Un giorno avrò modo di scrivere, su questo blog, tutto il bene che penso di quest’uomo, degno erede dell’indimenticato Indro Montanelli, uno dei pochi giornalisti di razza rimasti oggi nel nostro Paese.
Marco Travaglio, nel corso dell’ultima puntata di AnnoZero su Raidue, ha esposto una lettera a Camillo Ruini, in merito ai politici divorziati, separati o conviventi che oggi sfilano compatti in difesa della famiglia tradizionale al Family Day. Che non è, purtroppo, una semplice
festa delle famiglie, in cui si valorizzeranno
proposte concrete; non si collegheranno il calo delle nascite e le giovani coppie che non si sposano al lavoro sempre più precario. Nonostante i toni smorzati di oggi, in seguito alle dichiarazioni non certo ambigue di Savino Pezzotta (la manifestazione in Piazza San Giovanni è
contraria ai DiCo, il disegno di legge presentato dai ministri Bindi e Pollastrini per le coppie di fatto, etero ed omosessuali) resta in me l’impressione che il Family Day sia un evento più clericale che laico, e che tende ad
escludere invece che ad includere. Da
laico, mi sento più vicino ai radicali, socialisti, liberali e repubblicani che festeggiano proprio oggi i trentatre anni dalla vittoria del
referendum sul divorzio (cioè il "Coraggio Laico" in Piazza Navona). Mi chiedo perché, in Italia, non si possa da una parte sostenere la famiglia e dall’altra tutelare le coppie di fatto, come avviene in
altri Paesi europei. Parlerò di diritti civili in un altro momento, intanto inoltro qui la lettera di Travaglio, che a dire il vero attinge parecchio da un altro articolo, apparso su
Libero, il quotidiano (non certo "comunista") diretto da
Vittorio Feltri.

"Eminenza reverendissima cardinale
Camillo Ruini,
mi rivolgo a lei anche se la so da poco in pensione, anziché al suo successore card. Bagnasco, perché lei è un po’ l’Andreotti del Vaticano: ha accompagnato la vita politica e religiosa del nostro paese per molti decenni. Come lei ben sa, non c’è paese d’Europa che abbia avuto tanti
capi del governo cattolici come l’Italia. Su 60 governi in 60 anni, 51 avevano come premier un cattolico e solo 9 un laico: 2 volte Spadolini, 2 Craxi, 2 Amato, 2 D’Alema, 1 Ciampi, che peraltro si dichiara cattolico. In 60 anni l’Italia è stata governata per 52 anni da un cattolico e per 8 da un laico. Se la DC e i suoi numerosi eredi avessero fatto per la famiglia tutto ciò che avevano promesso, oggi le famiglie italiane dormirebbero tra due guanciali. Sa invece qual è il risultato? Che l’Italia investe nella spesa sociale il 26,4% del Pil, 5 punti in meno che nel resto d’Europa a 15, quella infestata di massoni, mangiapreti, satanisti e - per dirla con
Tremaglia - culattoni. Se poi andiamo a vedere quanti fondi vanno alle famiglie e all’infanzia nei paesi che non hanno avuto la fortuna di avere in casa Dc e Vaticano, scopriamo altri dati interessanti. L’Italia è
penultima in Europa col 3,8% della spesa sociale alle famiglie, contro il 7,7% dell’Europa, il 10,2% della Germania, il 14,3% dell’Irlanda. Noi diamo alla famiglia l’1,1% del Pil: meno della metà della media europea (2,4). Sarà un caso, ma noi siamo in coda in Europa per tasso di natalità: la Francia ha il
record con due figli per donna, la media europea è 1,5, quella italiana 1,3. E il resto d’Europa ha i Pacs, noi no: pare che riconoscere i diritti alle coppie di fatto non impedisca le politiche per la famiglia, anzi. Lei che ne dice? Lei sa, poi, che per sposarsi e fare figli, una coppia ha bisogno di un lavoro stabile. Sa quanto spendiamo per aiutare i disoccupati? Il 2% della spesa sociale, ultimi in Europa. La
media Ue è il 6%. La Spagna del terribile Zapatero spende il 12,5. I disoccupati che ricevono un sussidio in Italia sono il 17%, contro il 71 della Francia, l’80 della Germania, l’84 dell’Austria, il 92 del Belgio, il 93 dell’Irlanda, il 95 dell’Olanda, il 100% del Regno Unito. E per i giovani è ancora peggio: sotto 25 anni, da noi, riceve il sussidio solo lo 0,65%; in Francia il 43, in Belgio il 51, in Danimarca il 53, nel Regno Unito il 57. Poi c’è la casa. Anche lì siamo penultimi: solo lo 0,06% della spesa sociale va in politiche abitative (la media Ue è il 2%, il Regno Unito è al 5,5). Se in Italia i figli stanno meglio che nel resto del mondo, anche perché sono pochissimi, per i servizi alle madri
siamo solo al 19° posto.

