domenica 18 novembre 2007
ore 18:00 (categoria:
"Vita Quotidiana")
Gusto rana!
purè.

la mia assenza è stata dovuta da vari motivi di natura temporale e siccome non possiedo ancora lo sdoppiamento della personalità fisica ma sopratutto quella mentale mi accontento di vivere in un surrogato di mele cotogne.

detto questa breve presentazione assolutamente anti-religiosa che potrebbe offendere chi delle mele ha fatto uno suo stile di vita aggiungo che:

dopo stimoli alla prostata ho deciso, grazie all’aiuto di validi e vari amici, di far uscire una simil testata chiamata "fanzine", dove si possono leggere le cazzate che scrivevo qua dentro, però in maniera più fica e ganza. stile fonzi.

il perchè è il percome non lo so, ma sta di fatto che ormai è nata: Gusto rana! ’zine

non è altro che un libretto autorpodotto in versione cartacea, solo ed esclusivamente cartacea, questo perchè abbiamo scelto di togliere la fredezza dello schermo che c’è quando si legge qualcosa in rete, e in più perchè carta canta. non so cosa canta ma chi ha l’udito più sviluppato di sicuro può dirlo. spero che almeno canti qualcosa degli 883.

l’uscita è a defecazione dello staff, ma cercheremo di farla uscire ogni 3 mesi, ma anche prima, se vi interessa la cosa basta tenersi aggiornati nell’inutile myspace che esiste della fanza. ed è questo: Gusto rana! zine
è un libretto in formato A5 con circa una 40ina di pagine, dentro si trovano le storie che potevate leggere qua, più recensioni di gruppi a caso di un underground vario e variopinto, recensioni di concerti, ricette, quiz, cazzate, disegni, fumetti, interviste inutili, e tutto ciò che ci viene in mente, e che non ha nessun senso mettere. tutto ciò al costo di un pleuro che serve esclusivamente per le fotocopie su carta reciclata; perchè noi amiamo la natura. t.a.t. natura. una volta che la avete in possesso siete liberissimi di fotocopiarla per amici o farne tutto ciò che volete. è esente da copyright, ma in eugual misura ha una sottospecie di cavillo burocratico che ci permette che non vada finire su donna moderna per esempio.

il primo numero è già uscito, il secondo è in lavorazione. se volete una copia non basta fare altro che contattarmi, o me o l’user nekro o di eddy roth o contattatandoci sul myspace della minchia e c’è il link la in alto.
potete trovarci anche in questo sito dedicato a questo tipo di testate: clicca e leggi la recensione
detto questo vi saluto postando il risultato finale del test qua in alto: " È POSSIBILE CHE TUA MOROSA/O TI TIRI SOTTO IN MACCHINA? "
TOTALE VOTI: 59
9 voti (15.25% ) si è possibile.
5 voti (8.47% ) no, è impossibile, non era lei. la tua immaginazione. ti 6 tirati sotto da solo.
13 voti (22.03% ) voleva la tua eredità di collezione di tappi di birre.
4 voti (6.78% ) voleva eliminarti, per dopo ricominciare una nuova vita.
9 voti (15.25% ) è stata colpa tua che ti sei buttato sotto la macchina mentre passava.
19 voti (32.2% ) guarda detto tra di noi gha fatto ben.
quindi vi ringrazio perchè mi volete bene. a ha ha hah a h hahahaah ah a h ahhaa
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giovedì 5 aprile 2007
ore 19:19 (categoria:
"Vita Quotidiana")
succede solo a montebelluna

