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giovedì 11 giugno 2009 - ore 23:42
(categoria: " Vita Quotidiana ")
L’estate quell’anno si faceva attendere.
Io e Cristina, su due pianeti differenti camminavamo tenendoci per mano.
C’era una distanza incolmabile fra i nostri percorsi di ragionamento, Cristina amava chiamarle le rette parallele: terribilmente simili ma destinate e non incontrarsi mai.
Lo diceva con la grazia discreta che solo le donne di una volta.
Cristina era la cesta di vimini in cui riporre le proprie domeniche assolate.
Facevamo lunghe passeggiate, lei amava stringersi al mio braccio e cantare a mezza voce.
Quando una donna diventa consapevole del suo fascino lentamente si trasforma in qualcosa di non desiderabile.
Cristina non respirava la nostra stessa aria, sembrava fatta di sole: luminosa e calda, un arcobaleno danzante.
Le giornate scorrevano veloci tra orizzonti da seguire con le dita e la voce pulita di Cristina che cantava piano appoggiata al mio braccio.
Ci piaceva prendere la macchina e imboccare grandi strade per andare al mare.
Ascoltavamo la radio ed io m’inebriavo del puro entusiasmo che scaturiva dai suoi gesti.
Sembrava facesse tutto per la prima volta, anche il più piccolo movimento era pieno di gioia.
Un giorno percorrendo la strada per il mare mi sentii quasi svenire stringendole la mano posata sulla mia, la felicità ha modi strani di manifestarsi, alle volte ti coglie in contropiede lasciandoti senza fiato.
Dissi a Cristina che ci saremmo fermati alla prima stazione di servizio, avevo bisogno di rinfrescarmi, lei annuì sorridendo.
Parcheggiammo all’ombra, Cristina leggiadra corse dentro a comprare delle bibite e del caffé.
Mi sciacquai il viso e mi accucciai contro un muro respirando l’aria tiepida a pieni polmoni.
D’improvviso mi fu tutto chiaro: non mi sarebbe bastata tutta una vita per amare Cristina, fu per questo che mi sedetti in macchina, avviai il motore e fischiettando la lasciai all’Autogrill.
A quanto pare piaccio alla gente perchè sono ben educato anche se qualche volta sono in ritardo. Mangiare il gelato è la mia grande passione e mi piace portare un bel paio di pantaloni sportivi. Un bel giorno un dottore mi informerà che ho un quoziente intellettivo pari a 48 e quindi sono quello che si definisce un ritardato mentale.
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