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Ho visto King Kong e The Big Lebowsky, ma sconsiglio entrambi.

STO ASCOLTANDO

Musica russa a caso.

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ORA VORREI TANTO...

...ancora e ancora di quello che mi piace tanto.

STO STUDIANDO...

La Frontiera delle Possibilità Produttive.

OGGI IL MIO UMORE E'...


CLOUDS IN MY COFFEE

ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...



ORA VORREI TANTO...







PARANOIE


1) doversi alzare da sotto il piumone alle 7 di mattina in pieno inverno
2) quando le uniche risposte ai tuoi sms sono gli addebiti...

MERAVIGLIE


1) Sentire che per qualcuno tu conti davvero
2) L'odore della notte..
3) una meraviglia? guardare mia nonna che a 93 anni arroscisce quando le dò un bacio..


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SONDAGGIO: -¿QUAL È LA PARTE DEL TESTO CHE MANCA?-


Mi è arrivato questo SMS incompleto

Secondo voi, qual è il ¿*testo mancante*?





...* tromba *
...* discute *
...*amo lì a piangere. Mi son seduto da 20 minuti *
...* tenta di sistemare le cose *

( solo gli utenti registrati possono votare )

giovedì 17 agosto 2006 - ore 20:55


Coinquilino/a cercasi
(categoria: " Accadde Domani ")




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domenica 13 agosto 2006 - ore 01:50


L’ombrello e la macchina da cucire
(categoria: " Vita Quotidiana ")




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mercoledì 9 agosto 2006 - ore 22:24


LETTERATURA SPAGNOLA II (L-LIN/05) (MLC)
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Docente: Giovanni Cara
Secondo semestre

Obiettivi formativi
Gli obiettivi fondamentali sono:
1. Rendere lo studente di 2° anno capace di orientarsi tra le principali coordinate culturali, linguistiche e stilistiche entro cui si muovono in Spagna il lettore e lo scrittore dell’epoca rinascimentale e barocca.
2. Abilitare lo studente a leggere criticamente i testi: tutti i testi, compresi quelli dei secoli d’oro.

Testi di riferimento
1. ANONIMO, "Lazarillo de Tormes", ed. A. Ruffinatto, Madrid, Clásicos Castalia.
Francisco de QUEVEDO, "Il trafficone", testo spagnolo e italiano a fronte, intr. M.G. Profeti, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli. Oppure "L’imbroglione", testo spagnolo e italiano a fronte, intr. di A. Ruffinatto, trad. e note di M. Rosso Gallo.
Miguel de CERVANTES, "Don Quijote de la Mancha", ed. M. de Riquer, Barcelona, Planeta; oppure edición del IV centenario
AA.VV., "Poesía lírica del siglo de oro", ed. E.L. Rivers, Madrid, Cátedra.
Luis de GONGORA, "Favola di Polifemo e Galatea", ed. R. Trovato, Messina, Armando Siciliano (oppure ed. E. Cancelliere, Torino, Einaudi).
Lope de VEGA, "Fuente Ovejuna", ed. F. López Estrada, Madrid, Clásicos Castalia.
Pedro CALDERON DE LA BARCA, "La vida es sueño", Madrid,Cátedra.
Leandro FERNANDEZ DE MORATIN, "El sí de las niñas", Madrid, Castalia didáctica.
2. Maria Grazia PROFETI (ed.), "L’età d’oro della letteratura spagnola" ("Il Cinquecento" e "Il Seicento"); "L’età moderna della letteratura spagnola" ("Il Settecento"), ediz. La Nuova Italia.

E CHE DIO CE LA MANDI BUONA

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venerdì 4 agosto 2006 - ore 01:14


Amigos adiós
(categoria: " Vita Quotidiana ")


I miei amici partono. La mia compagnìa se ne va in Spagna.
Io non posso, e resto a Pàdova per le ferie, perché sono al cortissimo di soldi.
Quindi per salutarci ci siamo trovati al bar di Zol, a Rubano. Ho guidato fino a lì, (pensate che la macchina non era mia, non funziona bene, e la patente ce l’ho da appena 55 giorni).
Mi son trovato con la mia amica Mae, e dopo, due ore dopo, la troup che deve partire è arrivata. Noi intanto ci siamo mangiati una pizza di fronte alle Brentelle.
Dopo, loro sono arrivati. Ci siamo visti e salutati.
Dopo se ne sono andati.
Mi è rimasto un vuoto enorme.
Senza i miei amici mi trovo come tanto tempo fa: spaesato in un universo ostile.


