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mercoledì 17 marzo 2010 - ore 13:51


A volte ritornano....
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Ogni tanto quando si ricapita da queste lande torna un pò la nostalgia dei pomeriggi pieni di cazzeggio assoluto, mi piacerebbe un sacco per una volta poter tornare a qualche anno fa, ai post a triplo senso, gli innumerevoli commenti, i litigoni, le risate, le foto scaricate post feste.
Un bellissimo periodo ormai chiuso che ha portato poche ma ottime persone.
Si, nostalgia di SSP man, VIP, zeccolo, jacuzzino, nonno Ale, il Giampi, il Bob, la pazza...ah no, lei no!


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giovedì 30 ottobre 2008 - ore 15:09


ecco
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Ursula Sanchez, Artemia Gonzales e Fatima Rodriguez alias Brahma, Shiva e Visnù sarebbero i nomi ideali da appiccicare sul campanello di un ipotetico appartamento.
Prima o poi ce la faremo?




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venerdì 5 settembre 2008 - ore 17:44


ieri eravamo ad abano terme
(categoria: " Vita Quotidiana ")




C’è un giovane uomo in circolazione che si intromette selvaggiamente nei gruppetti di tre ragazze, ma lo fa con classe tant’è che il suo amico dal nome nobile si allontana e lascia fare, guardando e forse sghignazzando.

L’abbiamo sentito cantare, l’abbiamo visto ballare, l’abbiamo sentito recitare gli accordi di sbucciami come se fosse l’ave o maria, voleva essere già ingaggiato nella band per non separarsi dall’amore della sua vita...insomma è un tuttofare.
La sua propensione a mantenere i segreti è un pò dubbia, come il suo gusto quando chiede il mio silenzio.

E’ un uomo che lancia sms minacciosi ma è capace anche di tanta dolcezza come posso testimoniare con dei suoi scritti.

Però non si capisce come possa rifiutare gli inviti di tre donzelle, era riusciuto a conquistare mia moglie con i doni meravigliosi che le ha donato, ma chi non vorrebbe essere al suo posto??






Coglimi
Frutto fresco tuo sarò
Mangiami
Fino a che ti sazierò
Scioglimi
È un veleno dolce il mio
Cacciami
Tanto ormai lo voglio io
Usami
Fino a che ti servirò
Bevimi
La tua sete asciugherò
Portami
Dove mi nasconderai
Giocami
Ma i miei punti non avrai
Qui senza te io sbatto in aria i miei cioè
Ti salverò almeno un pò ci proverò
Ti schiaccerò alle tue notti mi darò
Completerò ci riuscirò ma che ne so
Tu senza me rispogli a terra i miei se
Ti straccerò ti sfascerò ti sfinirò
Contratterò nella tua lista ci entrerò
Su via dai con calma dai basta così
Lo voglio io completo io
E se ti basta un’ora
Sbucciami e la tua bocca addolcirò
Coglimi
Frutto fresco tuo sarò
Mangiami
Fino a che ti sazierò
Scioglimi
È un veleno dolce il mio
Cacciami
Prima che ti cacci io
Qui senza te io sbatto in aria i miei cioè
Mi salverò almeno un po’ ci proverò
Ti schiaccerò alle tue notti mi darò
Completerò ci riuscirò ma che ne so
Tu senza me rispogli a terra i miei se
Ti straccerò ti sfascerò ti sfinirò
Contratterò nella tua lista ci entrerò
Su via dai con calma dai basta così
Lo voglio io completo io
E se ti basta un’ora
Sbucciami e la tua bocca addolcirò
Coglimi
Mangiami
Scioglimi
Cacciami
Sbucciami
Usami
Bevimi
Coglimi
Mangiami
Sbucciami
Scioglimi
Sbucciami
Frutto fresco tuo sarò
Mangiami
Fino a che ti sazierò
Cacciami


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giovedì 10 luglio 2008 - ore 15:24


Ariecchime
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Oggi le lamentele aspetteranno.
Sono successe tante cose da raccontare e non, dalla convinzione delle persone il essere il non plus ultra anche se valgono meno di una formica, all’avere le lacrime agli occhi perchè al buon piccione fare il diversamente abile riesce moooolto bene spaventando tutte le macchine ferme ad un semaforo mentre lui lava nel migliore dei modi il lunotto anteriore di mia moglie che piegata dalle risate non riesce più a guidare, al fatto che dovevo fare un post sobrio sul trapporto testicoli - cervello (ahimè qualcuna si scorda di fornirmi la materia prima), alla laurea del nuovo dottore magistrale Enricolandia di cui posteremo qualche diapositiva saliente.

