ALLORA...
(categoria: " Vita Quotidiana ")
RACCONTO N. 1
Autore:
( mercoledì 14 maggio 2008, ore 16.26 )
Devo dire che la mia stima per il genere umamo è molto bassa. vado ad elencare per punti la manovra da approntare:
1) avvicinare una donna solo ed esclusivamente se si è Ricchi e/o straordinariamente avvenenti e/o più giovani di lei
2) sposarla SOLO ed Esclusivamente se si è ricchi.
3) morire, dopo averle intestato TUTTI i propri averi.
questo sistema fa godere fortemente il 60% delle donne. (non sono poi così cattivo).
Per il restante 40% di solito basta un normale rapporto sessuale completo avente durata superiore ai15 minuti, preliminari esclusi.
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RACCONTO N. 2
Autore:
( mercoledì 14 maggio 2008, ore 16.55 )

Sono qui immobile
in religioso silenzio
Attimi inafferrabili
ma sei tu che decidi di afferrare il momento
mi bisbigli qualcosa all’orecchio
e ti togli di dosso
i vestiti con estrema sensualità
Sfili la maglia
poi la gonna
lasciandomi intravedere
il tuo completino sexy...
Già conosci i miei gusti e mi fai morire
Lasci cadere le mutandine tra le gambe
La mia eccitazione
mi indica di spogliarmi
anzi sei tu che lo fai
bramosa del mio corpo
Io ti afferro e con violenza
ti butto sul mio letto
non capisco più nulla
incomincio a baciarti tutta
ovunque
in ogni angolo del tuo corpo
Ti sento ansimare
ti sento calda
sento la tua voglia esplodere
Sei come un fiume in piena
la tua bocca dirompente come un tuono
Tengo le mani sui tuoi capelli
e tu cerchi freneticamente il mio @@@@@@@
poi sarò io ad esplorare
le tue gambe, le tue cosce e infine la tua @@@@
Mi senti
Ti sento
Ci incastriamo perfettamente
il tuo ondeggiare del bacino
mi fa impazzire di piacere
poi sono io a giocare su di te
Vorrei che questi attimi non finissero mai
L’orgasmo ormai percorre tutto il mio corpo
sto per venire e tu sai già
il gioco che mi piace in questi attimi
Sei sconvolgente, sei l’amante perfetta.
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RACCONTO N. 3
Autore:
( mercoledì 14 maggio 2008, ore 18.23 )
OK.
"COME FAR GODERE UNA DONNA"
eravamo andati sotto quella scala,al solito.
a fumare erba turca e parlare di cazzate mentre la brezza aiutava i grilli nel loro concerto agostino.
ormai eravamo empi del nostro respiro e ci odoravamo come marmotte.
ormai disteso
ormai illuso
ormai certo che si
ormai ero io
ormai eri tu
POI HO STACCATO UN ASSEGNO DA 2.000 EURO E HO ASSISTITO AL MIO PRIMO ORGASMO NON SIMULATO
ecco come farvi godere
look in her eyes, i see the walls of this city - i hate her
Socially dominant, a female corpse kept alive by rules - i hate her
Avid, spoilt, majesty in a little puddle of piss - i hate her
Blocks our freedom with asphalt, infects our blood with morals - i hate her
She went to the butcher’s and bought 2 kg of blood-stenching meat
I hate her
She attended mass and bought god’s mercy: “charity & love”
I hate her
She voted for a moralist dick, “to suffocate all immigrants in their own pitful shit”
I hate her
She came back home and taught her sons to abhor those like me
I hate her
Consume your shameful dinner,
Then drug your brain with tv-fix - i hate her
Do the slut with your husband,
Somebody said “frequent sex = rejuvenate” - i hate her
Take the children to school,
Be sure to grow them strong, proud and blind as shit - i hate her
Support ghettoisation...
Your race’s “sense of property” to banish minorities - i hate her
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RACCONTO N. 4
Autore:
( giovedì 15 maggio 2008, ore 09.44 )
Clicca sull’immagine qui sotto.
Buona lettura (e vediamo chi avrà le palle per arrivare fino in fondo).

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RACCONTO N. 5
Autore:
( venerdì 16 maggio 2008, ore 15.05 )
Era una mattina come tutte le altre alla stazione del mio paese. La solita atmosfera stanca e silenziosa nel buio e nella nebbia del primo mattino. Quando la voce all’altoparlante mi disse che il treno era in arrivo, mi svegliai dal mio stato di trance e mi accorsi della gente che si era sistemata come me in attesa. Avvertii poi un tocco leggero sulla spalla destra. Mi voltai e la vidi. mi sorrideva da sotto i riccioli castani della sua folta capigliatura. Andavamo a scuola insieme, una volta eravamo molto legati, ma era da parecchio tempo che non la vedevo.
-Ehi!- esclamai con voce roca per il sonno.
-Ciao!- mi salutò lei. Abbracciandoci e baciandoci sulla guancia per salutarci sentii il suo buonissimo profumo sul collo e constatai che il suo fisico era migliorato molto negli ultimi mesi. -Come va?- mi chiese permettendomi di staccare gli occhi dai suoi.
-Abbastanza bene lavoro a parte...- dissi con voce quasi coperta dalla frenata del treno che era sopraggiunto. La seguii e mi sedetti in uno dei due posti vicino al finestrino. Lei si sistemò davanti a me e incrociò le gambe con un movimento veloce e fluido.
-Sapevo che stavi nel collegio delle suore per non fare la pendolare fino alla laurea- dissi incrociando le mani sul grembo. -Infatti...- disse lei –
Si aprì il giaccone pesante e scoprì una maglia bianca non molto larga che evidenziava le forme del suo seno; –Ti vedo molto bene- le dissi con gentilezza toccandole la punta della scarpa che teneva sollevata. -Grazie! – disse con un sorriso splendente –anche tu stai molto bene.- sottolineò.-Com’è vivere con delle suore?- chiesi per fare conversazione e evitare di soffermarmi troppo sul collo che aveva appena liberato dalla sciarpa. La situazione cominciava a preoccuparmi perché sentivo crescermi qualcosa tra le gambe e temevo che potesse accorgersene. Per evitare, le accavallai anch’io.