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mercoledì 2 agosto 2006 - ore 19:27


Vérité sur les Chats et les Chiens
(categoria: " Vita Quotidiana ")


La verità è che i cani ti offrono il loro affetto e che i gatti richiedono indifferenza.
Il cane si accuccia vicino a te, abbaia agli sconosciuti e morde a chi ti alza la mano.
Il gatto se ne fotte. Ti soffia e ti graffia, anche se gli dai da mangiare, e viene da te soltanto se ha freddo o fame.
Se una cagna rimane pregna te ne accorgi perch’è pregna.
Se una gatta ciava lo viene a sapere tutto il quartiere perché urla come le attrici di Tinto Grass.

E s’è vero com’è vero che per il tuo cane tu sei un suo genitore e per il tuo gatto tu sei un figlio, è una merda di futuro quello che ci attende.
Da quando la vita si è trasferita dalle campagne alle città, il gatto è diventato sempre di più un animale domestico, per cui sempre siamo più "figli".
E non bisogna essere un Psigmund Freud per sapere come vengono sù i figli di genitori indifferenti. Con l’unica differenza che un genitore vero magari ti dà i soldi per pagare la psicoterapìa. Un gatto, in cambio, ti lascia i peli sul divano e ti caga sul cuscino.

A questo punto io non mi meraviglierei se le bestie morte e decomposte che mi porta il mio gatto, più che un gesto di paternità fossero un dispetto.



Your cat hates you.


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martedì 1 agosto 2006 - ore 02:20


Le bloggaiole che ho trovato
(categoria: " Vita Quotidiana ")


(con contate eccezioni)
Succede a tutti o soltanto a me? Forse mi succede perché mi attirano certi nicknames...
Ma ho trovato 4 grandi tipologie di bloggaiole su spritz.it
1) Da una parte ci sono quelle delle fate, i fiori, gli orsetti del cuore, fragoline e menate varie...
2) Dall’altra ci sono le pseudo-drag dei morti, le lacrime di sangue, la chiattona di Evanescense, le bambole rotte del viso bianco, dell’odio frantumato prima di provarlo... noiose come i film bùlgari.
3) Poi ci sono quelle laureatissime un po’ seriose, un po’ avveniristiche del XXI secolo che "famiglia no, carriera sí", che pòstano foto dei super eventi, dei DJ d’oltremare, di quelle band emergenti che se non fosse per MTV non li conoscerebbero nemmeno i suoi vicini di casa.
4) E per ultimo c’è l’adolescente bocchinara del lecca lecca, il piercing e la suoneria polifònica che scrivono sul blog come se fosse un SMS.

Ma dico io... le tipe normali quelle che conosco io, che lavorano per arrivare a fine mese, che vanno in spiaggia a Sottomarina, che hanno la stessa macchina da tre anni, che hanno o hanno avuto morosi di carne e ossa... le tipe vere insomma... non ci sono?


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lunedì 31 luglio 2006 - ore 23:07


Fanculo la libertà di stampa
(categoria: " Vita Quotidiana ")