Comunque volevo solo dire cheeeeeee Bob sei in ritardo di tantissime ore, polemico!
E poi IO non sono polemica, mi dipingo come tale ma in realtà non lo sono mai stata ecco.



















Thanks to Jumpy!


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giovedì 12 giugno 2008 - ore 13:49


il tradimento
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Io vorrei solo dire che avere delle amicizie virtuali con le amiche di mia moglie mi porta a sapere quante volte ella mi tradisca ripetutamente nascondendomi tutte le sue tresche occultando appositamente le prove fotografiche.
No perchè noi c’eravamo soffermati sulla cea "porsea" (licenza poetica) due domeniche fa tra un montenegro, un negroni e un’animane(g)ra; nulla in confronto alla tale citata sopra.
Durante quella serata si era parlato di tradimento, se sia perdonabile o meno, il tal dionisio ha esclamato un "ciao bea" (ciccciiiooo non credere di cogliere una finta palla al balzo), frase condivisa da tutte le altre partecipanti.
Il dubbio ora mi assale e mi attanaglia...che ne sarà di mia moglie??
A chi la do in pasto??

Nel frattempo c’è qualcuno che trama contro quasi tutti...ahahahaahah

Per tutti i traditi, i tradenti passati presenti e futuri sappiate che esiste un portale che vi sosterrà psicologicamente e con numerosi consigli indistintamente dalla "classe" a cui apparteniate, fantastico.
Chissà perchè poi quando si parla di tradimento viene subito da pensare alle corna fatte tra due persone che stanno assieme, fatto grave ma non meno del tradimento verso un amico piuttosto che verso se stessi.

Everybody’s free, got to be free, feel good
See, got to feel good upon yourself
Everybody’s free, last man world
Got to be, got to be, got to be free, feel good
Scream
This is the sound of freedom



la fame in venice


il dito medio sempre alzato


...sai so timida!


lei e la bevanda nel bicchiere scippabile.


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mercoledì 28 maggio 2008 - ore 13:41


vita quotidiana al Bassanello...
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Una delle cose che non sopporto è l’incoerenza e l’ostentazione, ovviamente non sono gli unici due aspetti del vivere comune che non sopporto, e chi mi conosce un pochino lo sa.
A volte i luoghi comuni non sono cosi comuni come si crede, se il vecchio spelacchiato in testa col ferrari color grigio topo vivo non avesse alzato le mani all’aria a mo di stiracchiamento ad ogni semaforo sarebbe quasi passato inosservato.
Si perchè si doveva per forza di cose notare la sveglia turchese al polso sinistro abbinato ad un anello dello stesso colore lungo tutta la falange del medio destro ma soprattutto bisognava vedere 3 braccialetti dorati di larghezza variabile al polso destro.
Doveva far presente a tutti che la sua ferrari era una cabrio e che lui ai mendicanti ai semafori da qualcosa ma per fare questo gesto bisogna quasi alzarsi in piedi, forse abbassare il finestrino faceva molto operaio nella punto bianca van.
Esemplare la donnina al suo fianco che se lo abbracciava costantemente, questa perla mascula non si può mica rischiare di perderla!

Si può ostentare tutto, anche quello che non si ha, ma perchè farlo? Chi ti osserva almeno un attimo sa perchè vede o capisce.
Ma lo sapete che non si ostenta solo la ricchezza ma anche intelligenza e sapere che spesso non si hanno?
Di norma chi ostenta qualsiasi cosa è una persona che bada solo alle apparenze e di poca sostanza. Normalmente chi ostenta sente il bisogno di colmare con cose materiali delle carenze personali.
L’aspetto tragico è che c’è chi ostenta se stesso credendo che tutti invidino la sua persona, dovrebbe capire che la tristezza non è invidiata da nessuno.