-Non è male come si potrebbe sembrare- disse a voce bassa avvicinandosi un po’ a me. –l’unica cosa è che non lasciano portare uomini nelle stanze e.. mi capisci, no? Ogni tanto devo tornare a casa, o esplodo!- Non aveva mai fatto prima con me discorsi simili.. mi sentii davvero eccitato a pensarla nuda in un letto.
Lo sguardo mi cadde sul cavallo dei pantaloni che, stretti al punto giusto, avvolgevano il suo pube piatto come il ventre. Deglutii.
Fu il calore al viso crescente a farmi parlare. –Beh, per Natale so cosa regalarti- dissi pensando ai vibratori che si vedono ogni tanto nelle vetrine dei sexy shop.
Lei si riavvicinò e appoggiò una mano sul mio orecchio sussurrandomi –Di vibratori ne ho già due, ma non è la stessa cosa; non mi danno le stesse sensazioni, sai com’é.- Rimasi di sasso, aveva capito la mia allusione, e non solo.
-Ah, aggiunse, ho anche una compagna di stanza abbastanza carina e ogni tanto ci scambiamo qualche favore, ma le manca la materia prima per fare del vero sesso. Mi spiego?- chiese sempre sottovoce indicando verso il mio cavallo dei jeans.
-Sì, sì, deglutii, ti spieghi molto bene...-
Tornò ad appoggiarsi allo schienale, prese dalla borsa una biro e un foglietto e ci scrisse sopra qualcosa. Me lo diede facendo attenzione a prolungare il più possibile il contatto tra la mia mano e la sua, facendomi con le unghie il solletico ai polpastrelli.
Vidi che c’era scritto un indirizzo.
-Cos’è?- le chiesi.
-E’ l’indirizzo del mio colleggio- disse lei sorridendo da furbetta.
-E cosa dovrei farmene?- chiesi io allibito.
-Puoi venire a trovarmi più tardi, che ne dici?- mi sembrò di vedere il suo sguardo ammiccare ma pensai di essermelo immaginato.
-Non hai detto che non possono entrare i maschi?-
-Sì, l’ho detto - sibilò con voce estremamente sensuale tirando fuori un pezzetto di lingua rossa e facendolo roteare sulla carne morbida delle labbra. Ormai non avevo dubbi su cosa volesse da me… Annuii e mi avvicinai a lei. –E come faccio a entrare?- Lei sorrise ancora. –Dalla porta… Alle cinque hanno la messa e tutte sono nella cappella…- si fermò un attimo pensando alla sua ultima parola –e i corridoi sono liberi. Devi solo fare attenzione alle guardie all’ingresso, ma basta dire che stai andando a messa.
Il treno si fermò alla mia stazione. Mi alzai e le strinsi la mano con delicatezza baciandola sulla guancia. –A dopo- le dissi. Lei sorrise e mi guardò a lungo con aria affamata.
La giornata era stata lunga e faticosa ma animata dalla dolce attesa del dopo. Arrivato alla stazione successiva avevo preso il pullman, chiesto informazioni e alla fine avevo trovato il posto indicatomi. Ero entrato con la scusa della funzione religiosa e adesso giravo bramoso per i corridoi del collegio. Qualche ragazza che mi vedeva passare sorrideva e commentava piano con le compagne l’ovvio motivo della mia visita. Sentii due che si chiedevano di chi fossi e come fossi a letto.
Arrivai alla stanza indicatomi, la numero 25, e bussai. Da dentro rispose una voce che mi disse di entrare.
Avevo pensato di entrare, prenderla per la vita con un braccio, infilarle la lingua in bocca e sbatterla contro il muro dandole quello che voleva… Ma davanti a me si era presentata una ragazza bionda, bassa e carina che mi aveva sorriso e mi aveva fatto accomodare.
-arriva subito- mi disse con voce un po’ da oca –tu sei il suo amico vero?-
Annuii. -Ok… tranquillo, adesso vi lascio soli… Li hai i preservativi?- mi chiese senza imbarazzo e aprendo il cassetto del suo comodino pieno di profilattici da utilizzare.
-Sì, grazie… ho i miei.-
Lei fece spallucce, richiuse il cassetto a chiave e mi camminò davanti sculettando nei jeans. Si girò verso di me masticando la gomma e si piegò in avanti protendendo verso di me quel gran bel culetto sodo. –Vuoi toccare?- mi disse quasi indifferente.
Io rimasi interdetto. -Non morde, dai… accomodati…-
Io appoggiai la mia mano sul suo fondoschiena accarezzandolo appena e lei mi afferrò l’altra mano mettendosela sull’altro gluteo e invintandomi a palpare con vigore. Non mi feci pregare e constatai che era davvero un gran bel culo. Lei si raddrizzò e si girò mettendomi repentinamente una mano sul pacco e tastando la consistenza e la lunghezza del mio pene eretto. –Mmm…- fece lei facendo l’occhiolino –ha scelto bene… Fate solo attenzione a non fare rumore… una volta mi hanno sorpresa perché mi è scappato un urlo quando sono venuta e i miei hanno dovuto pagare un patrimonio per farmi rimanere qui, ok?-
Annuii e la guardai uscire pensando a che troia senza limite poteva essere quella ragazza e da chi potesse aver preso certi modi di dire e di fare... Non che la cosa mi dispiacesse, comunque.
Rimasi cinque minuti seduto sul suo letto aspettandola. Poi la porta si aprì e lei entrò vestita come al mattino, solo senza cappotto. Sorrise vedendomi e chiuse a chiave la porta. –Ho conosciuto la tua amica….- dissi io sorridendo. -Oh no…- disse preoccupata –non l’avrete fatto, vero?- -Sei gelosa?- -No.. però lei gli uomini se li spreme tutti… io ti voglio in forma per me…- disse abbracciandomi delicatamente e facendomi sdraiare sulle lenzuola mentre mi sfiorava le labbra con le sue.
-Tranquilla… non abbiamo fatto nulla… sono tutto tuo…- dissi baciandola, finalmente. Lei si sdraiò su di me togliendosi le scarpe mentre continuavamo a limonare. Le mie mani la indagarono soffermandosi sulle rotondità di seno e culo, rotondo e sodo, passando per i fianchi e infilandosi occasionalmente sotto la maglia per accarezzare la pelle nuda della schiena e del ventre e sfiorando i primi peli del pube.