interessante direi.
a hahahah ha ha ha hhaaaah ha ha hah hah a ha h ha e ah
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domenica 11 marzo 2007
ore 18:32 (categoria:
"Vita Quotidiana")
fuga in macchina sospetta.
Credo e senza dubbio le prove sono tante e inconfutabili che io abbia ragione sui fatti che or ora sto per descrivere in questo piccolo trattato che chiameremo il trattato di mastrick.
In ogni singola coppia di individui nella quale si fonda un rapporto interpersonale umano chiamato più comunemente “stare assieme”, vi sono e vi saranno sempre dei momenti che per ragione di causa chiameremo i momenti di scazzo e di istinti omicidi, rivolti alla seconda metà del notsro/vostro io.
Perché l’io è subcosciente e si in futura nell’archetipo prototipo dell’antropomorfismo universale. In poche parole chi fa filosofia el ze cuea.
Ma veniamo ai fatti.
Era una uik ende, ovviamente si era spolpi, ovviamente non ricordo quando è successo, ed è praticamente ovvio che esistano altre forme di vita.
C’era tensione nell’aria tra la mia lei e il suo lui, per dei motivi che si sono persi in un coccio di bottiglia, e non si faceva altro che girare in macchina senza meta a bere ed ad urlare cazzate spocchiose per innervosire nel più profondo l’animo pacifico che ognuno ha alle 5 di notte dopo litrate di alkol.
Si era giunti al culmine della sopportazione ambivalente e ci si ferma… dove? se non davanti ad una chiesa? Qua inizia il puro delirio, tutte le bottiglia vuote che c’erano in macchina iniziano a volare contro i due corpi lanciate con tanta foga degna di un lanciatore del disco, per fortuna l’alkol faceva il suo sporco gioco e nessuno dei due prese il bersaglio; totalizzando zero punti. Nel frattempo il suolo, dove a distanza di poche ore si sarebbe svolto un matrimonio, si era trasformato in una vetraia a cielo aperto recando un pericolo per noi e per la macchina. Ma con abile mossa ne usciamo indenni tutti e tre. Ci si avvia ancora a delirare in macchina, obbiettivamente credo che ne provavamo un certo piacere in questa lotta purulenta di minchiate dove il senso stesso della spocchiosità era già svanito per lasciare posto ad un altro fattore, molto più importante ed è il fattore esse, come direbbe max pezzali.
Ad un tratto la macchina guidata dalla giocatrice che non porta pene si ferma in mezzo ad una via e qua scatta la mia pazzia minacciandola che gli averi rubato la macchina. Inizia la sfida. Lei scende dalla macchina e io gli inculo la macchina. Mi ricordo che mi sono fatto un giro nel quartiere(che poi non ricordo che quartiere era) e di essere ritornato nel posto dove avevo eseguito il furto alla arsenico lupen. Ma lei non c’era più. Le mie facoltà mentali mi dissero: lascia la macchina dove la hai trovata e cancella le tue impronti digitali. E fu quello che feci, solo che dopo mi sorsero talmente tanti dubbi, e stati d’angoscia misto senape che mi decisi di cercare la proprietaria dell’auto e dopo di tornare a casa e perché no, farmi anche una doccia. La ricerca non fu mai così tanto vana, anzi la ricerca non fu mai così tanto ivana. mi ero perso più e più volte fino a quando la ritorvo…. d’avanti ad una chiesa. E subito mi salirono le prime domande: mica vorrà sposarmi ora? In queste condizioni? E con questa macchina? E mentre mi facevo le domande la macchina si autodiresse nella scalinata della chiesa. Era per fare un effetto trionfale, ma fu solo un effetto tonfale. Lei non voleva più saperne della macchina, mi disse addirittura che la macchina era diventata mia e che me la potevo tenere, io ci pensai anche un attimo ma la pretendevo aggiustata a questo punto, mica fai un regalo rotto. Eh! Ci fai anche brutta figura! Dopo svariati passaggi di proprietà della macchina si era fatta mattina e tutti provavamo grande stanchezza per tutte quelle energie perse per vedere fino a dove l’essere umano può spingersi in preda a stati d’animo differenti ma sotto una grande stella chiamata: risvolti psicologici di giovani coppie
Il risultato finale lo avremmo visto solo nell’indomani quando ci alzammo dal coma nel quale eravamo caduti e ovviamente, non poteva essere altrimenti, ci fu una grande risata generale e pronti a rifarlo. Ma anche no. Ah hah ah a hah ah hah ah a h hah ahah ah haha hah haha hah a ha hah hah ahah ha haha hha haha haa
Per concludere: ogni sera prima di andare aletto, bisogna rivolgersi questa semplice domanda:”ho arrecato danno qualcuno nella giornata odierna?” se la risposta è si, e non ho dubbi a riguardo, è meglio individuare il modo per risolvere il problema alla radice in modo definito. (prof. rossi)(che non so chi cazzo sia, ma la sua saggezza ha colpito il mio cuore da beone) A ha hah hah aha haa
Questa è una foto di repertorio pro adozione.