"Chi vale davvero non deve ostentare niente." Luigi Lo Cascio


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venerdì 16 maggio 2008 - ore 14:17


sono logorroica
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Vale la pena essere sbagliati?
Ciò detto, partiamo dalla classica definizione da dizionario: l’origine della parola divertimento è il francese divertissement, che sta per digressione, distrazione. In italiano il primo significato è passatempo, svago. Quindi "divertimento" identifica un’attività che è diversa dalle solite, che serve ad allontanarsi e distrarsi dalla propria quotidianità.
E fin qui nessun problema, penso che questa definizione sia ineccepibile.
Il problema sta nel capire se il concetto di divertimento sia soggettivo o meno, ovvero se tutti possiamo divertirci allo stesso modo oppure no. Andando in giro il sabato sera sembrerebbe di sì: guardate che file chilometriche di fronte ai pub o alle discoteche. E poi una volta dentro a questi locali ci troviamo sempre di fronte alla medesima situazione: musica a palla in ogni dove, anche nei bagni. Tutto molto bello se uno fosse interessato solo ed esclusivamente a ballare. Però, a meno di non essere la reincarnazione di John Travolta, non ritengo sia possibile ballare per tutta la sera. Qualsiasi essere umano alterna al ballo momenti di rifrigerio al bar o altri di riposo con la propria compagnia. E qui viene il bello: come si fa a parlare con qualcuno se intorno a te c’è più rumore che dietro ad un jet militare? La stessa situazione avviene nei pub, nei quali molto spesso il livello di chiasso è tale da impedire ad un nutrito gruppo di amici di avere una conversazione tutti insieme; questo per il semplice fatto che coloro che stanno ai capi del tavolo non riescono minimamente a sentirsi. Quindi la serata si riduce ad una conversazione con i vicini di posto: se si è sfigati e capita di stare con chi non si vorrebbe, sai che tristezza. Ed allora in quella serata qual è stato il nostro divertimento? Se lo dovessimo valutare con i parametri da dizionario, è stato un buon diversivo e quindi un buon divertimento. E se lo dovessimo valutare con i nostri parametri?
E qui, come dicevano gli antichi romani, casca l’asino. Secondo me oggi si è molto condizionati dall’idea comune di divertimento e si imposta il proprio in base a standard predefiniti. Per questo quando usciamo molto spesso ci ritroviamo a fare sempre la stesse cose, cambiando magari scenario. Purtroppo ci ritroviamo anche a valutare se la nostra uscita ci ha soddisfatto in base a parametri che non sono proprio i nostri ma che la massa ci ha suggerito. A volte sembra che più si rincasa tardi, più ci si è divertiti. Secondo voi è vero?
Personalmente ho cominciato a farmi l’idea che non è il quanto ed il cosa si fa a determinare la qualità del divertimento, ma piuttosto il come. L’essere umano si realizza appieno quando esprime tutto sé stesso: corpo, razionalità e spirito. Quando curiamo uno solo di questi aspetti, ci manca qualcosa. Ecco, vedo che molto spesso mi/ci capita di divertirci trascurando qualcosa, e poi alla fine questo ci lascia quel fondo di insoddisfazione strisciante che alla fine non permette di stare completamente bene con sè stessi. La serata tipo molto spesso soddisfa le esigenze di svago di corpo e mente, ma non quelle dello spirito. Infatti quando la comunicazione con gli altri è ridotta ai minimi termini, ci manca quella vita profonda di relazione che è nella natura dell’essere umano. Ma purtroppo nei parametri di massa questa voce è poco considerata. Pensateci bene.
