GIULIO *ESTREMO* CASALE

Casale
ha un modo semplice per dire le cose, rifacendosi alla tradizione dei
musicisti scrittori. La tendenza ad esprimersi anche sulla carta pare
che questanno abbia conquistato un po tutti i musicisti
di casa nostra: da Manuel Agnelli a Morgan dei Bluvertigo, da Vecchioni
a Ruggeri, da Ligabue a Jovanotti non tutti certo con ottimi risultati
ma sembra che questi non riescano più ad accontentarsi della
musica. Ma veniamo al testo.
Non
conoscendo abbastanza il lavoro degli Estra mi pongo nei confronti di
questo sullo Zero, con animo puro. Le situazioni che evocano le parole
in questo libro sono semplici e cariche di emozione. Per esempio, in
Tra parentesi la poesia che più mi ha colpito nel testo, sarà
perché dentro cè la storia della nostra attuale
condizione di instabilità, Casale da una faccia alla consapevolezza
che le cose non sono così semplici: non si moriva vecchi o malati
o tutte due le cose insieme? A me morivano compagni di giochi/di
scuola/zie giovani e intelligenti. Scaturisce una domanda generale da
tutte le parole del volume, il poeta ne esce con la testa alta, non
rassegnato.
In piedi sullo zero ci conferma questo: non so che cosa mi abbia trattenuto/ma
ora sono qui, in piedi sullo zero/lo zero che ero e sono/eppure certo/un
po meno simile al mondo da cui ero venuto/ora distinguo gli odori
buoni in mezzo ai cattivi/e il mondo poi/posso vederlo ancora/che corre
velocissimo/in direzione soltanto rettilinea/ignorando il tondo il cerchio/dimenticando
la sfera/la perfezione dello zero. La rabbia come forza durto
per scalfire la realtà, la liberazione da tutti i mali. Concludo
con le parole dellautore: un attimo e vengo via dallangoscia,
langoscia, langoscia
/un attimo e vado incontro alla
terra, la terra/e mi dico/Non ho il tempo, oggi, per morire.
Per
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