a hah ah ahh ah a ha ha ha h ha ha haha hah hah aha haha hha haaa
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mercoledì 3 gennaio 2007
ore 20:11 (categoria:
"Vita Quotidiana")
per fortun o forse solo para buena suerte
Mi limiterò a non dire nulla.
non perchè non ci sia nulla da dire, fare, baciare lettera, testamento, pugno sotto il mento.
Ma diciamo che se la birra è loppio dei popoli, e io non sono ne un "popolo" ne una "birra", almeno spero di essere "diciamo".
il succo del post è:
PER FORTUNA CHE LULTIMO DELLANNO CE UNA SOLA VOLTA ALLANNO


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sabato 23 dicembre 2006
ore 15:13 (categoria:
"Vita Quotidiana")
il titolo deve essere al max di 20 caratteri.differenti.tipo dupliceprsonalità.
questo post andrà in onda in forma ridotta per venire in contro alle vostre facoltà mentali. perciò niente immagini che vi piacciono tanto.
posto una barzeletta che più la leggo più mi fa ridere e non mi annoia mai. a ah ha hah ah h ah ah ah ah ha h a ha hahah a hah hah ahahahah ahahh ah ah ah a hh ah ah a hah ah ha h a haa
A scuola la maestra chiede: "Chi di voi mi saprebbe dire come si può mettere un buco in un altro buco?" La bravissima di turno, Anna Paola, alza subito la mano e dice: "Signora maestra so io come si fa!" "Come?" Allora Anna Paola unisce gli indici e i pollici delle mani tra di loro formando un anello e poi li mette intorno alla bocca e dice: "Ecco, signora maestra, un buco in un altro buco". "Bravissima Anna Paola! Adesso chi saprebbe dirmi come si fa a mettere tre buchi in un buco?" Anna Paola alza nuovamente le mano per prima... "Dimmi Anna Paola". "Stessa cosa, solo che adesso le dita coprono sia la bocca che le narici. Ecco, signora maestra, tre buchi in un buco". "E ancora bravissima Anna Paola! ... Adesso chi saprebbe dirmi come si fa a mettere cinque buchi in un buco?" Anna Paola alza un’altra volta la mano. "Stessa cosa, solo che le dita coprono bocca, narici ed occhi. Ecco signora maestra, cinque buchi in un buco". Pierino che si sta incazzando perché Anna Paola risponde sempre e lui no, dice: "Signora maestra voglio fare io una domanda! Come si fa a mettere 9 buchi in un buco?" Nessuno sa rispondere. Persino Anna Paola se ne sta zitta. Allora la maestra dice: "Non sappiamo Pierino, diccelo tu..." "Mettiamo un FLAUTO nel culo di Anna Paola!"
ah ah ah h a ha ha h ha ha ha hh ahah aha hh a hah ha ha
piccolo sonsiglio per gli acquisti: questa barzeletta si può cambiare con in nomi che vuoi tu.
ah ah a hh ah ah a hh a ha ha ha ha hh a hahahahah hah ah a ha h haa
aggiornamento di oggi che non so che giorno sia e neanche lora.
ho scoperto una cosa che mi fa alquanto ridere.
paola turci la cantautrice italiana ha fatto un album che si chiama UNA SGOMMATA E VIA
A HAHAH H AH A HAH AH H AAH HA HAH AHAH AHA HA H HAH AH A HA HH AAA
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giovedì 14 dicembre 2006
ore 20:00 (categoria:
"Vita Quotidiana")
gavino è il miglior sottofondo musicale
ieri sera era una serata di per se inutile come lo stracchino di nonno Nanni dopo il dolce della zia Elisabetta, cioè ti rovina il gusto del dolce della zia Elisabetta, che comunque comodamente chiamiamo eli o betta o sà.

