Ancora si aspettano risultati per il concorso per la borsa di studio, ma negli ultimi dieci giorni ci sono comunque stati due distinti avvenimenti che vale senza dubbio la pena segnalare. Chi si aspettava un post subito dopo il concerto di sabato scorso ha avuto invece a che fare con la mia pigrizia, ma recupero immediatamente. Eh sì: The Fly ha debuttato con la sua nuova band-tributo ai Coldplay, che prende nome da una delle tracce del secondo album della band di Chris Martin (
Daylight per l’esattezza). Molti sono stati gli incontri fatti ad Este allo Zebbra Pub, a partire da Sabrina e la sua compagnia vicentina, Alessandro "Snap", il bassista con cui suonavo fino a prima di laurearmi (Andrea), Valeee e due vecchie conoscenze di Spritz (Bighina e Tunafish) con un loro amico che ho rivisto di recente sia quando lavoravo da MediaWorld che in occasione di un reading al Mel Bookstore. Tra i membri del gruppo c’è anche il batterista Plerik, che è stato anche coinvolto in un breve periodo transitorio della "mia" band precedente, che mi ha visto uscire dalla line-up perché volevo andare in direzione opposta. Un progetto, quello di staccarmi progressivamente dalle canzoni altrui (in ogni caso mai di un solo artista o gruppo) e provare a fare qualcosa di originale che non si è ancora concretizzato; chissà, forse avevano ragione loro, considerando che già è difficile uscire con le
cover.
Andiamo avanti. Bello lo spettacolo, con alcuni video abbinati alle canzoni e una scaletta piuttosto equilibrata. Nelle loro scelte c’è molto materiale dall’ultimo
"X&Y" (e non poteva essere altrimenti...) ma anche più di una canzone da intenditori, a partire da quella "How You See The World" che è comparsa finora solo nell’edizione giapponese del terzo disco e in una compilation benefica di artisti vari. L’emozione ha giocato qualche scherzo all’inizio, nelle prime esecuzioni gli strumenti hanno un po’ coperto la voce di Mattia, ma si sono tutti ripresi molto presto. E hanno le carte in regola per diventare una affermata realtà musicale della nostra regione, con una proposta accattivante e non scontata. In seguito ad una sovraesposizione alla musica dei Coldplay, devo ammettere di non averli ascoltati per mesi e mesi; non so perché, ma con i loro dischi mi succede sempre questo: mi entusiasmano all’inizio per poi stufarmi subito dopo. Ebbene, il giorno dopo il concerto dei Daylight ad Este ho rimesso nel lettore "A Rush Of Blood To The Head" e ho riascoltato alcune canzoni che non ricordavo affatto. Per seguirli in giro per i locali, i Daylight sono su Myspace e hanno un sito Web ufficiale, e sono sicuro che anche Plerik avviserà sulle future date sul suo blog, che potete trovare
qui a destra tra quelli che seguo. Bravi, ragazzi!

E complimenti anche a
mio nonno, che qualcuno ha conosciuto alla mia laurea poco più di un anno fa, che all’età di 75 anni si è laureato (con 110 e lode) in Scienze della formazione e dello sviluppo delle risorse umane all’Università Telematica Guglielmo Marconi, con una tesi di laurea dal titolo "Al di là del muro invalicabile del carcere minorile". Sono in possesso di una copia della tesi e avrò modo di leggerla nei prossimi due giorni; ci stava lavorando da un po’ e già quest’estate ero riuscito - prima che cancellassero del tutto i miei dati - a procurargli dei libri dall’Università di Padova. I prossimi post saranno dedicati alle ultime letture (vale a dire Travaglio e Rachid O., ma anche un ottimo libro di Fernando Fratarcangeli dedicato a Patty Pravo) e ai più recenti ascolti. Sono d’accordo con Mist sugli Arcade Fire, che hanno inciso un ottimo disco, che continua il discorso di "Funeral" del 2004 senza risultarne una copia sbiadita. Se prima erano evidenti le influenze
new wave, dai Talking Heads a certe cose dei Joy Division, qui ci sono anche richiami a Bruce Springsteen in più di un brano. Una bella conferma anche il terzo CD del giovane Patrick Wolf, "The Magic Position", buono ma non eccelso "Pocket Symphony" degli Air, forse un po’ troppo malinconico il primo cd solista di Brett Anderson, ex Suede e Tears.
Non sono ancora riuscito a rintracciare nei negozi le nuove ristampe dei Depeche Mode con Super Audio CD e DVD, "Construction Time Again" e "Black Celebration", ma in compenso ho visto che la Rhino ha ristampato di nuovo tutti i dischi dei Doors, fatta eccezione ancora una volta per quelli incisi senza Jim Morrison, ovvero "Other Voices" e "Full Circle" (e c’è una nuova raccolta in più formati) remixati da Bruce Botnick. Il mese prossimo recensirò per il sito Rockol.it la
Legacy Edition di "Steve McQueen" dei Prefab Sprout, disco del 1985 di cui già parlai tempo fa qui sul blog e che il 6 aprile sarà ripubblicato con 8 nuovi rifacimenti acustici - il che significa che i lati B dei singoli saranno forse reperibili in un
futuro box antologico.