Che succede allora? Diventa sempre più difficile sviluppare dei rapporti interpersonali più profondi nelle occasioni che abbiamo per stare insieme. E’ un bel problema, perché a volte non se ne sente la necessità. Infatti un confronto profondo richiede la conoscenza di un tu diverso dall’io, e molto spesso fa paura. Ma è questo confronto che ci arricchisce e riesce a vincere quel senso di solitudine che molti di noi provano e che non riescono a spiegarsi o che, peggio, negano. Quel senso di solitudine si ha perché non abbiamo nessuno attorno al quale trasmettere il nostro io più profondo.
Mi diverto al massimo non quando faccio cose che si avvicinano all’impossibile, ma cose semplici, che sappiamo fare tutti benissimo. Cosa c’è più divertente di una serata assieme agli amici passata a ridere, scherzare e, ripeto, senza fare cose strabilianti come ubriacarsi bevendo bevendo bevendo senza più capire nulla o lanciarsi a folle velocità sulle strade statali in periferia con le conseguenze ben note. Il divertimento per me è anche andare al cinema passando per il negozio che vende solo stronzate. L’unica cosa è che il divertimento non deve celare i problemi della nostra vita quotidiana, diventando così il centro della mia esistenza. Se così è non è più divertimento, svago, ma diventa tutto ordinario e alla lunga potrebbe essere noioso oltre che, ovviamente, controproducente.
Perché divertimento anziché gioco? Ho paura che se parliamo di divertimento ci mettiamo dalla parte di ragazzi immaturi o di uomini che non sanno pensare a se stessi. “Ho scoperto – dice Pascal - che l’infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera…l’infelicità della nostra condizione, debole, mortale è così miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente. Così l’uomo cerca di distrarsi e si disperde in attività che lo illudono mentre impegna sé stesso a illudere gli altri…." ”Gli uomini, aggiunge, non avendo potuto guarire la morte, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici”: una frase che anticipa Heidegger quando dice che l’uomo non esce dalla genericità delle opinioni impersonali che dominano la chiacchiera quotidiana e se la morte è un evento ineludibile assolutamente proprio di ognuno, è sempre considerata come cosa degli altri e nessuno l’assume autenticamente su di sé. Indietreggiando nel tempo si potrà parlare di Schiller impegnato a tradurre il giudizio estetico kantiano in quel concetto di libero gioco delle facoltà umane che sostiene la possibilità di una risoluzione della storia, inaridita dalla divisione del lavoro, nella riconquista di un’armonia perduta. E non ho bisogno di citare Nietzsche che, attraverso o al di là della concezione dionisiaca e degli sforzi per assurgere alla volontà di potenza, sembra, nello Zarathustra che danza, innalzare sul gioco di forze cui l’uomo può consegnarsi, un gioco sempre più alto, fino a quel ripetersi eterno dell’uguale in cui ogni momento possiede tutto il suo senso.