Dopo qualche minuto lei si staccò e si mise a cavalcioni sul mio bacino, sfilandosi la maglia e restando in maglietta. Io mi tolsi il maglione e la camicia restando a petto nudo. Anche lei si sfilò la maglietta bianca e rimase col reggiseno nero a separarmi dai suoi capezzoli rigidi in evidenza. ei indugiava con lingua e denti e labbra sui miei capezzoli, leccandomi i muscoli addominali fino all’ombelico scendendo con le mani fino alla cintura. Me la slacciò e iniziò ad abbassare la zip trovando i miei boxer blu pieni di eccitazione. Mi tolse i pantaloni lasciandomi in mutande. Io le appoggiai allora le mani sul culo e le abbassai di colpo i pantaloni fino alle ginocchia, scoprendo anche le mutandine piccole e nere che contenevano il suo frutto proibito. Le gambe depilate alla perfezione si avvolsero intorno alla mia schiena mentre io le palpavo e massaggiavo con le mani leccandole con la lingua il collo e il petto fino alla riga tra i seni chiari. Le tolsi il reggiseno e iniziai a succhiare come se dovessi essere allattato. Lei si lasciò scappare un piccolo lamento quando le morsi il capezzolo ma si trattenne, sussurrandomi ansimando di non fare rumore o ci avrebbero scoperti. Io annuii e la feci coricare sul suo letto, scorrendo con la lingua bagnata fino al suo ombelico. Spostai le mutandine e glie le sfilai con un brivido. La figa era pelosa ma curata. Tutti i peli non erano più lunghi di un paio di centimetri e già erano bagnati della sua eccitazione. Iniziai a lavorare di lingua gustandomi il suo sapore e entrando con la lingua dentro di lei. Lei godeva vistosamente con contrazioni muscolari incontrollate, ma era silenziosa stringendo i denti e sforzandosi di non lasciarsi andare a urla di piacere.
Dopo un poì mi tolsi dalla sua "sorella" succosa e fu lei con gli occhi lucidi per la goduta a mettermi sdraiato e a sfilarmi i boxer liberando il mio cazzo duro come il marmo.
Mi aspettavo un bel pompino con le sue labbra delicate e invece si sistemò sulla cappella con la sua vagina bagnata e iniziò velocemente ad andare su e giù sulla mia asta.
Non mi feci pregare e le appoggiai le mani sul seno mentre lei si muoveva sulla mia asta con la testa rivolta verso il soffitto e i capelli al vento. Godevo davvero tanto, ma riuscivo a non fare rumore, mentre lei per evitare di urlare si mise in bocca un legnetto rotondo che strinse con i denti, lasciando uscire solo un debole e continuo gemito.
...sentivo il mio cazzo sempre più veloce che entrava e usciva dal suo corpo e contemporaneamente il suo piacere che cresceva, i suoi muscoli che perdevano il controllo. Tremava tutta come se fosse indiavolata
poi all’improvviso rallentò il ritmo e spinse sempre più forte facendomi penetrare sempre di più. A un certo punto fece l’ultimo salto e rimase ferma con il mio pene dentro di lei.
Sentii come un fiume caldo inondarmi l’asta fino a bagnarmi i coglioni; Sentivo il suo respiro affannoso e i mugugni sempre più deboli dalla bocca serrata.
Lei era venuta, io no. Feci per prenderla per i fianchi e farla ricominciare ma lei si tolse da me lasciandomi col cazzo in tiro e sul punto di venire.
-Dove vai?- le chiesi con voce straniata.
Lei con gli occhi bagnati dalle lacrime del piacere e un sorriso sul viso mi disse con voce bassa e calda. –Non avevo mai raggiunto l’orgasmo prima... grazie di cuore- e mi diede un bacio leggero sulla fronte avviandosi lentamente verso il bagno tutta nuda e bagnata.
Io mi alzai e la presi per un braccio –E io?- le chiesi prendendola per le spalle con forza.
Fece spallucce e mi indicò la mano -Finisci da solo...- Io mi rifiutai di crederci, ma poi la presi per i capelli e la rimisi sul letto. Stavolta mi misi io sopra di lei e ricominciai a leccarla; mi misi tra le sue gambe e fecendomi largo ricominciai a entrare in lei. Godeva, la porca, con tutta se stessa...
mi bruciava ancora il trattamento di prima e pensai di farle provare qualcosa di nuovo e ancora più lussurioso.
smisi di penetrarla e la girai con la schiena all’insù. Lei capì e si mise a pecorina.
Mi alzai sul letto e le scopai la figa da dietro portando a me con le mani il suo corpo e aiutandola a fare avanti e indietro. Tolsi poi ancora il mio cazzo dalla sua vagina ormai devastata e mi preparai a entrarle dietro. Lei e mi fermò. -Lì sono vergine...- disse con un filo di voce che aveva il suono di una che non capiva più per la goduria quello che succedeva. Sembrava drogata dal piacere.
-Tranquilla… prima ti apro e poi faccio piano...- le dissi baciandola sulle labbra e accarezzandola. Lei annuì e si lasciò infilare la lingua tra le chiappette chiare e delicate. Dopo un po’ cominciai con un dito, poi con due; quando fu abbastanza aperto, provai ad appoggiarci la mia cappella gonfia.
-Spingilo dentro!- mi disse dopo essersi infilata da sola tre dita dentro.
Non me lo feci ripetere più volte e entrai una prima volta lentamente. Lei gemette. Uscii e rientrai ancora. E ancora. E ancora. Continuando ad aumentare lunghezza della penetrazione e velocità. Fu lei a chiedermi di scoparla come "davanti". Non aspettavo altro. La feci venire di nuovo e dopo esserselo preso abbastanza anche dietro mi invitò a venirle dentro.
Quando ero sul punto di venire anche io, però, tolsi il cazzo dalla suo bel didietro.
e lo misi davanti al suo viso. lei si sedette sul letto e capì. Lo prese con la mano destra mentre con la sinistra si massaggiava il pube.
Quando lo prese in bocca e iniziò a succhiare sentii un fiume caldo percorrermi il corpo. La presi per i capelli e la tirai a me, mettendoglielo tutto dentro la bocca e esplodendo in un’eruzione senza precedenti.
dopo averle riempito la bocca e averla vista mandar giu tutto mi abbandonai stravolto sul letto accanto a lei.
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RACCONTO N. 6
Autore:
TITOLO: Senza Titolo
ORA: 19/05 - 14:35
MESSAGGIO:
Quel giorno era perfetto. Pioveva ed a lei è sempre piaciuta la pioggia. Adorava la sensazione di trovarsi esposta agli elementi, il gusto delle gocce di pioggia, i capelli preda del vento.