comunque eravamo nel solito posto stessa ora stesso bar stessa gente che vien dentro consuma poi va non lo so che faccio qui esco un po’ e vedo i fari dell’auto che mi guardano e sembrano chiedermi chi cerchiamo noi
che tra le altre cose per chi non lo sapesse in questa canzone degli 883 (gli anni) c’è una frase che dice: gli anni del "tranquillo siam qui noi"... bhe cosa dire... grazie max pezzali e grazie anche del darti del noi, se ho bisogno ti chiamo...

comunque ricapitolando: Stessa storia, stesso posto, stesso bar una coppia che conosco c’avran la mia età come va salutano così io vedo le fedi alle dita di due che porco giuda potrei essere io qualche anno fa
che poi per chi non lo sapesse in questa canzone degli otto otto sedici c’è una frase che fa:Gli anni di "Qualsiasi cosa fai"... che per me rimane ancora un mistero il suo significato.
comunque ricapitolando: Stessa storia, stesso posto, stesso bar stan quasi chiudendo poi me ne andrò a casa mia solo lei davanti a me cosa vuoi il tempo passa per tutti lo sai nessuno indietro lo riporterà neppure noi

e si beveva e si parlava con le poche persone che c’erano di argomenti alquanto inutili come lo stracchino della zia Elisabetta dopo aver mangiato la torta del nonno Nanni.

il succo di arancia fondamentale islamico della serata pregna di idee da evitare è stato al ritorno.
[qui ci andava una foto di una sogliola ma il sito spritz non voleva caricarmela perciò vi cuccate la descrizione e basta]
cioè anche dell’andata ci sarebbe da raccontare, ma la storia risulterebbe noiosa e lunga e senza senso. come lo è già. anzi lo sarebbe di più.
stavo tornando a casa da un pubbetto dislocato in qualche zona non conosciuta dai comuni mortali, infatti gli unici clienti erano ingegneri che cercavano di provarci con ingegnere. l’ingegnere filini.

il guidatore era la capra di iek e aveva bevuto un po’.

come tutti del resto. se no che si esce a fare? partiamo e al volante sembra megalo man con i super poteri perchè riesce ad evitare tutti gli ostacoli che troviamo nel tragitto, tipo macchine posteggiate lungo i bordi della strada, cassonetti che stavano nel loro posto assegnato dal comune, paletti saldamente ancorati al terreno, persone che camminavano nel marciapiede, case, edifici, fabbriche, bar, negozi, insomma tutto quello che normalmente c’è per strada, ieri sera per il guidatore era un ostacolo.

siamo vicino a casa mia e una macchina parte dal nulla dall’altro lato della strada con la nostra stessa direzione, ma a fari spenti.
ne nasce una garetta tre le due vetture con iek che gli suona e non fa entrare la macchina nella corsia, trovandosi per forza contro mano, ma arriva uno sparti traffico. l’uomo/donna alla guida dell’altra macchina rallenta e rallentiamo anche noi, giusto per non farla passare.
il tutto mentre suonano i clacson a intermittenza delle due macchine.

il tutto alle tre di notte.

la macchina avversaria riesce a superarci tra la curva e lo sparti traffico.... ma cosa succede?
subito dopo la curva c’è una rotonda e ci sono gli sbirri impegnati e prendere le misura di un incidente. viene subito fermata la macchina avversaria. E noi ci fermiamo allo stop come se stessimo attendendo di farci fare l’etilometro.
Il guidatore della macchina numero due spiega alla polizia che era solamente colpa nostra, e inevitabilmente vengono verso la nostra macchina a farci il terzo grado.
Io nascondo la birra iek afferma dai che adesso ci divertiamo, e si infila la cintura di sicurezza. E alza gavino. Il poliziotto indica di abbassare il finestrino e iek lo fa. Però abbassa il mio.

