Salis
è il musicista più eclettico e creativo che si possa trovare
nel panorama musicale italiano ma anche l\'estero ce lo contende
Antonello
Salis, in ragione di un genio insommesso che mal si presta a situazioni
di comodo e che rifugge gli studi preferendo le registrazioni live,
è sicuramente il musicista italiano più misconosciuto,
poliedrico, imprevedibile e innovativo; musicista per musicisti, ma
soprattutto musicista totale - sa passare dal pianoforte alla fisarmonica
con uguale coerenza e con una corporeità travolgente - vive la
musica come passione estrema, sogno ad occhi aperti da condividere con
musicisti e spettatori.
Pura
energia; quando il pianista è allopera è questo
quello che trasuda dal pianoforte su cui imperversano i torrenziali
passaggi delle sue mani sulla tastiera o le sue chirurgiche intrusioni
nel cuore dello strumento per carpirne gli umori più ignoti.
Superati da anni certi debiti stilistici alla scuola di Cecil Taylor,
Salis è oggi padrone di uno stile subito individuabile Lo si
ascolta rapiti dalle sue invenzioni sonore che si materializzano in
una poliedrica versatilità di proposte: da solo, in duo con sax
o tromba, o con la chitarra per rileggere perfino tracce beatlesiane.
Pianista
e fisarmonicista autodidatta, Antonello Salis è nato a Villamar
in terra sarda (CA), nel 1950.
Le sue prime esperienze musicali, dal 1969 al 1973, le vive come organista
in orchestre da ballo. Trasferitosi a Roma nei primi anni Settanta,
intraprende la carriera professionistica come musicista rock nel gruppo
jazz-oriented "Cadmo" con Mario Paliano e Riccardo Lay. Avvicinatosi
poi più da vicino al jazz collabora con alcuni dei maggiori musicisti
afro-americani ed europei (da Don Moye a Lester Bowie da Enrico Rava
a Paolo Fresu). Dal 1975 in poi, sono numerose le partecipazioni a festival
jazz sia in Italia che all\'estero che lo hanno visto suonare al fianco
di musicisti di prim\'ordine, quali Antony Braxton, Billy Cobham, Nanà
Vasconcelos, Don Cherry, Paolino Dalla Porta, Maurizio Giammarco, Gianluigi
Trovesi .
Negli stessi anni, Salis stringe un legame, destinato ad essere ricco
e duraturo, con il chitarrista francese Gérard Pansanel: entrambi
studiosi di jazz, ma amanti delle contaminazione, i due si sono esibiti
su numerosi palchi e più volte hanno inciso insieme. Per il teatro,
significative le sue collaborazioni con Remondi e Caporossi per i quali
ha suonato dal vivo ("Doctor Faust"), realizzato la colonna
sonora di un video ("Trucco") e composto musiche di scena
("Quelli che restano").
Gli orizzonti aperti ad ogni tipo di genere musicale e ad ogni tipo
di contaminazione tra generi ed espressioni artistiche, hanno portato
Salis a lavorare proficuamente, dal 1980 ad oggi, con la danzatrice
e coreografa americana Roberta E. Garrison, in performance fondate sull\'improvvisazione
di musica e movimento.
Tra il notevole lavoro svolto nel campo del teatro e della danza contemporanea,
Salis ha scritto musiche anche per alcuni importanti spettacoli di Teri
Weikel e Alessandro Certini.
Un grosso merito gli va sicuramente attribuito per una certa sua riscoperta
tutta "italiana" della fisarmonica e del suo impiego nella
musica improvvisata, che lo ha visto incontrare il fisarmonicista Richard
Galliano con il quale, oltre che con il quartetto con Coscia, Cazzola
e Rossi, ha dato concerti e registrato dischi memorabili.
Il suo approccio al jazz fa spesso riferimento a livello tematico a
motivi popolari presi o da tradizioni folkloriche o dal mondo del cinema,
(ha lavorato su trascrizioni di musiche di Nino Rota, Charlie Chaplin....),
i quali ben si prestano alla modernità di uno stile improvvisativo
che, rispetto della obsoleta scena del newbop italiano ed internazionale,
si apre verso escursioni "free", mantenendo comunque un vivido
sapore e calore mediterranei.
Da qualche anno a questa parte è inoltre divenuto colonna portante
di alcuni importanti progetti di Paolino Dalla Porta e specialmente
di Paolo Fresu, con il quale divide sempre più spesso
i palchi del mondo jazzistico sia nel divertente e apertissimo trio
P.A.F. (con Furio Di Castri) e a fianco del quartetto Angel (con Furio
Di Castri, Roberto Gatto e Nguyen Le.
Dalla sua, anche e specialmente in queste esperienze, l\'incredibile
vulcanicità della sua strepitosa energia artistica, collimante
con una viva ed intensa "mediterraneità" capace di
identificarlo quale uno tra i migliori esponenti di un sempre più
in voga "mediterranean sound".