Oggi sono andato a fare delle foto che documentassero la situazione di via Anelli. Difficile tenere fuori dall’inquadratura i porcellini (¿perché i poliziotti non sono mai in forma?), ma ho fotografato i posti di blocco, le transenne, e con molto rispetto (come di norma) ho domandato all’ufficiale più tondeggiante se potevo oltrepassare il valico pur non essendo residente. Mi disse di no, ma che se era vero che ero un fotografo free-lance, potevo fare il giro ed entrare dalla strada laterale, lì la transennatura era incustodita. Quindi ho fatto il giro e ho scattato ancora qualche foto. Dopo, dall’uscita del centro commerciale ch’è lì vicino, ho scattato delle altre, avvicinandomi sempre di più verso il 2do posto di blocco. Quelle foto avevano come sfondo le insegne della Vodafone e dell’Hotel Biri.
A questo punto una pallina gonfia (sempre in blu, tenetelo presente) mi si avvicinò finché attraversavo la strada e mi chiamò. Quando ebbi attraversato la strada gli venni incontro: "Prego, mi dica, ufficiale". Mi domandò cosa stavo facendo e io gli risposi che stavo documentando.
- Tesserino stampa per favore?
- Non è per la stampa, sono un fotografo free-lance e le foto sono per il mio sito web.
- Favorisca i documenti, prego.
- Ecco la patente.
- Deve cancellare quelle foto.
- Veda ufficiale che sono normalissime foto, può anche costatare.
Non c’è stato verso, e prendendomi la fotocamera con le sue corte e arrotondate dita, cancellò le quattro foto dove effettivamente ai confini dell’inquadratura compariva la loro pattuglia. "È per la privacy, sa? È per proteggere queste persone che noi stiamo fermando, che si drogano anche, se fosse per noi lei potrebbe fare tutte le foto che vuole, ma è anche nostro dovere proteggere la privacy delle persone che fermiamo, sa?" e mi riconsegnò la fotocamera.
Andandomene con un po’ di spavento (e un po’ di rabbia, perché fermare me, più che altro è una provocazione grottesca), mi richiamò un’altro ufficiale, più alto e con più stelline, ma sempre comunque sferoidale, e rifacendo la procedura, mentre io ero appoggiato al paraurti della loro pantera, disse al telefono alla centrale che c’era "uno che manda in giro le nostre foto per il web". E si segnò le mie particolarità su un quaderno onto quanto le loro coscienze. L’altro continuava a dirmi che era per la privacy e poi aggiunse: "come per esempio quelli là, quelli sono i tossici italiani", e con il dito mi segnalava un paio di ragazzi con le raste che entravano nel parcheggio del negozio di bricolage e fai da te. Il suino di alta stazza scese dalla macchina, mi riconsegnò la patente e mi fece accomodare dal suo collega, blu e paffuto come gli altri e mi costrinse a cancellare tutte le foto. "Ufficiale, queste foto qui sono innocue, voi non ci siete neanche nell’inquadratura". E lui: "o le cancelliamo o la portiamo in questura".
Me ne sono andato. Forse non lo dico, però lo faccio, e quindi sono un recidivo: fra i loro posti di blocco dove erano posizionati, e di qua e di là, meravigliosa libertà di stampa, ho scattato 3 foto, di numero.
E io che avevo sparlato di Putin per quello che ha fatto negli ultimi sette anni. E io che avevo sparlato del silenzio stampa del 9/11. E io che avevo criticato le bombe di stato degli altri paesi. E tutto ciò che ho detto sulla KGB, la Gestapo, le SS. E tutto ciò che ho detto a favore delle forze dell’ordine, e tutto il bello che ho detto della democrazia italiana, tutto insieme, col nodo alla gola, me lo son dovuto infilare sù per il culo.
E allora ho pensato alla mia fantastica amica poliziotta. Che nella vita privata è sempre stata una persona frizzante, gentile, aperta. Adesso capisco. La condizione uccide la personalità. Alla fine, nell’insieme vedrete che tutti smettono di essere quel che sono per diventare quello che fanno.