decide di spegnere il sottofondo musicale di gavino perchè le uniche parole che diceva erano bestemmie e lo disconcetravano.
Si riprende e rialza il mio finestrino e fa scendere il suo;e alla domanda: "perché suonava il quella maniera?" Lui risponde: "shshshshshhshshlasci shhhhhhhhhstare quello li è un pazzo.e mi ha tagliato la strada. " Pronunciando il tutto sbiascicando ogni singola lettera. Il capeo ribatte: ma si emette il segnale acustico solo in caso di emergenza… ma non fa in tempo a finire che iek lo interrompo dicendo: "più emergenza di questa!!!" Un po’ allibito lo sbirro ci fa andare via, ma ferma l’altra macchina per accertamenti. La storia è finita, andate in pace. Aha hah h a hah a ha hhaha ha h ha ha hah aha
io in tutto ciò avevo un ruolo marginale, ma ugualmente importante e cioè ridevo e in più avevo la responsabilità di raccontarlo al popolo bue, visto l’sms di risposta che mi è giunto il giorno dopo da iek:
AH SI? E DOVE? CI HAN FERMATI? E PERCHE’? ME LA SONO CAVATA BENE? PER FORTUNA HO DORMITO VESTITO CON ANFIBI E TUTTO SENNO STAMATTINA NON ARRIVAVO PIU’.

Insomma non si ricordava nulla anzi forse questa storia non è mai successa…. A haha hah h a hah a ha h ha ha ha hha ha hah a ha ga g ag gag a ghahah h aa
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sabato 2 dicembre 2006
ore 17:19 (categoria:
"Vita Quotidiana")
2minutiadreka in concerto

link----> sito die 2minutiadreka
questo è il link di edo un grindcorepeople---> blog di edo
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mercoledì 22 novembre 2006
ore 21:07 (categoria:
"Vita Quotidiana")
non vado più in balera il sabato sera.
bhe. una cosa è da dire. . Correva sabato undici novembre e ci si stava dirigendo nella terra dell’aria prelibata, e cioè a Marghera e ad ascoltare musica sinfonica da camera, e cioè ad un concerto hard-core al cso rivolta.

La macchinata era delle più vispe terese che van tra l’erbetta, ma siamo riusciti a chiedere lo stesso a tutta Marghera dove cazzo fosse sto Rivolta, perchè nessuno in macchina era sobrio da ricordarselo, e una rotonda ci fotteva sempre. e ripeto sempre! perchè la frase che dicevano tutti i passanti che fermavamo era: "alla rotonda a sinistra. " Da qualsiasi direzione prendevamo sta rotonda. peccato che dopo un tot di fermati fermammo l’ennesimo non autoctono che alla domanda: “sa’ dov’è il rivolta in via fratelli bandiera?”

Rispose sbiaschichiando qualcosa del tipo: sono urbiaco. O per lo meno è quello che abbiamo capito dalla cozzaglia di carne inumana che era e dai suoi gesti e versi.


Per fortuna Marghera non è una metropoli, perciò trovammo il posto, posteggiammo dall’altra parte del fabbricato giusto per aver la strada a portata di mano onde evitare di perdersi nuovamente anche per il ritorno.
Il concerto non era dei più fenomenali, ma una cosa è da raccontare. Mentre si esibiva l’ultimo gruppo e cioè " la crisi" la giorgia mi fece notare che mayo, il cantate del gruppo

assomiglia a midi,
ma da vecchio.
Tra una risata e un’ altra mi avvicinai al palco per fargli una foto...

ma sotto al palco mi trovai una donna vestita da pitone rosso e con le tette fuori che mostrava la sua cellulite nei glutei. Un po’ arrapato mi misi a guardare lo spettacolo. fino a quando chiedo ad un tizio dietro di me chi fosse quella donna così sbuderata la risposta è stata: "varda che el ze un omo, varda quà" estrasse dalla tasca il telefonino con la fotocamera (nel senso che il telefonino era munito di fotocamera, non che estratte il telefonino grazie all’ausilio della fotocamera).

sbirciò tra le sue foto private e mi mostro una foto scattata sotto alla gonna della tipa. era un trans.