Quel giorno pioveva e lui era li. Dormiva. La schiena nuda rivolta verso l’alto. La sfiorò impercettibilmente. Riuscì a malapena a sentire gli anelli fare capolino sulla colonna vertebrale.
Le sue labbra sfiorarono i suo orecchio sinistro mentre il ticchettio delle gocce di pioggia sembrava ovattare tutti i rumori. Tutti. Tranne quello del suo respiro.
Le sue labbra premettero troppo contro i lobi. Lui si svegliò e inondò la stanza col blu dei suoi occhi. Le accarezzò i capelli e spostò la ciocca che le copriva il viso. Protese le sue braccia e la strinse in un abbraccio indissolubile, mentre le labbra cercavano il collo della donna … trovandolo.
Lei inarcò la schiena, preda ormai dei brividi che le percorrevano tutto il corpo.
Le mani sapienti dell’uomo si trovavano perfettamente a loro agio sulla schiena nuda della donna che cercava inutilmente di porre fine all’abbraccio che, per lei, fino a poco prima cacciatrice, significava essere preda, completamente alla mercè di un uomo conosciuto una sera prima di cui a malapena ricorda il nome.
Le mani. Già nel pub, quando i suoi occhi si erano persi in quelli di lui, aveva notato quelle mani: le dita erano lunghe, affusolate e, sicuramente, dovevano profumare di tabacco, visto il paccheto di sigarette che faceva bella mostra di se sul tavolo.
Le mani, che erano rimaste inoperose tutta la notte perché era lei a condurre il gioco, ora le esploravano la schiena e scendevano sempre più giù, indugiando prima sui glutei e poi sulle cosce.
Le mani, che lei cercava disperatamente di afferrare. Doveva essere lei a condurre le danze ancora una volta, non un perfetto sconosciuto dallo sguardo magnetico e dal corpo segnato dagli anni e dalla vita.
Le mani, che continuavano l’esplorazione regalando brividi ovunque si posassero. E come si posavano!
Riuscì a liberarsi. Si finse stizzita di tanta audacia e voltò le spalle all’uomo. Come in un copione largamente collaudato, lui la cinse a sé: le mani sui seni, a cercare i capezzoli, a stuzzicarli fino a farli diventare turgidi, grandi quasi come ciliegie, pronte per essere assaporate, gustate.
Ma non era ancora il momento. Le mani, una sola in realtà, scesero sulla pancia, poi verso l’inguine e poi sui peli, radi, curatissimi. E poi tra i peli. Le sfiorò il clitoride e la donna gemette. Il respiro si faceva più affannoso. Lui le premeva il membro sui glutei e lei non lesinava di dimostrare apprezzamento.
Le allargò le gambe, lei accennò a cavalcarlo quel che basta perché il membro riuscisse a penetrarla.
Era lungo ma non troppo largo. Il glande, quello si largo, sembrava dar forma ad un fungo che si insinuava nella vagina … piano … piano … piano …
Quella lentezza era per li inusuale. Lei, donna cacciatrice, era vorace, orgasmica, impetuosa. Talvolta troppo.
Lui, invece no, era lento … sapientemente lento. E ogni qualvolta il glande strusciava contro le pareti interne della vagina, lei doveva afferrare il materasso per sfogare la tensione del suo corpo.
Le unghie sfregate sulle lenzuola erano ormai il solo retaggio della cacciatrice diventata preda … tutto il resto erano respiri, gemiti e parole.
Le parole dell’uomo erano degno corollario dei movimenti sapientemente pacati, lenti ma inesorabile con i quali lui la possedeva.
E la pelle percorsa dei brividi della donna rendeva chiaro che in quel momento lui non la stava possedendo solo fisicamente, ma anche mentalmente, spiritualmente.
Aveva domato la tigre, fosse solo per quel momento. Ma l’aveva fatto.
Quante volte, nei mesi precedenti, lui l’aveva sognata. L’aveva notata per la prima volta proprio in quel pub, in una serata di pioggia … segno del destino. Lei aveva i capelli bagnati. Lui avrebbe voluto offrirle il calore necessito a riscaldarla. Ma le cose andarono diversamente.
Poi, ieri sera … la cacciatrice ha scelto la sua preda.
Le accarezzò ancora i seni e i gemiti sempre più insistenti di lei lo riportarono alla realtà, a quel momento.
Lei serrò le gambe, inarcò ancora la schiena, gridò di piacere, venne col suo nome sulle labbra … e sperò di esserselo ricordato bene.
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RACCONTO N. 7
Autore:
( giovedì 22 maggio 2008, ore 23.30 )
Avrei preferito avere una casella di posta elettronica a cui scrivere,ma vorrà dire che scriverò qui....
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Solo una luce fioca che filtra dal lucernario a due metri dal nostro letto.La pioggia ticchetta sopra di noi e sembra essere nostra complice in questa notte d’amore.No,amica mia,stanotte qui non cè amore.Stanotte sarà solo sesso.Puro,umido,fottuto sesso!
L’ho bramata non so quante notti e stasera finalmente è mia! Eccola li,nuda a gambe aperte nel letto a guardarmi mentre si chiede quanto piacere io voglia darle stanotte.Non ho intenzione di lasciarla a lungo con questo interrogativo,anche perchè il mio cazzo turgido all’inverosimile tradisce ogni mia pacatezza.La vena che lo percorre sembra pulsare di vita propria;lei se ne accorge.
"Hai voglia di me non è vero?"
"Tieniti il fiato per godere.Non sprecarlo parlandomi tesoro..."
Le tengo sollevate le gambe e le appoggio sulle mie spalle,quindi lascio scivolare la mia lingua calda all’interno di sua una coscia fino ad arrivare al pube.Ripeto la stessa cosa con l’altra.Tengo i suoi piedi tra le mie mani:voglio che percepisca che ogni parte di lei è in mio possesso! Affondo la mia bocca,di colpo,repentinamente,tra le sue grandi labbra.Umide,ma non abbastanza.Inizio a strofinare la lingua da sotto,dal culo.Arrivo ad annusare la sua vagina,ora il mio naso divarica le sue piccole labbra quasi a carpire tutto l’odore della sua eccitazione.Lei ha un sussulto.Io allora l’afferro più forte stavolta per le cosce mentre la mia bocca arriva all’altezza del suo clitoride.
