Va’, va’, povero untorello, non sarai tu quello che spianti Milano. [A. Manzoni,
I Promessi Sposi, XXXIV]
Ritrovarsi a 35 anni con la
varicella non è per nulla una bella esperienza: anzi, è ad oggi l’esperienza più brutta della mia vita, data la mia fobia a riguardo delle malattie cutanee. Passati i primi 3 giorni da incubo, però, adesso mi ritrovo ad avere un sacco di
tempo libero, che sto investendo nella lettura, nella visione di film e nella scrittura...dopo più di 4 mesi, infatti, mi è tornata la
voglia di scrivere o forse, meglio, ho finalmente un
momento per scrivere, anche se, a ben guardare, scrivo per vivere. Ma scrivere per lavoro è un conto, scrivere per esprimere quello che mi passa per la testa un altro. Per anni ho fissato su carta buona parte di quello che sentivo, pensavo e provavo: esternare il mio mondo interiore mi ha aiutato a trovare un “
equilibrio instabile” in quell’instabilità costante che è una delle costanti significanti e caratteristiche della mia esistenza.
Scrivendo ora, però, mi rendo conto di come sia
cambiato il mio mondo e di come, soprattutto, sia
cambiata io nel corso di questi ultimi 12 mesi. Non sento, infatti, più la necessità di mettere per iscritto buona parte della mia interiorità, perché, per la prima volta, sono completamente assorbita dalla realtà e dal susseguirsi dei suoi giorni: sto vivendo una
quotidianità che è decisamente convulsa e, per alcuni versi, affannosa ed affannata, ma che
mi piace...mi sento finalmente di affermare che la mia vita mi piace. Mi piace grazie al
lavoro che faccio e per merito delle
persone che ne fanno parte...non serve molto di virtuale, se il reale corrisponde alle nostre aspirazioni. E adesso andiamo a mettere la
lozione, va!
COMMENTA (0 commenti presenti)
PERMALINK