iera un travestio.
ebbene si. Lei era un lui. O lui era lei. In qualsiasi modo vedi la vita con un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto l’evidenza è evidenza e bisogna evidenziarla per rendere l’evidenza denza.
il sogno era diventato realtà. Avevo un trans a due centimetri da me. però ridevo. lei buttava sguardi ammiccanti a tutti e da li capii che non era il mio tipo. era troppo sbuderato. Troppo nudo. Troppo esibizionista. Ma soprattutto quella foto del tanga con le palle uscenti mi fece quasi odiare la religione e i suoi santi. Il santo preso in questione è Fra Lepalle.
Anche perchè nel frattempo, mentre lanciava occhiolini dolci al pubblico hc, si faceva toccare da due 40enni che forse ignari e forse no, abusavano delle sue curve e facevano pure scenate di gelosia nei confronti del troio.
fatto sta che dovevo fare qualcosa. ma cosa??? ma chiaramente un filmato. ve lo mostro nella sua interezza. e dopo ognuno tragga le sue conclusioni. a me se non mi dicevano che era un uomo sarei finito come Gavino.
Non vado più in balera (gavino)
Iera sabato sera ero vestito da dio Andai in balera per cuccare anch’io Così vidi una bionda, con due tette così, la invitai a ballare, ma non finisce qui. Era dolce e leggiadra, si faceva toccar E la mia grossa fava mi faceva rizzar. Così dissi “andiamo, che ti porto da me” E lungo la strada, ma quarda un po te Le misi la mano tra le gambe, e mi ritrovai in man… Un cazzo diocan!
Allora mi piegai e la guardai…”oddio”… Non era una donna…ma era un travestio Lui disse:”allora cosa c’è che non va Siamo negli anni ottanta, suvvia fatti inculà” Io tentai di fuggiremo ma non ci riuscì E il grosso randello nel mio culo finì Diobestia che male che mi fece Il mio culo si Si allargo così. Da quella volta non vado più in balera Mi dispiace ma non esco più il sabato sera Giocane che male che mi fece Il mio culo si Si allargò così. Da quella volta non vado più in balera Ho detto che non esco più il sabato sera Va ben??
link---> per vedere la donna dei tuoi sogni clicca qui
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sabato 14 ottobre 2006
ore 18:01 (categoria:
"Vita Quotidiana")
il papank e la mamank sono stanchi di avere un figlio punk.
bene mi scuso se è da tanto che non scrivo le solite cazzate ma non ho mai tempo.
mai dire MAI.
e ritornare con questa perla di saggezza non è il massimo.
ma non è neanche il massimo dire massimo.
comunque lui è loris:

lui ha i capelli.
lui ha una bella cresta verde.
gli sta bene in piedi perchè ha tanti capelli e li cotona bene per tenerseli duraturi nel tempo.
è un bel tipo insomma.
io me lo farei.anzi me lo sono già fatto.
e tu? pensaci. una foto è per semrpe lui no.
Ma facciamo una analisi più specifica di questa foto.
oltre al soggetto, che chi non conosce ha fatto grandi sbagli nella sua vita, dobbiamo scoprire quando è stata scattata per capire alcune cose.
-possiamo notare che in mano tiene un cellullare non all’ultimo grido(quello degli articolo31), ma neanche obsoloeto(atletico spoleto)
-poi la targa del motorino che si intravede dietro è dei giorni nostri.
-la locandina alle sue spalle è una locandina che è stata attacchinata non tanto tempo fa, ma, ben si, settimana scorsa.
da questo decuciamo che la foto è recente.
questo è loris in una foto scattata da me ben 3 settimane fa.