Divertire = volgere altrove
Divertirsi = volgersi altrove

La qualità del divertimento deriva da una maturità psicologica. Quel volgere altrove può senz’altro essere indirizzato verso un’arte qualsiasi o,per assurdo anche verso il lavoro produttivo.Tutto ciò che piace può essere chiamato divertimento, l’essenziale che sia un volgere altrove.
Detto questo non ho altro da aggiungere sull’argomento, ognuno è libero di divertirsi nel modo che si sente addosso senza doversi per forza sentirsi dare del cesaroeo (a me poi??) o da veci che giocano a briscola, oggi in variante tombola.

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, o meglio c’è chi crede di essere per forza nel giusto e chi non è come lui è l’ebete di turno, poi si parla tanto di rispetto in questo benedettissimo mondo quando non si riesce ad accettare la diversità nel modo di pensare e di agire diverso, chi mi dice quale sia il giusto o lo sbagliato?
Lo sappiamo noi se siamo felici di quello che facciamo e questa mi pare che sia la cosa più importante.
Ognuno ha la sua felicità, sia chiaro.

Passo e CHIUDO.


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lunedì 21 aprile 2008 - ore 19:05


Il Mondo che vorrei
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Forse è troppo complicato nella sua semplicità.

Che non si dica mai che io tiro sempre fuori il peggio dalle persone (); ci tenevo alla cena di venerdi, chiedo venia per il finto cabarettismo e le battutacce onnipresenti però si, insomma, voi siete due personcine eccezionali e passare il tempo in vostra compagnia è uno dei piaceri più piacerosi che ci possano essere.
Non parlo però della Paciaroni, vi scalfirei troppo il cuore.
Denghiu gais.
Vado a comprarmi anch’io un telecomando fashion con sportellini maggici nascosti.

Nelle diapostive sottostanti manca il sior gippico che le ha scattate, la prossima volta scatenerò la mia ira attraverso la mia fotocamera...ah a scanso di equivoci, non stiamo collaudando un nuovo codice di comunicazione per persone non autosufficienti.









Non siamo invecchiati più di tanto, no?


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mercoledì 5 marzo 2008 - ore 13:23


libero arbitrio
(categoria: " Vita Quotidiana ")


Bella parola libero arbitrio perchè è tutto e il contrario di tutto.
Taluni filosofi sostengono che l’universo si fonda sulle leggi della causalità (Merovingio docet J). Ogni azione (causa) ha una reazione (effetto) dalla quale si avvia una spirale ininterrotta di successione causale che non può portare a qualcosa di prestabilito.
Ora immaginiamo 6 miliardi di persone che prendono ciascuna una decisione al secondo e vedremo che il calcolo di tutte le variabili non è poi così semplice.

Alcuni filosofi ritengono che sia impossibile fare qualcosa di diverso da ciò che effettivamente facciamo. Essi credono che le nostre azioni dipendono dalle nostre scelte e che le nostre scelte cambiano in base alle circostanze differenti in cui ci veniamo a trovare. Nella fattispecie, per circostanze si intende la somma delle esperienze di una persona, delle sue conoscenze, del retaggio colturale, delle circostanze sociali, insieme a altri fattori di cui possiamo essere all’oscuro. In breve, le circostanze che esistono prima che agiamo determinano le nostre azioni e le rendono inevitabili. Questa corrente è chiamata determinismo e asserisce 1) che niente è stabilito in anticipo e 2) che il 99,9% delle nostre azioni è reso inevitabile da una serie di circostanze che vengono elaborate dalla nostra mente.

Credere o meno. Questa forse è l’unica vera scelta che ci è data. L’unica reale libertà che abbiamo è quella di avere fede oppure no. La verità ci è nascosta o più propriamente è al di là delle nostre attuali percezioni. Non sapremo mai se siamo veramente liberi di giocarci la vita come meglio crediamo oppure no.

E in fondo per molti è meglio non saperlo. E’ più facile. Più comodo.



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giovedì 7 febbraio 2008 - ore 11:56


tutto e niente
(categoria: " Vita Quotidiana ")


La sectio aurea, il numero d’oro 0,618 è considerato nell’arte come il rapporto proporzionale analogico tra la figura umana e la realtà sensibile. In natura regola le spirali delle chiocciole e disciplina gli elementi che compongono le foglie, in geometria è in una stella a cinque punte, la misura secondo cui i suoi lati si intersecano o il rapporto tra i lati di un decagono regolare e il raggio del cerchio circoscritto. O forse no. In matematica basta spostare una radice quadrata o sottrarre e poi dividere un numero per un altro e se ne trova uno.
Tutto questo per dire che non sopporto gli architetti, tutti tranne uno perchè non sembra un architetto nonostante sia bravo nel suo lavoro, è un suicida che mi insegnerà a disegnare a mano libera a io me, io che della manualità ho fatto il mio moto di vita viaggando sempre con righelli e squadrette, si accettano scommesse sul risultato finale (sogna bea!).
Tutto questo post solo perchè è intercorso tanto tempo dal venerdi del post sottostante e io, povera fiammiferaia piena di pensieri riguardanti un famoso percorso che devo fare quanto prima con mia mollie, appena entrata in libreria non mi ricordavo più il nome del libro consigliatomi vivamente dal delinquente del doc. Potevo mandargli un semplice sms? No, amo essere additata come quella che.

Io ho voglia di.....



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