"Leccamelo tutto dai..."
"No,farò di meglio amore.."
Ha un clitoride abbastanza grande per ciò che ho in mente.Un glande turgido e bagnato in miniatura,ecco ciò che è.Lo succhio!
Si,inizio a succhiarglielo piano ed inesorabilmente.Lei resta basita x un attimo poi gode piano.Le piace.Sento in gola il sapore del suo piacere.Salato.Vado avanti così per un pò,cullato dai suoi gemiti mentre bevo spremuta di passera.
Ma non sarei io se la facessi venire in maniera cosi semplice.Mi fermo e stavolta mi sdraio io.Supino.
"Mettimi la figa in faccia"
"Cosa?"
"Avanti! Mettimela qui sulla fronte e poi strofinala forte fino al mio mento.Avanti ed indietro.Voglio l’odore della tua figa su tutta la faccia!"
Lei schiaccia le sue piccole e grandi labbra su di me,prima piano poi più velocemente.Si sta masturbando su di me.Gode e qusi non crede sia possibile in quella maniera.Le lascio credere che verrà cosi.Sento il suo godimento crescere d’intensità:è ora!
La blocco con le mie mani,la sollevo un pò e con la lingua le succhio forte il clitoride gonfio più che mai.Lei si lascia scappare un grido ma non ha il tempo di dire niente:io le sferzo il grilletto con colpi decisi.Implacabile.
"Vieni tesoro,non trattenerti oltre,vienimi in bocca"
Lei si lascia completamente andare e ora gode più forte.A tratti glielo mordo un pò,piano,poi invece lo aspiro forte.Le scappello del tutto quel suo piccolo cazzo che se potesse parlare mi direbbe "Non ti fermare bastardo,non ti fermare..."
Me lo dice lei.Senza il bastardo.
Sta x venire,lo sento.Eccola finalmente.Una sola vocale a voce alta.Infiniti secondi e mentre lei alza gli occhi al lucernario,occhi sottili iniettati di piacere, io sento scivolarmi in bocca il suo orgasmo liquido.
Ne faccio gargarismi silenti.Solo per trattenere più a lungo in gola quella sborrata di figa.
La poso con la schiena sulle lenzuola in tutta fretta.Le tendo le gambe fin sopra la sua testa.Ha i piedi posati alla testiera del letto.
La penetro di colpo prima che abbia finito del tutto di godere.Lei spalanca gli occhi increduli e adesso sente il mio membro duro riempirla fino in fondo all’utero.Faccio forza sui polsi e sulle mie ginocchia e la scopo con forza.Nessun centimetro della mia asta deve venire estromesso dalla sua figa.
"Sento le tue palle sbattermi sul culo e mi piace tesoro.Si,ancora,ancora..."
E ancora sarà mia amata puttana personale.
E’ il momento per la sorpresa finale.Con un mano sollevo un cuscino e trovo ciò che avevo preventivamente occultato.20 euro spesi bene.
Il fallo inizia a vibrare,lei manco se ne accorge,impegnata comè a recitare ogni singola vocale,prolungandola.Glielo infilo nel culo e lei lo crede il mio pollice..
"Porco.."
Quando percepisce la vibrazione mi guarda esterefatta,ma ormai gliene ho già infilato metà e la penetro avanti ed indietro.E’ stupita lei stessa perchè quel sincrono connubio tra figa e culo completamente occupati le piace da matti.Vado avanti per un pò ma nell’attimo in cui sento che il suo respiro si fa più accelerato,mi levo e cambio posizione.Veloce.Non voglio privarla a lungo del godimento.Ora la posseggo a pecorina ma con la mano destra continuo a padroneggiare il vibratore.Il buco del suo culo è completamente divaricato.Dentro la sua passera il mio cazzo sembra vedere con i miei occhi ciò che vedo io e s’ingrossa ancor più dall’eccitazione.
"Oh" grida la mia troia di questa notte piovosa.
"Dimmi quando stai x venire tesoro.."
Non so se mi ha udito.Poi però i suoi gemiti si fanno pìù frequenti."Sto venendo...si...si.."
Queste poche sue sillabe mi bastano per capire di accellerare ed intensificare i colpi dentro la sua figa e a spingere completamente il secondo cazzo (inanimato) in fondo al suo meraviglioso culo.Attimi che sembrano non terminare mai,poi il suo urlo che registro mentalmente.Quasi mi far venir voglia di riempirle quella sua vagina bollente con il mio sperma altrettanto caldo.
La guardo riprendere fiato,sedere all’aria,madida di sudore e di umori incolori,sopra alle lenzuola.
Le bacio la schiena.Lei volge lo sguardo a me girandosi,vede il mio cazzo duro puntare la sua cappella all’azimut e senza che manco io me ne accorga se lo prende in bocca.Lo succhia e lo masturba con foga con la mano destra
"Non posso resisterti a lungo se fai così tesoro..."
Lei si toglie per un secondo la mia cappella rossa e pulsante dalla bocca e mi dice:"Preoccupati solo di dirmi quando starai per venire.."
Io penso "E’ una di quelle a cui non piace l’ingoio.Pazienza".Riprende a farmi il pompino succhiando ogni centimetro e leccandomi di tanto in tanto le palle.Quando non lo fa mi tormenta il cazzo con la mano,come neanch’io sarei capace di fare..
"Tesoro sto x venire..."
Lei toglie la bocca e imperversa su e giu con la mano sul mio pene,avvicinando il suo viso al glande e spalancando la bocca!
Io guardandol vengo mentalmente ancor prima che fisicamente.Lo sperma schizza ovunque e le finisce in bocca,sul collo e su tutto il volto.Neanche una goccia che non sia su di lei.
"Volevo anch’io avere il tuo orgasmo liquido su di me.Tutto".
Poso la testa sul suo petto e resto a godermi quelle parole ed il silenzio che ne segue.
La pioggia porta via ogni pensiero e Morfeo ci accoglie tra le sue braccia poco dopo.
Nudi e sazi.
La pioggia accompagna il nostro sonno.
Invidiosa.
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RACCONTO N. 8
Autore:
( martedì 27 maggio 2008, ore 10.45 )
Nonostante i pareri contrari dei miei genitori oramai avevo deciso, volevo lasciare a tutti i costi quel paesino di campagna per andare a vivere nella grande città.