e perciò come direbbe nicolò fabi:
Io senza capelli sono una pagina senza quadretti un profuno senza bottiglia una porta chiusa senza la maniglia biglia senza pista un pescatore sprovvisto della sua migliore esca Don Giovanni senza una tresca io senza te uno scettro senza re. Non voglio più chiedere scusa se sulla testa porto questa specie di medusa o foresta non è soltanto un segno di protesta ma un rifugio per gli insetti un nido per gli uccelli che si amano tranquilli tra i miei pensieri e il cielo sono la parte di me che mi assomiglia di più Io vivo sempre insieme ai miei capelli oh oh Vivo sempre insieme ai miei capelli oh oh Io vivo sempre insieme ai miei capelli oh oh Vivo sempre insieme ai miei capelli Non sono venuto in motocicletta non mi sono pettinato con le bombe a mano non ho messo le dita dentro la spina non mi sono lavato con la candeggina sono uno di quelli che porta i suoi lunghi capelli per scelta e non USA TRUCCHI e voi levatevi la parrucca(aha hah a ha h haah hah a ha hahah ah) Io vivo sempre insieme ai miei capelli nel mondo vivo sempre insieme ai miei capelli oh oh Vivo sempre insieme ai miei capelli nel mondo Vivo sempre insieme ai miei capelli oh oh
Tu senza gioielli sei una pagina senza quadretti un profumo senza bottiglia una porta chiusa senza la maniglia biglia senza pista un pescatore sprovvisto della sua migliore esca Don Giovanni senza una tresca tu senza me uno scettro senza re uno scettro senza re uno scettro senza re uno scettro senza re Eh Ma quando perdo il senso e non mi sento niente io chiedo ai miei capelli di darmi la conferma che esisto e rappresento qualcosa per gli altri di unico, vivo, vero e sincero malgrado questa pietosa impennata di orgoglio io tento ogni giorno che vivo di essere un uomo e non un cespuglio
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domenica 25 giugno 2006
ore 16:16 (categoria:
"Vita Quotidiana")
chi non Lippa non rosica.
Si era a Ferrara ad uno dei tanti concerti passati e ripassati al Drazdamir. Una serata tranquilla passata tra amici senza patria e senza bandiera, tra una birra e l’altra si era fatta mattina, due ore di dormita e dopo diretti verso la stazione… cioè questo era quello che si voleva fare ma… Sbuca fuori un passaggio, era il Lippa che ci proponeva un passaggio dal posto fino alla stazione di Ferrara, però sorge subito un problema… eravamo in otto più un cane, non di piccola taglia… un pastore tedesco, era il cane di Lippa, l’acclamato Urlo, insomma ci volevano due macchine per andare via tutti, ma noi ci accontentavamo di una macchinata tra amici di vecchio stampo. Quando si vedeva Urlo si era soliti incitarlo urlandogli: Urlo la giugulare…e la bestiola era contenta…come il suo padrone…e fieri del loro rapporto giocavano e non si distingueva più chi era urlo e chi era lippa perciò offrivi da bere a tutti e due.. Si decide di montare in macchina secondo la seguente disposizione… il Lippa come guidatore, un passeggero che doveva fare da copilota, in 4 nei sedili dietro che dovevano tenere alto il morale della macchinata e in due nel bagagliaio con il cane…in più il lunotto posteriore non c’era e infatti il compito dei due dietro era di tenere Urlo in modo che non uscisse dal lunotto. Insomma si prevedeva già un viaggio senza storia, ma per fortuna sarebbe durato solo 10 minuti da li alla stazione. Erano 10 minuti dio cristo! Valutai la situazione con una foga e un intelligenza senza precedenti e sottovalutai particolari agghiaccianti che potevano succedere visto la razza di individui che c’erano in macchina. Si parte. E già ci perdiamo, il copilota era la Madda. Per chi non lo sapesse la Madda è riuscita fare perdere tutti da per tutto dando indicazioni sbagliate, inventate ma che secondo lei erano giustissime. Dopo 30 minuti di macchinata ci vengono le prime voglie alcoliche. Il pioniere del alkol, cioè Lippa, propone grappe al bar, solo che ci eravamo misteriosamente persi nei campi, perciò di bar non ce ne era l’ombra. Ma tutto d’un tratto appare la civiltà, cerchiamo sto bar e ri-iniziamo a bere. Intanto mi stavano venendo i primi dubbi su cosa poteva succede; chiediamo