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domenica 30 luglio 2006 - ore 20:02


Il 5to inquilino
(categoria: " Vita Quotidiana ")


A casa mia c’è un gatto, ma è una gatta e si chiama Alberto.
La mamma di Alberto ha un occhio solo. E Alberto in realtà è una donna.
Garfield è iperattivo in confronto all’Alberto, che torna a casa soltanto per mangiare, e mangia anche quand’è via. A volte porta a casa uccellini morti e lucertole disseccate, per farci vedere che si dà alla caccia, ma lo stato di decomposizione degli uccellini e la durezza delle lucertole ci fanno capire che li caccia soltanto perché sono morti.
Lui, l’Alberto, prova più affascinanti i croccantini.
Oggi mi sono alzato alle 14 circa e sono andato in cucina a farmi il caffé. Ma finché stavo mettendo il l’oro macinato nel filtrino della macchina espresso, vedo che fra i miei piedi passa qualcosa come una lucertola, solo che viva, con i baffetti, grossa e pelosa. Chiaramente non era una lucertola ma un topo, e quando me ne sono accorto di che cosa si trattava ho iniziato ad urlare come niña chiquita, saltellando per non pestarlo con i piedi nudi, ho corso dal porcello (e cioè il gatto gatta) che sapeva già come stavano le cose, perché anche lui stava scappandosene. L’ho preso al balzo proprio mentre saltava via dalla finestra, l’ho buttato in cucina e gli ho detto "dai, caccialo, préndilo, è un topo, voi gatti mangiate topi, giusto?". Ma quella gatto bastardo se la squagliò da un’altra finestra e ormai non c’era più niente da fare.
Io e il mio coinquilino siciliano abbiamo provato a smontare la parte sotto della cucina ma quel topo non c’era più. Suppongo che sarà in giro per la casa. Perché il gatto non osa tornare.


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sabato 29 luglio 2006 - ore 13:36


Caffé?
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Essendo le ore 13.27 mi accingo a partire per andare a fare il cameriere per la società di catering dove lavoro nei fin de semana .
A chi si gode il sole: FPS
A chi va in montagna: FPS
Io per lavorare: fattore di protezione solare 4.

Buon finde a tutti.

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venerdì 28 luglio 2006 - ore 02:15



(categoria: " Vita Quotidiana ")



Io abito con altri tre ragazzi in una casa immensa, nel cuore quieto di Little Bucharest, a Padova. Ognuno con una stanza per sé, un bagno grande (che non mi dà fastidio pulire ogni tanto), una sala immensa (è veramente grande, piena di mobili, una TV, uno stereo, un giradischi e un grandissimo specchio, tende oramai lavate per l’odore di fumo impregnato, una macchina da cucire, due divani, due tavoli e qualche sedia quà e là), tre verande, e una cucina abitabile, ma non vivibile.
Di solito dovrebbe funzionare in uno di questi due modi:
1) Chi sporca lava (ed è giusto, equo e solidale)
2) Uno cucina l’altro lava (ed è anche giusto).

Però qui da noi funziona che uno fisso sporca e gli altri lavano a rotazione. Quindi in cucina bisogna sempre lavare per usare. Siamo in quattro, e abbiamo 10 tazzine da caffè, 7 tazze, 20 piatti fondi e piatti, 12 set di forchetta+cucchiaio+coltello e una quindicina di cucchiaini.
¿Perché tanti, se siamo in così pochi? Allora io, che non abbraccio in toto niente ma prendo spunto di ogni cosa, ho avviato la Soluzione Definitiva , ma solo in modo temporaneo. Ho imboscato tutto quello che avanzava: tazze tazzine piatti e posate. E li tiro fuori soltanto quando abbiamo degli ospiti. Sennò mi tocca trovare tutte e quante le 10 tazzine di caffé sporche quando siamo soltanto in tre a berlo.

In bagno fino alla settimana scorsa c’erano ben 14 spazzolini!!!

L’operazione di pulizia etnica si è avviata. Ho messo in quarantenna tutto ciò che ritenevo non venisse più utilizzato. Fra 39 giorni butterò via quella scatola così com’è, con dentro gli spazzolini, i rasoi, i quattro spray da barba identici che ho trovato e in più quel cavo da rasoio elettrico con spina tedesca che non si usa da quando tre anni fa è andato via il buon Schüller che era qui in erasmus per l’anno accademico 2002/2003.
In cucina ho eliminato di recente una comunità di licheni artici che risedevano su qualcosa che tempo a dietro poteva essere una zucchina o un cetriolo, ma che ora ho buttato via perché era un insieme di muffa, peli, e appunto, licheni artici.




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