Con le lacrime trattenute a stento salutai i miei genitori, gli amici più cari e il mio piccolo ma caro paesino.
Fiero e convinto di riuscire a realizzarmi e con la mia laurea sotto il braccio partii pieno di sogni e progetti.
Arrivato in città iniziai con lavori saltuari e anche umili, mi resi conto che non era facile l’inserimento nel mondo del lavoro anche in una grande città.
Finché un giorno non risposi ad un annuncio dove un rinomato albergo del centro ricercava personale qualificato da inserire nel proprio organico.
Presi immediatamente un appuntamento e mi recai subito a fare il colloquio. Fortunatamente per me cercavano un ragazzo giovane, con bella presenza e che sapesse parlare almeno due lingue straniere.
Il lavoro infatti consisteva nell’accoglienza e assistenza ai clienti.
Dopo mezz’ora di dialogo il direttore mi confermò la mia assunzione.
Il lavoro si presentò subito interessante e divertente perché avevo l’opportunità di conoscere tanta gente che proveniva da tutte le parti del mondo.
Finché una sera successe qualcosa che cambiò la mia vita.
Marco, il cameriere ai piani, mi pregò anzi mi supplicò di fargli un favore perché doveva scappare con urgenza altrimenti avrebbe perso l’aereo, e mi disse: "Davide ti prego puoi portare la cena in camera alla stanza 24 del 3° piano? Ti prego devo andare via, farò qualsiasi cosa per te quando ritorno".
Di fatto non ne avevo nessuna voglia, ma visto la sua urgenza gli dissi: "Vai pure ci penso io".
Marco mi ringraziò e mi salutò affettuosamente.
Presi il carrellino delle vivande e salii fino al terzo piano.
Stanza 24, bussai e dissi: Servizio cena, signore!
Dopo alcuni istanti di silenzio una voce di donna rispose: "Avanti la porta è aperta".
Entrai ma non vidi nessuno ad aspettarmi, e dalla porta socchiusa del bagno la stessa voce aggiunse: "Grazie Marco, quando scendo ti lascio la mancia".
"Non sono Marco signora, sono Davide quello della reception".
"Davide, quale Davide, fatti vedere entra pure".
Aprii lentamente la porta e rimasi senza fiato nell’ammirare la bellezza di quella signora immersa fino al collo nella vasca da bagno piena di sapone.
"Mi scusi signora.... ehmmmm, non volevo disturbarla mentre faceva il suo bagno. Torno dopo con la cena".
"Non ti preoccupare Davide, sei stato carino lo stesso. Non imbarazzarti, io mi chiamo Cristina e possiamo darci del tu se lo desideri".
"Certamente signora, ohppss scusami...... Cristina, adesso me ne vado".
"Perché vuoi già andare via? Non gradiresti farmi un po’ di compagnia?"
E pronunciando questa frase Cristina allungò un braccio verso di me e sollevandosi lasciò intravedere le sue due tette ricoperte dalla schiuma.
"Sono arrivata stamattina dalla Spagna e non ho ancora conosciuto nessuno, dai vieni qui vicino a me, siediti qui sul bordo della vasca che parliamo un po’ di noi".
"Certo Cristina - le risposi con lo sguardo calamitato da quelle tette che affioravano a filo d’acqua - è un piacere fare la tua conoscenza".
I miei pensieri però erano già andati ben oltre i convenevoli, pensavo alla forma del suo culetto, alla sua figa e alla voglia che avevo di scoparla.
Nonostante tutto cercavo di nascondere la mia costante erezione, ma soprattutto non avrei mai voluto fraintendere la situazione e di conseguenza rischiare di perdere il mio posto di lavoro.
"Rilassati Davide, non avere paura anch’io ho voglia di divertirmi stasera".
Si alzò in ginocchio nella vasca e allungò le sue braccia verso di me. Lentamente e in silenzio iniziò ad abbassare la zip dei miei pantaloni e con un gesto fulmineo mi calò i pantaloni e gli slip.
A quel punto il mio cazzo svettò fuori come una saetta, duro ed eretto come non mai.
"Vedo che sei già pronto, come mai?"
"E’ difficile rimanere indifferenti di fronte ad una donna carina come te - risposi prontamente - sai noi giovani siamo molto impulsivi".
"Davvero - disse Cristina - ....e vediamo quanto sei pronto a resistere allora!!!!"
Mi tirò verso di lei e senza troppi complimenti aprii la sua bocca e le sue labbra carnose avvolsero completamente la mia cappella.
Con una mano teneva saldamente il mio cazzo nella sua bocca mentre con l’altra dietro le mie natiche mi spingeva avanti ed indietro.
Mio Dio era fantastica, mi stava facendo un pompino da sogno. Ingoiava il mio cazzo fino alla base, poi lentamente lo faceva scivolare fuori e poi di nuovo giù tutto fino in gola.
Altro che i pompini di Laura la mia ragazza, e ogni volta che lo ingoiava la mia schiena era percorsa da brividi caldi.
"Ohhhhhhhhh Cristina sei fantastica, uhmmmmmmmmm, siiiiiiiiii così, non ti fermare ti pregoooooooo!"
Cristina afferrò le mie palle nella sua mano, iniziò a stringerle e ad aumentare il ritmo della succhiata.
Più succhiava e più stringeva le mie palle.
La sua lingua correva su e giù lungo la mia asta turgida e pulsante, le sua labbra avvolgevano avidamente la mia cappella.
"Siiiiiiiiiiiii, daiiiiiii continuaaaaa, ohhhhhhhh....... sto venendoooooo - gridavo implorandola di non fermarsi - godoooooooooooo, siiiiiiiiii.
Improvvisamente Cristina si fermò e iniziò ad ingoiare tutto il mio sperma caldo, ma quello che mi faceva più impazzire era il risucchio che mi faceva sulla cappella.
"Oh mio Dio - sospiravo - sei veramente assatanata, sei meravigliosa".
"Ne ero certa che ti sarebbe piaciuto - rispose Cristina - ....ma adesso se non ti dispiace puoi accomodarti di la che arrivo subito?"
"Certamente Cristina, ti aspetto sul divano".
Con le gambe ancora tremolanti dal piacere mi alzai i pantaloni e mi diressi nell’altra stanza ad aspettarla.
