 2011 - ore 02:54



(categoria: " Vita Quotidiana ")


... e finalmente, in un modo o nell’altro sono a Salinas de Guaranda.
E vista la mail appena letta mi troverei a scrivere una marea di cazzate di cui poi rischierei di pentirmi. Non sono decisamente dell’umore giusto per descrivere questo paesino andino abbarbicato a 3600 metri.

Solo mi sono reso conto di aver fatto una cazzata indecente ed enorme, prima di partire. E di non sapere se riuscirò a riparare.

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