indicazioni per la stazione di Ferrara e l’eccellente guidatore prende proprio la direzione opposta. Mentre in macchina tutti ridevano io mi stavo un attimo incazzando, primo perché un guidatore completamente spolpo con nove stronzi in macchina non è cosa da tutti i giorni e se lo stesso guidatore andava dritto alle curve non rispettava gli stop, e guidava guardando noi dietro, si poteva ben immaginare che il viaggio sarebbe stato assai ansioso. Ma per fortuna la stazione non doveva essere lontana. I bar si susseguivano e la guida diventava sempre più discutibile, la macchinata era senza un baluardo e c’era chi disegnava i ritratti dei passeggeri, chi dormiva con urlo in bagagliaio, chi parlava in sardo in preda ad un delirio mistico delle sue origini, e chi continuava a guidare guardando in dietro. Ma la stazione non doveva essere lontana. Ben presto mi fu tutto chiaro. non saremmo mai arrivati in stazione. Infatti ben presto entrammo in autostrada. Era da pazzi. Se ci fermavano probabilmente eravamo tutti da buttare dentro. Riuscimmo ad estorcere una promessa al Lippa, di portarci direttamente a Padova e andavamo a bere in centro fino a quando la stanchezza non ci sopraggiungeva. La stazione iniziava ad essere lontana. Sembrava andasse meglio il tutto, fino a quando inizia un zig zag tra le varie corsie. Il lippa venne preso a pugni ripetutamente; la Andrea, che era in bagagliaio, si sveglia vede la macchina nera che va ai 140 e con una mossa degna dei maestri di con fù arriva fino alla postazione guidatore e prende il lippa per il collo obbligandolo a fermarsi. Lui obbedisce e si ferma. Solo che eravamo in mezzo alle corsie, non di lato. Esce dalla macchina imprecando e per fortuna Antò lo ritira dentro portandosi dietro la porta. Una macchina ci schiva tutti. Inizio ad odiare il lippa. E sta merda di stazione stava diventando la stazione di Padova. Eravamo in mazzo all’autostrada alle nove di mattina tutti tumefatti e con il guidatore che incula le chiavi della macchina e non ha intenzione di fare guidare nessuno. Si prende ancora due o tre pugni dalla Andrea. Si riparte. Passiamo Padova. E lo odio ancora di più. La nuova direzione era Verona. Cioè dalla stazione di Ferrara dove dovevamo andare stavamo andando da tutt’altra parte: alla stazione di verona. Il viaggio continua tranquillo. Io decido di dormire rifiutando di vedere cosa altro poteva succedere. Mi sveglio in centro a Verona, a mezzogiorno. Cioè dopo 4 ore di viaggio ferrara-verona. Con due ore in più arrivavamo a Roma. Il Lippa stava portando a casa i Veronesi. Io continuavo dirgli lasciami qua, era diventata un ossessione uscire da quella macchina della morte per me. Solo che non sapevo neanche dov’ero e la Andrea ci offre una guida turistica a Verona. Accettiamo e il lippa fa: no ragazzi andiamo a mettere giù la macchina e dopo andiamo a bere assieme. La risposta è unanime. NO. Ci molla in mezzo ad un mega incrocio e la mia ultima frase prima di scendere dalla macchina è stata: “lippa non so se odiarti o dirti vaffanculo” controbatte dicendo: “bhe grazie, io ti ho portato a casa e tu mi tratti così?” “vaffanculo” esco a ci dirigiamo verso la stazione. Il giorno dopo mi si presenta la bianca sotto casa mia con un regalo, era una maglietta dove c’era il primo piano di lippa in versione poster… e mi rendo conto che quel stronzo di lippa ci ha fatto passare un’altra avventura senza ritegno, nel pieno del suo stile.
Ciao lippa.
Stammi bene stronzo che non sei altro… mi mancherai…

PERDENDO UN AMICO (Parole: Luca "Abort"; Musica: Sandrino; Linea di basso: Marina, 1986)
Strutture artificiali per tingermi di giusto Copioni ormai scontati per muovermi sicuro Banale ma sicuro Ma quando ti allontani non ha più significato E mi vedo nudo con quello che non ho Quando ti allontani vedo il vuoto nei tuoi occhi E la nausea per la vita che non ho Perdendo un amico resta solo dolore Perdendo un amico che ha ragione ad andare Quando ti allontani mi sento ancor più nulla Di fronte alla mia malafede Quando ti allontani non so più cosa fare, Non andare
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