La serata era iniziata nel migliore dei modi, e secondo me si sarebbe conclusa ancora meglio.
Dopo alcuni minuti Cristina mi raggiunse sul divano, indossava un lungo accappatoio legato in vita che metteva in evidenza le sue grosse tette.
Con una mano abbassò la luce della stanza e solo alcuni deboli raggi di sole che trapassavano le tende illuminavano la camera.
Mi spogliai e mi risedetti sul divano.
Anche Cristina si sedette al mio fianco e iniziò a baciarmi sul collo, con la lingua mi leccava l’orecchio e coi denti me li mordicchiava. Con una mano iniziò ad accarezzarmi i capezzoli e poi li pizzicava tra le dita, e non appena io iniziavo a lamentarmi per il dolore lei mi conficcava tutta la sua lingua dentro la mia bocca affinché io non potessi fiatare.
"Ora sarai solamente mio - disse Cristina - io adoro condurre i giochi, per cui lascia fare a me e vedrai che ci divertiremo un mondo".
Non feci in tempo ad aprire la bocca che Cristina mi baciò profondamente lasciandomi per qualche istante senza fiato.
Mi afferrò la mano e la mise dentro il suo accappatoio, e così io cominciai a palpare freneticamente le sue tette, a tintillarle quei capezzoli turgidi e duri.
Si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò: "Ricordati che però devi fare tutto quello che ti chiederò".
"Oh Cristina per te farei qualunque cosa, pur ti scoparti davanti e di dietro se lo vorrai" - le dissi con un po’ di spavalderia.
Cristina allentò la cintura dell’accappatoio e lo aprì in modo da mettere in bella mostra il suo seno, poi mi afferrò la testa e la spinse giù tra le sue tette.
Fu il delirio totale, con la mia lingua cercavo di leccarle i capezzoli, prima uno poi l’altro. Finalmente dopo alcuni minuti di eccitazione riuscii a prenderne uno tra le mie labbra, iniziai a bagnarlo tutto con la saliva e ripulirlo con la mia lingua.
Intanto sentivo Cristina che lentamente iniziava a sciogliersi, a gemere e a contorcersi dal piacere.
"Davide non correre abbiamo tutta la serata davanti a noi, siamo solamente all’inizio" - mi sospirò nell’orecchio.
Ero talmente eccitato che sembravo un ragazzino alla sua prima scopata, non sapevo da dove iniziare ma poi Cristina dall’alto della sua esperienza di donna matura mi alzò la testa e disse - " E’ ora che facciamo le cose serie Davide".
Mise il suo braccio intorno al mio collo e con l’altra mano slacciò completamente la cintura dell’accappatoio, lentamente allargò le sue gambe facendolo scivolare ai lati delle sue gambe e disse: "Ora puoi servirti".
Le pulsazioni del mio cuore erano a mille, immaginavo la sua fighetta umida e vogliosa pronta per essere leccata, per essere penetrata.
Con la lingua iniziai a leccarle nuovamente i capezzoli, a succhiarli sempre più forte, poi cominciai ad andare giù soffermandomi sull’ombelico, e pensando al buco del suo culetto lo penetravo con la punta della lingua.
Intanto Cristina mi teneva sempre più forte la testa tra le sue mani sussurrando frasi sempre più provocanti.
"Oh Davide si così, penso a quando me lo metterai dentro, uhmmmmmm, quando mi sfonderai il mio culettoooooo, uhmmmmm!!!!!"
Non appena cercai di avvicinarmi alla sua figa improvvisamente qualcosa si appoggiò sulla mia guancia.
Per un attimo rimasi spiazzato non capivo cosa poteva essere, ma solo quando mi spostai di lato e un raggio di luce illuminò il divano mi accorsi di cosa fosse: un grosso cazzo eretto tra le sue gambe.
Cristina si accorse subito della mia sorpresa e senza troppi complimenti disse: "Non ti preoccupare non ti farò male, all’inizio brucerà un po’ ma dopo ti passa. Inoltre tranquillizzati non lo racconterò a nessuno".
"Cazzo ma tu sei un trans, dovevi dirmelo subito, ma che cazzo di scherzo è questo".
"Dai Davide rilassati, vedrai che ci divertiremo e poi ti è piaciuto quando te l’ho succhiato in bagno, o sbaglio?".
Effettivamente Cristina aveva ragione, è stato il mio più bel pompino che abbia mai ricevuto.
Dopo alcuni minuti di totale confusione mentale, e cercando inutilmente di non guardare il suo cazzo eretto, rimuginavo gli stessi pensieri: cosa si provava a fare un pompino ad un trans? Lo avrei succhiato fino a farmi sborrare in bocca? E infine cosa si provava a farsi inculare da un cazzo vero?
Non so se era l’atmosfera elettrizzata, la voglia di trasgressione oppure la voglia di provare realmente nuove esperienze che mi spinse ad allungare la mano e a stringerla intorno al suo cazzo.
E così feci scivolare in giù la mia mano mettendo a nudo la sua grossa cappella rosa.
Il suo cazzo era veramente grosso e a fatica riuscivo a tenerlo nella mia mano.
Cristina mi sussurrò di continuare e di fare quello che volevo, e che lei mi avrebbe aiutato se ne avessi avuto bisogno.
Poggiai il mio orecchio sulla sua pancia, osservavo la mia mano andare su e giù lungo il suo cazzo e il tutto a pochi centimetri dalla mia bocca.
Poi abbassai la sua asta puntandola verso la mia bocca, chiusi gli occhi e aprii la bocca avvicinandola alla sua cappella. I respiri di Cristina divennero sempre più rapidi, e a quel punto decisi di ingoiare il suo cazzo.
La pelle morbida del suo cazzo scivolava tra le mie labbra, le scoprivo la cappella e con la lingua la leccavo con passione.
Ogni tanto assaporavo qualche goccia di precum che fuoriusciva dalla cappella rossa e dura, ma il mio unico pensiero era sempre lo stesso: cosa avrei fatto nel momento in cui Cristina avrebbe iniziato a sborrare?
Il mio pensiero andò subito alla mia ragazza, lei non ingoiava mai il mio sperma anzi mi diceva che le faceva senso ingoiare quel seme caldo e dolciastro.