Forse, Eminenza, visto il rendimento dei politici
cattolici o sedicenti tali, avete sempre puntato sui cavalli sbagliati. O forse, se aveste dedicato un decimo delle energie spese per combattere i Dico e i gay a raccomandare qualche
misura concreta per la famiglia, non saremmo i fanalini di coda dell’Europa: perché i nostri politici le promesse fatte agli elettori non le mantengono, ma quelle a voi le mantengono eccome. Sono proprio
sacre.
Ora speriamo che il Family Day
faccia il miracolo. A questo proposito, vorrei mettere una buona parola per evitare inutili imbarazzi. Come lei sa, hanno aderito all’iniziativa moltissimi politici così affezionati alla famiglia da averne due o tre a testa. Come Berlusconi, che ha avuto due mogli, senza contare le giovani e avvenenti attiviste di
Forza Italia con cui prepara il Family Day nel parco di villa Certosa. Le cito qualche altro esempio da un bell’articolo di
Barbara Romano su Libero. Vediamo la Lega, che fa fuoco e fiamme per la "sacra famiglia". Umberto Bossi: due mogli. Calderoli 2 mogli (la seconda sposata con rito celtico) e una compagna. Castelli, una moglie in chiesa e l’altra
davanti al druido. Poi c’è l’Unione democratico cristiana, l’Udc, piena di separati e divorziati. Divorziato Pierferdinando Casini, che ha avuto due figlie dalla prima moglie e ora vive con
Azzurra.

Divorziati l’ex segretario Marco Follini (Italia di Mezzo) e il vicecapogruppo Giuseppe Drago, mentre la vicesegretaria Erminia Mazzoni sta con un divorziato. D’Onofrio ha avuto l’annullamento dalla Sacra Rota. Anche An è ferocissima contro i Dico. Fini ha sposato una divorziata. L’onorevole Raisi ha detto: "Io vivo un pacs". Altro "pacs" inconfessato è quello tra Alessio Butti e la sua compagna Giovanna. Poi i due capigruppo: alla Camera,
Ignazio La Russa, avvocato divorzista e divorziato, convive; al Senato, Altero Matteoli è divorziato e risposato con l’ex assistente. Adolfo Urso è separato. L’unico big in regola è Gianni Alemanno: si era separato dalla moglie Isabella Rauti, ma poi son tornati insieme. Divorziati gli ex ministri Baldassarri (risposato) e Martinat (convivente). La Santanchè ha avuto le prime nozze annullate dalla Sacra Rota, in seguito ha
convissuto a lungo.
E Forza Italia? A parte il focoso
Cavaliere (che si è unito con la seconda moglie Veronica Lario prima di ottenere il divorzio da Carla Dall’Oglio, madre di Marina e Piersilvio; è stato persino bigamo, ndr) sono divorziati il capogruppo alla Camera
Elio Vito e il vicecapogruppo
Antonio Leone. L’altro vice, Paolo Romani, è già al secondo matrimonio: "e non è finita qui", minaccia. Gaetano Pecorella ha alle spalle una moglie e diverse
convivenze. Divorziati anche
Cesare Previti, Adornato, Vegas, Boniver.

Libero cita tra gli irregolari persino
Elisabetta Gardini, grande amica di Luxuria, che ha un figlio e convive con un regista. Frattini, separato e convivente, è in pieno Pacs. Sono risposati pure Malan, D’Alì e
Gabriella Carlucci, mentre la Prestigiacomo ha sposato un divorziato. E al Family day ci sarà pure la Moratti col marito Gianmarco, pure lui divorziato. Ecco, Eminenza, personalmente sono convinto che ciascuno a casa sua sia libero di fare ciò che vuole. Ma è difficile accettare l’idea che questi signori, solo perché siedono in Parlamento, abbiano dal ‘93 l’assistenza sanitaria per i conviventi
more uxorio e vogliano
negarla a chi sta fuori. E che lei Eminenza non abbia mai tuonato contro i Pacs parlamentari. Ora però non vorrei che qualche "Onorevole Pacs" disertasse il Family Day per paura di beccarsi una scomunica. Perciò mi appello a lei: se volesse concedere una speciale dispensa almeno per sabato, ne toglierebbe d’imbarazzo parecchi. Potrebbe pure autorizzarli a sfilare ciascuno con tutte le sue famiglie, magari non oltre il numero di tre. Per far numero. Ne guadagnerebbe la partecipazione. Si potrebbe ribattezzare l’iniziativa Multifamily Day." (M.T.)