Comunque non feci in tempo a decidere nulla perché Cristina in preda ad un improvviso orgasmo con le sue braccia bloccò la mia testa contro le sue gambe impedendomi di allontanarmi dal suo cazzo, rilasciò due lunghissimi sospiri seguiti da due spasmi addominali e improvvisamente schizzi di sperma caldo mi riempirono la bocca.
Il suo cazzo era talmente grosso che non mi permetteva di far uscire nulla dalla mia bocca, e siccome cominciava ad essere piena decisi di farmi coraggio e di ingoiare tutto quello che avevo trattenuto fino a quel momento.
Fu un ingoio liberatorio.
"Siiiiiiiiiii così bevilo tutto, uhmmmmmmmm non male per un principiante, ohhhhhh ancora, siiii vengo ancoraaaaaaaaaaaa!!!!!"
Dopo alcuni istanti di pausa Cristina mi sparò in gola ancora alcuni flebili schizzi di sperma prima di rilassarsi completamente.
Non capivo perché a Laura non piacesse ingoiare il mio sperma, quello di Cristina tutto sommato non era così sgradevole anzi a ben pensare......
E mentre riflettevo su quello che avevo appena fatto ingoiavo le ultime gocce di sperma denso e un po’ agro-dolce che avevo sulla lingua.
"Come principiante devo dire che sei stato fantastico" - disse soddisfatta Cristina.
E aggiunse - "Ora vieni qui, girati e mettiti in ginocchio sul divano".
Capii subito cosa mi sarebbe successo da lì a qualche minuto ma ubbidii in silenzio.
Cristina nel frattempo aveva preso un tubetto dalla sua borsa, e avvicinandosi al mio culo iniziò a leccarmi le palle e l’ano.
La sua lingua saettava su e giù, poi con la punta iniziò a penetrarmi.
Un’improvvisa e stranissima eccitazione cominciava a ribollirmi dentro di me, e iniziai a spingere il mio culo contro la sua lingua.
"Allora ti piace essere stuzzicato e penetrato nel culetto, bel porcellone. Senti allora questo" - mi disse Cristina.
E senza aggiungere altro mi penetrò prima con un dito poi con due dita.
"Ahhhhhhhhhhh, questo però fa un po’ male..... " - ribattei prontamente.
"Questo non è niente con quello che proverai tra qualche secondo".
Una strana sensazione di fresco si stava spargendo tra le mie natiche, mi stava ungendo il buco del culo con del gel.
Poi mi girai con lo sguardo e la vide intenta ad ungere per bene la sua asta turgida ed eretta, appoggiò la sua grossa cappella sul mio ano e disse: "Adesso rilassati completamente e spingi forte verso di me se non vuoi soffrire".
Sentivo aumentare sempre più la pressione della cappella sul mio ano, la dilatazione mi provocava forti bruciori, cercavo di resistere ma il suo cazzo era inarrestabile.
Cristina afferrandomi per i fianchi mi tirò con forza verso di lei e in un attimo mi sfondò completamente il culo.
"Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh, mi fai maleeeeee, sei una troiaaaaaaaaaaaaaaaa, mio Dio che doloreeeeeeee!!!!!".
Improvvisamente un dolore lancinante mi trapassò completamente l’ano e il bruciore era così forte che non riuscivo neppure a parlare.
"Cazzo che maleeeeeeeee, mi stai rompendo tutto, non può entrare è troppo grossoooooo!!!!"
Non curante dei miei lamenti fece scivolare dentro di me tutto il suo grosso cazzo, era talmente grosso che non riuscivo nemmeno a contrarre i muscoli del mio ano.
"Questo è il momento che più preferisco - aggiunse sghignazzando Cristina - ....voi uomini tutto uguali, fate i duri e poi quando ve lo piantano nel culo vi lamentate come ragazzini. Godi Davide prendilo tutto dentro, vedrai ti piacerà!!!!!
Improvvisamente Cristina, che era inginocchiata dietro di me, si alzò sui piedi e cominciò a penetrarmi sempre più forte.
Si divertiva a farlo uscire completamente fuori e poi di colpo m’inculava tutto fino in fondo. Mi dava dei colpi così forti che le sue palle schiaffeggiavano le mie, mentre il mio cazzo rimbalzava su e giù contro la mia pancia.
"Siiiiiiiiiiiiiii così bravo, urla, fammi sentire come ti faccio male a sfondarti il culo. Prendilo tutto dentrooooooo, sei il mio schiavo adessooooooooooo" - gridava Cristina in preda all’eccitazione.
La sua inculata cominciava a piacermi, il mio ano si adattava sempre più a quell’enorme intruso e il dolore oramai era un leggero bruciore.
Comunque la sensazione più piacevole e perversa era quando mi penetrava tutto fino in fondo e si fermava affinché io potessi assaporare la grossezza del suo cazzo nel mio culo e la totale penetrazione.
"Cristina sei fantastica, il tuo cazzo nel mio culo mi fa impazzireeeeeee, ti prego sfondami tutto, riempimi il culo del tuo sperma, uhmmmmmmmmmm siiiiiiiiiiiiii dai fammi godereeeeeeeee" - le gridavo.
Cristina aumentò il ritmo mentre con le unghie mi graffiava tutta la schiena e mi mordeva le orecchie e le spalle. Più lei lo spingeva dentro di me, più io spingevo il mio culo contro di lei.
Infine dopo alcuni violenti colpi di reni si fermò improvvisamente spingendo tutto il suo cazzo dentro di me, lanciò un urlo liberatorio ed iniziò a sborrare dentro il mio culo.
"Godi porcoooooooooooooo, ti riempo tutto il culo di sperma, prendilo tuttooooooooooooo!!!!!!!"
Ero talmente su di giri per l’eccitazione che non mi resi conto che anch’io stavo sborrando, sentivo il mio seme schizzare sulla mia pancia, colare tra le mie cosce, era fantastico.
Dopo il delirio totale appoggiai la faccia sul divano rilassandomi completamente mentre Cristina faceva scivolare fuori dal mio culo il suo cazzo ancora mezzo eretto.
Mi girai sulla schiena e complice ancora la voglia insaziabile di succhiarle il cazzo lo presi tra le mie labbra e iniziai a ripulirlo tutto dalla sua sborra.
"Oh Davide questo si è ti fa onore, succhialo bene, uhmmmmmmm così da bravo!!!!"
E mentre sentivo colare fuori dal mio culo rotto lo sperma di Cristina, pensavo già alla prossima i
CONCORSO EROTICO...
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